“Sarebbe bello se tutti i tornei si giocassero a Milano!”. Si è sciolta così, con un sorriso, l'espressione di Guido Pella. Già vincitore al Torneo dell'Avvenire e al Trofeo Bonfiglio, il 27enne di Bahia Blanca si è aggiudicato la dodicesima edizione dell'ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (43.000€ + H, terra battuta). In finale, il connazionale Federico Delbonis è stato costretto al ritiro per un problema alla gamba destra quando il match era già ben indirizzato a favore di Pella. Si giocava da circa un'ora quando, sul punteggio di 6-2 2-1, Delbonis ha alzato bandiera bianca. Un vero peccato per i circa 400 spettatori che hanno gremito il Campo Centrale dell'ASPRIA Harbour Club. I due si conoscono bene, sin da ragazzini, e i primi punti hanno evidenziato un pizzico di tensione. Era Pella a uscire meglio dai blocchi, trovando il break già al primo game. Delbonis aveva la grande occasione sull'1-2, quando si procurava un paio di palle break. Sulla prima, in particolare, recrimina per un rovescio sparato in rete dopo aver dominato lo scambio e costretto l'avversario sulla difensiva. Sulla seconda era bravo Pella, che sullo slancio volava prima 4-1 e poi 6-2. Un break in avvio di secondo set indirizzava definitivamente la sfida, poi sul 2-0 Delbonis chiedeva l'intervento del fisioterapista per farsi curare alla gamba destra, la stessa che lo ha costretto a quasi due mesi di stop tra aprile e maggio. Rientrava in campo, teneva un turno di servizio ma poi sceglieva di ritirarsi. A parte l'ovvia delusione per il ritiro dell'avversario, Pella era il ritratto della felicità. Con gli 80 punti conquistati a Milano, tornerà tra i top-100 ATP. “I grandi momenti in questa città vanno avanti – ha detto Pella, sostenuto anche dalla sorella Catalina, giocatrice WTA – va così sin da quando avevo 16 anni. Sono molto contento, ho giocato bene per tutto il torneo. Ho impiegato un po' a carburare nei primi turni, ma dai quarti in poi ho giocato veramente bene”.
FINALE TRA AMICI
Il 27enne di Bahia Blanca non era al corrente del problema fisico di Delbonis: “E' stata una sorpresa anche per me. Sapevo che poteva essere un po' stanco perché la scorsa settimana aveva vinto a Todi e qui faceva molto caldo, quindi aveva speso tante energie. Pensavo di stare meglio di lui dal punto di vista fisico, arrivavo direttamente da Buenos Aires, allora ho cercato di giocare punti lunghi e farlo correre. Per fortuna ce l'ho fatta, anche se non è mai bello vincere così”. A maggior ragione se l'avversario è un compagno di Coppa Davis, nonché un amico vero. “Vi assicuro che è molto difficile giocare contro 'Fede' – continua Pella – abbiamo la stessa età, ci conosciamo sin da quando abbiamo 12 anni, io sono stato a casa sua, lui è stato a casa mia, siamo davvero grandi amici. Non è bello affrontarlo, però siamo entrambi tennisti, abbiamo un ranking simile…per fortuna ci siamo affrontati in finale”. Assimilata la sbornia dopo il successo in Coppa Davis, costata molte energie mentali ai giocatori argentini, adesso Pella rilancia la sua carriera. Milano gli darà una bella spinta: “Vincere è sempre bello, soprattutto in un Challenger difficile come questo: c'erano grandi giocatori come Robredo, Delbonis, Cecchinato…gente che ha avuto un ottimo ranking e con grande esperienza. Averlo vinto mi trasmette grande fiducia per i prossimi tornei. E poi avevo bisogno di punti per risalire la china in classifica”.
PERCORSI GIUSTI
Adesso Pella si sposterà in Germania per giocare due Challenger sulla terra battuta, a Marburg e Braunschweig, dopodiché andrà negli Stati Uniti per le tappe ATP di Atlanta e Washington, dove è entrato direttamente in tabellone. A dargli ottimismo, un top-coach come Gustavo Marcaccio, l'uomo che aveva portato Juan Monaco tra i top-10. “L'ingaggio di 'Machi' è stata una delle cose migliori fatte nella mia carriera. Sapevo che era una bella scommessa, perché in quel momento non avevo una classifica così buona per un allenatore di così alto livello, ma mi sono detto: 'Se non lo faccio adesso, non lo faccio mai più'. Ho provato e stiamo facendo un grande lavoro. L'anno scorso non sono cresciuto tanto in classifica perché la Coppa Davis ci ha tolto tante energie, però adesso i risultati sono buoni: finale ATP a Monaco di Baviera, qualificazione al Roland Garros, adesso questa vittoria….bisogna migliorare, ma stiamo facendo un buon percorso”. Anche l'ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS conferma che il percorso intrapreso è quello giusto. La dodicesima edizione è stata la migliore di sempre, sia per il campo di partecipazione che per l'affluenza di pubblico, davvero notevole negli ultimi due giorni di gara (dove peraltro si pagava il biglietto). Segno che i milanesi hanno compreso la qualità e la portata dell'evento. Nel corso della settimana, il nome dell'ASPRIA Tennis Cup è circolato in tutto il mondo grazie alla partecipazione di Paolo Maldini. Il clamore mediatico portato dall'ex capitano del Milan avrà fatto invidia a tanti tornei del circuito maggiore. Il direttore del torneo Massimo Lacarbonara e il direttore organizzativo Carlo Alagna non potevano chiedere di meglio, così come i tanti sponsor di prestigio che hanno legato il loro nome al torneo. Il torneo, tra l'altro, ha confermato la sua vocazione alla solidarietà: durante il torneo si è svolta una cena benefica dove sono stati raccolti 5.700 euro che saranno devoluti alla Fondazione Telethon per la ricerca sulla malattie genetiche rare. ASPRIA Tennis Cup, dunque, si è confermata vincente sia dentro che fuori dal campo.
ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (43.000€ + H, terra battuta)
Finale Singolare
Guido Pella (ARGENTINA) b. Federico Delbonis (ARGENTINA) 6-2 2-1 ritiro