Il ritiro al Queen's è stato soprattutto a titolo precauzionale. Nonostante il problema all'anca, Nick Kyrgios dovrebbe presentarsi regolarmente a Wimbledon, laddove si è rivelato al mondo con la famosa vittoria contro Rafa Nadal, nel 2014. Sarà il primo vero test con Sebastien Grosjean al suo angolo, dopo un Roland Garros vissuto quasi come rodaggio e un Queen's durato lo spazio di un set. Per la prima volta da quando lavora con l'australiano, Grosjean ha fatto il punto della situazione. Parlando con il portale Sport360, ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti, partendo dalla scomparsa del nonno di Kyrgios (avvenuta in aprile). “Ha avuto 4-5 settimane molto difficili: è dovuto tornare in Australia per stare vicino alla sua famiglia. Sul piano mentale è stata dura, era molto triste. E poi era anche infortunato”. Secondo Grosjean, il talento di Canberra ha bisogno di trascorrere più tempo possibile sul campo da tennis e lavorare “un po' più seriamente. Ma io sono qui per aiutarlo sia dentro che fuori dal campo”. Allenare Kyrgios non è semplice, anche in virtù delle sue recenti dichiarazioni, in cui ha detto di aver assunto un allenatore più per dare retta ai consigli altrui che per una necessità propria. Più in generale, è vittima di profondi alti e bassi motivazionali che potrebbero rappresentare un problema. Sul talento non si discute, ma è davvero troppo incostante. Gli ottimi risultati tra febbraio e aprile avevano fatto pensare a una svolta: ma il lutto familiare, unito a qualche problema fisico, ha riacceso antichi dubbi. Grosjean è convinto di avere gli strumenti giusti per dargli una mano. “Lo vedo nel circuito da anni, ricordo le sue battaglie a Wimbledon contro Gasquet. Ci siamo anche allenati insieme a Boca Raton quando allenavo ancora Richard, è un bravo ragazzo e voglio aiutarlo a migliorare”.
UN PERCORSO DA AFFRONTARE
La giornalista Reem Abulleil gli ha chiesto se non poteva esserci un po' di timore nell'intraprendere un percorso così complicato. “Se facessimo solo le cose facili… – sospira Grosjean – io amo le sfide. La cosa buona è che viviamo molto vicini, a Boca Raton, quindi possiamo trascorrere molto tempo sul campo da tennis. Quello lo aiuterà davvero, perché quando sei in giro per i tornei è difficile lavorare sul serio. Normalmente il lavoro va fatto prima, poi bisogna completarlo. Nel tour puoi trovare quel 10-15% che può fare la differenza, ma l'80-90% va fatto prima”. Nei giorni scorsi, in una delle sue tante dichiarazioni, John McEnroe ha detto che potrebbe essere un buon coach part-time per Kyrgios, visto che entrambi possono essere definiti: “casi di testa”. “Sta sognando” aveva tagliato corto Kyrgios, che già fatica ad accettare una persona al suo fianco, figurarsi un elemento ingombrante come Mac. Da parte sua, Grosjean conferma quello che hanno detto un po' tutti: Kyrgios può arrivare (molto) lontano, ma prima deve essere fatto un certo lavoro. “Deve essere più strutturato, mentalmente più solido, lavorare sulla parte atletica. Se sarà più forte fisicamente, lo sarà anche mentalmente. Tuttavia sarà un processo, perché è stato da solo per troppo tempo. Ma è una bella sfida, lui è un bel tipo con cui trascorrere del tempo”. L'ottimismo di Sebastien è quasi contagioso. Secondo lui, a Wimbledon potrebbe dire la sua perché ci sarà sempre un giorno di riposo tra un match e l'altro. “Ha già raggiunto i quarti, ma può fare ancora meglio. A patto di fare le cose giuste nelle settimane precedenti”. Ecco, questo il punto: con il problema all'anca, come si starà preparando (a parte litigare via Twitter con chi dice che potrebbe perdere da Serena Williams?).