Simone Bolelli è il migliore degli italiani in gara nelle qualificazioni di Wimbledon, dove ha chance per centrare il main draw, dopo aver vinto un buon match all'esordio contro lo specialista Groth. Ma l'Italia piange: hanno superato il primo turno solamente quattro azzurri su dodici, e fra loro non c'è nemmeno uno dei nostri NextGen.Gli abiti bianchi, l’assenza di sponsor ai lati del campo, la facoltà di modificare l’ordine delle teste di serie, ma anche le qualificazioni. Sono alcune delle particolarità del mitico torneo di Wimbledon, il primo nella storia del tennis, il più prestigioso, e l’unico in grado di conservare intatto il proprio fascino in ben oltre un secolo di storia, con le tradizioni del lawn tennis capaci di difendersi dall’evoluzione del gioco, rendendo l’All England Club un luogo sacro e mitologico. Tanto che, per dire di averci giocato, a differenza degli altri Slam non basta essere fra i 128 tennisti in gara nelle qualificazioni. Per raggiungere l’Olimpo bisogna passare dal Bank of England Sports Centre di Roehampton, dove per cinque giorni un immenso prato utilizzato per il cricket si trasforma in sedici campi da tennis, uno appiccato all’altro, che poi restano per tutta l’estate a disposizione dei soci. È lì che l’Italia ha piazzato la cifra record di dodici giocatori in gara nelle qualificazioni maschili, che potevano addirittura essere quattordici se Thomas Fabbiano e Marco Cecchinato non avessero agguantato all’ultimo un posto nel main draw. Tuttavia, il bilancio della giornata inaugurale delle “quali” dei Championships è tutt’altro che brillante, con appena quattro vittorie a fronte di otto eliminazioni. Il nome più importante fra i promossi è quello di Simone Bolelli, che a Wimbledon si è tolto alcune delle più belle soddisfazioni della sua carriera, raggiungendo per tre volte il terzo turno. Il bolognese aveva un esordio tutt’altro che semplice contro il bombardiere Sam Groth, peraltro alla quarta settimana consecutiva di tornei sull’erba, ma è stato bravo a spuntarla sul filo di lana per 7-6 2-6 11-9, infilando il suo primo break del match nel ventesimo game del set decisivo.
PRIMA VITTORIA PER TRAVAGLIA E BELLOTTI
Al Roland Garros il 31enne di Budrio ha parlato apertamente di obiettivo top-100 entro la fine dell’anno, anche se nei due Challenger successivi non è andato oltre il secondo turno. Un buon risultato ai Championships potrebbe far bene sia alla sua classifica sia al morale, e una volta superato Groth la strada verso il tabellone principale sembra in discesa, a partire dal secondo turno contro lo spagnolo Adrian Menendez-Maceiras: uno che preferisce il veloce e a Wimbledon si è già qualificato, ma non può spaventare un Bolelli che punta a tornare grande. Come Bolelli ha vinto in tre set anche Andrea Arnaboldi, partito male contro il bosniaco Aldin Sektic ma poi bravo a rimettere in piedi un duello che sul 6-4 3-1 per il rivale pareva ormai sfuggito, e far valere un tennis che si adatta meglio ai prati, grazie alla capacità di variare il gioco in continuazione e toccare a dovere sotto rete. Per “Arna”, che sfiorò la qualificazione nel 2015, ci sarà lo slovacco Lukas Lacko, numero 4 del tabellone cadetto. A completare il quadro degli azzurri al secondo turno, due nomi nuovi: Stefano Travaglia e Riccardo Bellotti. Entrambi avevano giocato solamente una volta le qualificazioni a Melbourne, Parigi e New York, ma mai a Wimbledon, e all’esordio si sono regalati il primo successo a livello di “quali” Slam. Il marchigiano, protagonista sin qui di una grande stagione che l’ha portato a un soffio dai primi 150 del mondo, l’ha spuntata per 6-3 7-5 nel derby contro Salvatore Caruso, mentre l’italo-austriaco ha approfittato del ritiro di Blaz Kavcic a match ormai compromesso, quando il punteggio recitava 6-1 5-0. Per Travaglia secondo turno col NextGen francese Quentin Halys, mentre Bellotti se la vedrà con lo statunitense Denis Kudla.
LA NEXTGEN AZZURRA SALUTA SUBITO
Per quattro azzurri che vanno avanti ce ne sono otto che si fermato subito, fra i quali tutti i nostri giovani. Con la qualificazione – e pure la vittoria al primo turno – al Roland Garros, Stefano Napolitano aveva riacceso i riflettori sui soliti noti attesi da qualche anno, ma Wimbledon non ha portato fortuna a nessuno. Lo stesso Napolitano, l’unico dell’intera pattuglia italiana ad aver giocato almeno un torneo sull’erba prima di Wimbledon (dato che la dice lunga su quanto – poco – i nostri puntino sullo Slam londinese), si è arreso per 7-5 3-6 6-3 al francese Vincent Millot, mentre Matteo Donati ha perso per 7-6 6-2 contro il russo Konstantin Kravchuk. Subito fuori anche Gianluigi Quinzi, al suo primo Slam fra i grandi. Il fatto che ci sia riuscito proprio a Wimbledon, dove quattro anni fa trionfò fra gli under 18 facendo sognare un futuro di grande spessore, non pareva un caso, e visto il vecchio rapporto con l’erba e un tabellone più che buono poteva esserci qualche chance di qualificazione. Invece il marchigiano è inciampato al primo turno contro il coetaneo cileno Christian Garin, arrivato a Roehampton super preparato dopo qualche giorno di allenamento con Rafael Nadal sull’erba del WTA di Maiorca. Eliminati anche Lorenzo Giustino, Federico Gaio, Luca Vanni (che ha mancato ben sei match-point contro il francese Hemery, arrendendosi 13-11 al terzo) e Alessandro Giannessi. Lo spezzino, fresco di ingresso fra i primi 100 del mondo, è rimasto fuori di un solo posto dal tabellone principale, e lo scarso feeling con l’erba gli è costato il KO immediato contro il portoghese Pedro Sousa.

WIMBLEDON – Primo turno qualificazioni
Simone Bolelli (ITA) b. Sam Groth (AUS) 7-6 2-6 11-9
Andrea Arnaboldi (ITA) b. Aldin Sektic (BIH) 4-6 6-3 6-4
Stefano Travaglia (ITA) b. Salvatore Caruso (ITA) 6-3 7-5
Riccardo Bellotti (ITA) b. Blaz Kavcic (SLO) 6-1 5-0 ritiro
Vincent Millot (FRA) b. Stefano Napolitano (ITA) 7-5 3-6 6-3
Konstantin Kravchuk (RUS) b. Matteo Donati (ITA) 7-6 6-2
Christian Garin (CHL) b. Gianluigi Quinzi (ITA) 6-4 6-3
Darian King (BAR) b. Lorenzo Giustino (ITA) 6-4 6-0
Yannick Hanfmann (GER) b. Federico Gaio (ITA) 6-4 6-3
Calvin Hemery (FRA) b. Luca Vanni (ITA) 2-6 7-6 13-11
Pedro Sousa (POR) b. Alessandro Giannessi (ITA) 4-6 6-3 6-4