Presentando la nuova versione della sua autobiografia, John McEnroe è tornato sulla battaglia dei sessi. Pur dicendo che Serena è la più forte di sempre, è convinto che nel circuito ATP non avrebbe chance. “Potrebbe battere qualche uomo, ma nel tour sarebbe una storia completamente diversa”.

Il dibattito va avanti da quasi mezzo secolo, ma in pochi hanno avuto il coraggio di prenderlo di petto. E poi, a dire il vero, non è neanche così interessante. Però c'è una curiosità che attanaglia ogni appassionato: dovesse giocare nel circuito maschile, la numero 1 del mondo come si piazzerebbe? Tra derive sessiste, da una parte e dall'altra, gli unici dati concreti sono arrivati dalle Sfide dei Sessi. La più famosa resta quella dell'Astrodome di Houston, quando Billie Jean King diede tre set a zero all'anzianotto Bobby Riggs (ma si vocifera che lui si fosse venduto la partita), senza però dimenticare gli altri episodi. Ad esempio, la vittoria dello stesso Riggs contro Margaret Court e il 7-5 6-2 di Jimmy Connors a Martina Navratilova, nonostante lei avesse a disposizione metà corridoio e Jimbo soltanto una palla di servizio (guarda il video qui sotto). Molti ricorderanno la sfida di Karsten Braasch, istrionico giocatore tedesco che da numero 203 ATP sfidò le sorelle Williams nel 1998, durante l'Australian Open, dopo che loro avevano esagerato con la spavalderia. Tra una birra e una sigaretta, diede 6-2 a Venus e 6-1 a Serena. Oggi, a pochi giorni dall'uscita della sua autobiografia aggiornata (Da “You Cannot be Serious” si passerà a “Serious”), John McEnroe ha sparato la sua sentenza: dopo aver detto che Serena Williams è “senza dubbio” la più forte tennista di sempre, ha anche detto che – se giocasse nel tour ATP – sarebbe intorno al numero 700 del mondo. L'intervista è stata condotta da Lulu Garcia-Navarro, che aveva lanciato una provocazione: e se Serena fosse la migliori di tutti, uomini compresi? Senza peli sulla lingua, come sempre, il buon Mac ha subito contestato l'asserzione.

“POTREBBE VINCERE QUALCHE PARTITA”
A seguire, via Twitter, la giornalista ha spiegato il perché della sua tesi: Serena avrebbe messo in mostra, tra le donne, un dominio che non ha avuto paragoni tra gli uomini. Ad esempio, il Calendar Grand Slam sfiorato nel 2015 (impedito da Roberta Vinci nella storica semifinale dello Us Open) e la vittoria all'Australian Open 2017, nonostante fosse già incinta. In altre parole, i suoi 23 titoli Slam e la sua longevità potrebbero restare nella memoria degli appassionati, ancora più di un tennista uomo. La tesi è discutibile sotto vari aspetti (non crediamo che Federer o Nadal saranno ricordati come meno forti di Serena…), e poi McEnroe spingeva su un altro aspetto: sul piano del rendimento, è pacifico che una donna – nemmeno un fenomeno come Serena – non possa competere con un uomo. E' una semplice questione di forza, che nelle donne è inferiore di circa un terzo. Probabilmente non ci libereremo mai di questo argomento. Lo stesso McEnroe è sembrato felice di alimentarlo, poiché ha aggiunto che Serena, in effetti, potrebbe anche battere qualche uomo in virtù della sua straordinaria forza mentale. "Tuttavia, se dovesse giocare nel circuito maschile, sarebbe una storia completamente diversa”. In alcune dichiarazioni del passato, la stessa Williams (che qualche giorno fa si è fatta riprendere mentre palleggiava, nonostante fosse incinta di sette mesi) era parsa d'accordo. “Gli uomini sono più veloci e servono molto forte. E' uno sport diverso. Voglio giocare solo nel tour femminile, meglio evitare di imbarazzarmi”. Un bel passo in avanti in termini di maturità rispetto a quando, parecchi anni prima, aveva chiesto (provocatoriamente) una wild card per il torneo ATP di Stoccarda…