Dodici mesi dopo la cavalcata londinese che ha fatto circolare il suo nome in tutto il mondo, Marcus Willis sta vivendo un altro sogno dentro ai cancelli dell’All England Club. Insieme al diciottenne Jay Clarke ha conquistato gli ottavi in doppio, battendo in cinque set i campioni in carica Herbert/Mahut e facendo impazzire il pubblico inglese.Ormai è chiaro che ci sia qualcosa che, per un motivo o per un altro, ha deciso di legare il faccione di Marcus Willis al torneo di Wimbledon. Nel 2016 ci fu la favola che lo portò dal ritiro – con in tasca un biglietto per andare a lavorare come maestro negli Stati Uniti – alla sfida contro Roger Federer sul Centre Court, dopo che Jennifer Bate, una ragazza conosciuta dividendo un taxi di ritorno da un concerto di Ellie Goulding, lo spronò a provarci di nuovo col tennis, cambiandogli la vita e facendolo conoscere agli appassionati di tutto il mondo. Dodici mesi dopo, mentre quella ragazza è diventata sua moglie e madre della sua primogenita Martha, il 26enne di Slough sta vivendo un altro piccolo sogno, di nuovo voluto dal caso. È bastato ricevere un sms, qualche settimana fa: Ti piacerebbe giocare il doppio con Jay?”. Jay sarebbe Jay Clarke, il miglior giovane del Regno Unito, già numero 360 del mondo a 18 anni. A chiederlo era Jasmin, sorella dello stesso Clarke, rimasta affascinata come tanti dalla storia di “Willbomb”. Marcus ha accettato e oggi è di nuovo su tutti i giornali del Regno Unito in qualità di doppista, perché malgrado nei primi due tornei i due non siano riusciti ad entrare (“che grande inizio”, ha scherzato Willis) dall’All England Lawn Tennis and Croquet Club è arrivata una wild card per il tabellone di doppio, e al loro secondo torneo di sempre in coppia i due l’hanno combinata grossa. All’esordio hanno rimontato due set di svantaggio a Donaldson/Nedunchezhiyan, vincendo un fondamentale tie-break nel terzo set, e nella serata di sabato le urla più forti non provenivano dal Centre Court per le prodezze di Roger Federer, ma dal Campo 3, dove al termine di un match elettrizzante la strana coppia nata su Whatsapp ha battuto per 3-6 6-1 7-6 5-7 6-3 niente meno che i campioni in carica Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut. “CI ASPETTAVAMO UNA SCONFITTA, ANCHE SE…”
I propositi di Willis di rilanciare seriamente la sua carriera, ripetuti un sacco di volte durante e dopo la cavalcata del 2016, non sono mai stati del tutto rispettati, visto che nell’ultimo anno il britannico ha giocato appena una decina di tornei, dovendo dedicare anche tempo al matrimonio, alla nascita della figlia e a un’ernia che l’ha tenuto a lungo ai box. A fine 2016 si era presentato all’ATP di Vienna in condizioni fisiche strepitose, mentre a Wimbledon è apparso di nuovo in sovrappeso, forse addirittura più che nel 2016. Non è riuscito a qualificarsi di nuovo per il main draw, perdendo al turno finale delle qualificazioni proprio come Clarke, che alla sua prima volta a Wimbledon era avanti due set a zero contro la futura sorpresa del torneo Sebastian Ofner, e ha masticato amaro vedendo l’austriaco arrivare al terzo turno. Tuttavia, insieme stanno sfruttando alla grande la chance guadagnata in doppio, ripagando tutta l’attenzione ricevuta da Willis nelle settimane prima del torneo. I loro sogni di gloria parevano tramontati quando sul 5-4 del quarto set hanno mancato tre match-point consecutivi sul servizio di Herbert, bravissimo a servire cinque prime di fila. Hanno accusato il colpo, e un parziale di 13 punti a 2 gli è costato il quarto set, ma ne avevano ancora. Sono subito volati sul 3-0 al quinto, non hanno concesso più nulla e un ace di Willis ha sigillato l’impresa, facendo esplodere il pubblico britannico che li ha trascinati per tre ore e un quarto. “Sinceramente non so bene cosa dire – ha spiegato Willis –: ci aspettavamo una sconfitta, ma sapevamo che servendo bene potevamo avere qualche chance. Abbiamo giocato alla grande, ci siamo presi dei rischi e ce l’abbiamo fatta”. Il doppio non è il singolare, quindi l’impresa vale meno e ha (giustamente) meno risonanza, ma proprio per lo stesso motivo i due possono permettersi il lusso di non porsi limiti. Di coppie imbattibili non ce ne sono, mentre c'è una magia che suggerisce di sognare in grande. Non costa nulla.