La Vinci conferma il suo scarso feeling con gli Internazionali: in diciannove partecipazioni ha raggiunto solo una volta gli ottavi. Non è andata meglio quest'anno: un'ottima Makarova le sbarra la strada al primo turno, lasciandole tre giochi ed eliminando l'ultima bandiera tricolore dal tabellone WTA. "A Roma nel 2018? Molto difficile". (Foto Costantini/FIT)ROMA – Il sorriso sarcastico di Roberta Vinci, quando venerdì all’Arco di Costantino un raccattapalle – istruito invano da un “mi raccomando, pesca bene” – ha accoppiato il suo nome a quello di Ekaterina Makarova, era fin troppo significativo. Ma difficilmente la tarantina si sarebbe aspettata un match simile, chiuso praticamente già dall’inizio, contro un’avversaria incontrastabile. Il pubblico del Pietrangeli ha provato a dare una mano alla numero una azzurra, ma la terra battuta cotta dal sole ha detto 6-2 6-1 Russia in un’ora e 19 minuti, con poca lotta e ancora meno emozioni. La tattica dell’ex top-10 di Mosca, ricordata nel primo set da qualche coaching non autorizzato del suo allenatore è stata chiara fin dall’inizio: spingere sempre sul diritto di Roberta. Una strategia che ha trovato un fedele alleato nel colpo dell’azzurra, troppo poco incisivo, e non ha permesso alla Vinci di costruire i punti come le sarebbe piaciuto, obbligando l’avversaria a correre con lo slice di rovescio. La Makarova si lamentava per ogni singolo punto perso, come se pretendesse di doverli vincere tutti, e pareva giocare a tiro al piattello sia col servizio sia con entrambi i fondamentali. Basta un dato per riassumere la totale assenza di equilibrio: in tutto l’incontro la russa ha concesso appena due palle-break. Il “dai, inventati qualcosa” suggerito da una spettatrice a Roberta sul 6-2 2-0 non ha trovato risposta verbale, ma è risultato il prologo dell’unico momento di difficoltà della Makarova. Il problema è che le due palle-break le ha cancellate con altrettante soluzioni brillanti, dando l’ultima spallata alle ambizioni dell’azzurra, che da quel momento non ha più vinto alcun gioco.DIFFICILE RIVEDERLA ANCHE NEL 2018
“Lo dite voi o lo dico io? Ho fatto proprio ca*are”, ha esordito l’azzurra in conferenza stampa, con la solita serenità che la accompagna, perfetta per mascherare la delusione. “È stato un incontro difficile, lei ha un gioco particolare, è mancina. Mi è sembrato come se comandasse ogni singolo punti, mentre io ero bloccata, non riuscito ad accelerare, a essere incisiva col diritto, a ribaltare l’inerzia dello scambio. Poi ha servito meglio, è stata più solida. Peccato per quello due palle-break all’inizio del secondo set: magari se fossi riuscita a starle un po’ più vicina lei sarebbe potuta calare e io prendere fiducia e coraggio. Il tennis è una bilancia: se sale una, scende l’altra. Ma chi lo sa. Mi dispiace di aver giocato così a Roma, che è l’unico torneo che abbiamo in Italia, mi dispiace del punteggio severo, mi dispiace non aver dato una bella soddisfazione a tutta la gente che è venuta a vedermi, nonostante facesse molto caldo, e mi ha sostenuto fino alla fine”. Il KO della Vinci conferma il suo scarso feeling con gli Internazionali, visto che in diciannove apparizioni ha raggiunto appena una volta il terzo turno, e soprattutto boccia definitivamente l’Italia al femminile. Fra main draw e qualificazioni erano in gara sette italiane, e hanno perso tutte all’esordio, le tre del tabellone senza raccogliere un set. “Può capitare – ha detto la Vinci –, ci sono stati anni molto buoni e ora ci sono anni meno buoni. Abbiamo ottenuto dei risultati difficili da ripetere, ma non bisogna guardare sempre il lato negativo. Un periodo di transizione era inevitabile”. Non è mancata la classica domanda sul futuro, e nemmeno la solita risposta dubbiosa, anche se dal “ni” del 2016 le possibilità di rivederla a Roma sono calate ancora. “Non posso dire di sì, perché se chiudessi l’anno da numero 5 magari ci ripenserei. Dipende dalla voglia: per il momento lo vedo molto difficile”.
WTA PREMIER FIVE ROMA – Primo turno
Ekaterina Makarova (RUS) b. Roberta Vinci (ITA) 6-2 6-1
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