Dalla proposta di radiazione ai top-100 ATP. In meno di un anno, la carriera di Marco Cecchinato è svoltata. Il 24enne di Palermo aveva già annusato il tennis che conta, ma oggi sembra ben deciso a non mollarlo più. E' un traguardo di grande livello, frutto della bontà dei risultati ottenuti in stagione: vittoria a Roma-Garden, finale a Ostrava, qualche semifinale e anche le qualificazioni superate ai tornei ATP di Rio de Janeiro e San Paolo. Insomma, la 97esima posizione è più che meritata. “Ceck” lo sta dimostrando anche al Trofeo CMC di Caltanissetta, dove ha vinto un gran bel match contro Andrey Rublev, uno degli elementi più in vista della Next Gen ATP. Cecchinato si è imposto 7-5 3-6 6-3 e ha detto di essere stato “quasi perfetto” dal 2-2 del terzo. Vero: contro un giocatore talentuoso, più forte di lui nello scambio rovescio contro rovescio, ha saputo variare con la smorzata e ha spesso preso l'iniziativa con il dritto. Molto bravo, anche se Rublev è ancora un po' svampito nella gestione della partita. Ciò non toglie meriti a Cecchinato, che nei quarti (si parte alle 14.30) se la vedrà con il tedesco Cedrik Marcel Stebe. Oggi è numero 258 ATP, ma ha un passato intorno alla 70esima posizione. E qualche settimana fa ha raggiunto i quarti al torneo ATP di Ginevra. Secondo Simone Vagnozzi, suo coach da qualche tempo, Cecchinato ha superato lo shock emotivo dell'indagine a suo carico per il presunto match-fixing di Mohammedia 2015 (più le varie intercettazioni: vi abbiamo sempre tenuto aggiornati sulla vicenda). Alla fine ne è uscito senza danni grazie all'ottimo lavoro dell'avvocato Alberto Amadio, ormai abituato a gestire faccende di questo tipo (segue anche Daniele Bracciali) e abile a scovare un grossolano vizio di forma nella sentenza di primo grado, arrivata ben oltre il limite consentito. Sembra che la storia dell'anno scorso lo abbia riempito di rabbia agonistica, come se avesse ancora più voglia di spaccare il mondo. E pensare che in un'intervista di un anno e mezzo fa, poco prima che scoppiasse il caso, ci confessò che gli sarebbe piaciuto vivere una carriera tra la 50esima e la 100esima posizione.
LORENZI IN VISITA ALLA VALLE DEI TEMPLI
Il Cecchinato del 2017, invece, sembra non accontentarsi mai. Non ha messo piede al Foro Italico e chissà che non abbia programmato di tornarci, l'anno prossimo, ammesso di diritto nel main draw. Il suo problema è il rendimento sui campi veloci, ma sulla terra vale già i primi 50, forse di più. Sbaglia poco e ha un paio di colpi su cui fare affidamento nel momento del bisogno. A Caltanissetta, ha tutte le carte in regola per arrivare in fondo. Le aveva anche Stefano Travaglia, che nel primo match ha avuto ben quattro matchpoint proprio contro Stebe. In un match durissimo, giocato sotto un sole cocente, il tedesco si è imposto 6-7 7-6 6-3, ed è un peccato: ai tanti appassionati di Villa Amedeo sarebbe piaciuto assistere alla rivincita della finale di Ostrava, dove si impose l'ascolano. In serata, ha centrato il pass per i quarti anche Alessandro Giannessi. Lo spezzino, già semifinalista l'anno scorso, ha tenuto a bada Inigo Cervantes, mostrandosi più “giocatore” e decisamente meglio preparato sul piano atletico. Se Cecchinato ha portato il suo ranking a due cifre, anche Giannessi sembra pronto a centrare il traguardo. Nei quarti avrà un compito durissimo contro Mikhail Kukushkin, nostro ex spauracchio in Coppa Davis (nel 2015 vinse entrambi i singolari contro Seppi e Bolelli). Sulla terra, e con il tifo del pubblico, si può fare. A chiudere il programma, non prima delle 20, Paolo Lorenzi sfiderà l'ostico argentino Guido Andreozzi. Per ricaricare le batterie dopo la maratona di mercoledì contro Djere, il numero 2 azzurro è andato a visitare la Valle dei Templi nella vicina Agrigento. Ma è tempo di ripensare al tennis: a Caltanissetta c'è un titolo da difendere.