Quello tra Benoit Paire e Andy Murray era tra i match più attesi del Manic Monday. Da una parte il francese che, pur pensando il peggio possibile dell'erba, è arrivato al quarto turno sciorinando al meglio il suo immenso talento. L'esibizione messa in piedi contro il malcapitato Janowicz era stata davvero impressionante per qualità e solidità. Dall'altra l'idolo di casa, reduce da mesi sofferti, con molta infamia e pochissima lode, e ancora ben lontano dal dimostrare di essere davvero il numero 1 al mondo. Nel bene e nel male, due giocatori che fanno della testa la loro arma e tallone d'Achille assieme. In fondo basta guardare le statistiche, per venire a capo della trama di questo match. Ad uscirne vincitore è Murray. Ma quanta fatica, quanta sofferenza. E quanta grazia ricevuta da un avversario che, pur sconfitto per tre set a zero (7-6 6-4 6-4), avrebbe potuto portarla a casa. Nessun paradosso: 50 vincenti con il contraltare, spaventoso, di 44 errori non forzati. 9 aces e 10 doppi falli. Bastano ed avanzano questi numeri, a Benoit, per mandare all'aria un match altrimenti che avrebbe potuto giocarsi quantomeno alla pari. Lo scozzese? Tanta volontà, quella che mai gli è mancata e mai gli mancherà. E soprattutto il minimo degli errori. Otto in totale e quattro nei primi due set, tirati per i capelli ma fondamentali per non lasciare anzitempo la strada per la finale. Ma la dimostrazione, evidente, di essere ben lontano dalla forma ottimale.
MURRAY, COSI' NON BASTA
Uno scozzese che non spinge, non accelera, che subisce e si limita ad aspettare gli errori, piovuti come la manna dal cielo, dell'avversario. La cronaca dell'incontro si può limitare al primo dei tre set. Paire scende in campo convinto, ancora cavalcando la nuvola dei giorni passati. Riesce ad andare, complice un Murray tra l'indolente e l'apatico, per ben due volte avanti di un break. Ma non se ne fa nulla. Il francese sembra quasi infastidito da tanta grazia ricevuta, rischia di non arrivare nemmeno al tie-break e poi finisce per perderlo a zero, staccando completamente la testa. Ultimo afflato di vita, per Benoit, il controbreak ottenuto nel sesto gioco del secondo set, regalando le solite giocate come non ci fosse un domani. Ma proprio non se ne vuole render conto che il match si può e si deve riaprire. Dall'altra parte della rete Andy si limita a urlare contro il cielo e il suo angolo. Paire, quasi fosse intenerito, gli regala il nono gioco. E non riesce proprio, nonostante quattro palle break a disposizione, a togliere la soddisfazione del secondo set allo scozzese. E, in definitiva, a concedergli il match. Quarti di finale, quindi, per Murray, dove troverà Sam Querrey. Molto meno talento ma forse molta più testa. E c'è bisogno di alzare almeno un minimo il livello di gioco: in queste condizioni, la finale, è ben più di una chimera.
WIMBLEDON 2017 – Ottavi di Finale
Andy Murray (GBR) b. Benoit Paire (FRA) 7-6 6-4 6-4