La stagione dei tornei sull’erba si apre anche con due episodi molto curiosi. Jerzy Janowicz si è beccato un warning per aver gridato la parola “hamburger” letta su un cartellone a bordo campo, mentre Brydan Klein è stato squalificato da Mohamed Layani (ma che ci fa in un Challenger?) per aver dato dello stupido a sé stesso.Con la racchetta in mano, a causa (anche) di qualche infortunio di troppo, Jerzy Janowicz non è riuscito a mantenere le promesse fatte nel 2012, con l’incredibile finale al Masters 1000 di Parigi-Bercy partendo dalle qualificazioni. Ma il modo per far parlare di sé l’ha trovato comunque, spesso e volentieri con dei comportamenti ai limiti del regolamento. O quasi. L’ultimo episodio arriva dall’ATP 250 di Stoccarda: l’highlight della sua settimana tedesca risale al duello di primo turno dello scorso martedì contro il russo Andrey Kuznetsov. Nel corso del secondo set il gigante polacco si è beccato dal giudice di sedia Arnaud Gabas (lo stesso della famosa “pallata” di Shapovalov in Coppa Davis) un warning per “audible obscenity”. Non il primo e probabilmente nemmeno l’ultimo della sua carriera, anche se il motivo è alquanto particolare, visto che la parola che ha fatto scattare l’avvertimento è stata “hamburger”. Janowicz l’ha strillata dopo aver perso un punto, leggendola… dai cartelloni pubblicitari intorno al Campo 1 del TC Weissenhof! Gabas è intervenuto immediatamente col warning, e Janowicz non l’ha presa affatto bene, chiedendo l’intervento del supervisor: ha provato a giustificarsi raccontando l’accaduto in una lunga discussione, ma il referee non ne ha voluto sapere di togliergli l’avvertimento. Così lui, non pago, si è lanciato in altre imprecazioni culinarie, pronunciando anche le parole “hot-dog” e “donut” (ciambella). Per sua fortuna l’episodio non è bastato a fargli perdere la testa come in altre occasioni, tanto che ha vinto l’incontro per 6-4 3-6 6-3 e due giorni dopo si è regalato la miglior vittoria da oltre due anni a questa parte, battendo per 7-6 6-3 la seconda testa di serie Grigor Dimitrov, numero 13 del mondo. KLEIN SÌ, MURRAY NO?
Qualche parola di troppo, invece, è costata carissima al britannico Brydan Klein, impegnato contro l’australiano Samuel Groth al ricco Challenger di Nottingham. Col rivale al servizio per chiudere il match sul 6-3 5-4, Klein si è guadagnato una palla-break per il 5-5. Non è riuscito a rispondere, spedendo il rovescio sul nastro, e ha inveito contro se stesso con la frase “stupid, stupid person”. Un comportamento che il giudice di sedia Mohamed Layani ha deciso di sanzionare all’istante (a proposito, ma l’arbitro più noto al mondo cosa ci fa in un Challenger?), anche se in precedenza Klein aveva ricevuto sia un warning sia un punto di penalità, e quindi un’ulteriore applicazione del codice gli è costata un penalty game, e di conseguenza la sconfitta. Klein, incredulo, ha provato a difendersi spiegando – a naso con la verità – di aver rivolto quelle parole a sé stesso, ma Layani non ha fatto una piega. Il fatto che la sanzione sia arrivata per “unsportsmanlike conduct” (condotta antisportiva) dimostra che l’arbitro abbia capito benissimo che le parole non fossero rivolte verso di lui o verso qualcun altro – altrimenti, dicono le regole, avrebbe dovuto intervenire per “verbal abuse” – ma abbia catalogato il comportamento del britannico come una mancanza generale di rispetto, dando poco peso alle conseguenze del suo intervento. Una decisione che lascia qualche perplessità: fa venire il dubbio che a certi giudici di sedia siano permessi comportamenti che da altri non sarebbero così tollerati, e pure che a livello Challenger certe decisioni vengano prese a cuor leggero. Mentre nel circuito maggiore, vista le presenza delle televisioni, dei grandi nomi e di interessi commerciali enormi, prima di squalificare un giocatore giudici di sedia e supervisor ci pensano tre volte. Andy Murray si dà dello stupido (e anche peggio, e anche non solo verso sé stesso) una decina di volte a match, eppure di squalifiche non ne ha mai prese. La legge è veramente uguale per tutti?