In un periodo di carestia, arriva una potenziale notizia-bomba per il tennis svedese: Robin Soderling, che ha annunciato il ritiro a fine 2015 (ma non giocava da quattro anni prima), ha iniziato ad allenare il 21enne di origini etiopi Elias Ymer. Molto promettente da junior, sembrava pronto a sfondare già un paio d’anni fa, invece si è arenato fuori dai primi 100. Che sia la mossa giusta per esplodere?Gli è bastato mettere piede al Challenger di Bastad, nella stessa città dove nel 2011 ha giocato e vinto quello che – si è scoperto qualche anno dopo – sarebbe rimasto l’ultimo torneo ATP della sua carriera, e Robin Soderling è diventato immediatamente l’attrazione principale del torneo. Per il tennis svedese, decaduto malamente dopo i miracoli degli anni d’oro con Borg, Edberg, Wilander e tanti altri campioni, le ultime ore hanno svelato una notizia molto importante: l’ex numero 4 del mondo, ultimo giocatore del Paese in grado di ottenere risultati di alto livello, sta lavorando al fianco di Elias Ymer, il ventunenne sul quale la Svezia puntava tantissimo per la rinascita del movimento. Figlio di etiopi migrati al nord, e scovato da Magnus Norman da piccolissimo, è stato numero cinque del mondo da under 18 e fra i “pro” era partito forte, sotto la guida prima del team dello stesso Norman (per un periodo anche dell’italiano Gianluca Marchiori) e poi dello spagnolo Galo Blanco. Il percorso iniziato sembrava dovesse portarlo molto in alto e anche abbastanza rapidamente, invece il suo bottino attuale parla di soli due titoli Challenger (entrambi in Italia, a Caltanissetta e Barletta) e di un best ranking al numero 118 del mondo. Dopo averlo raggiunto Elias ha iniziato una preoccupante involuzione, tecnica e di risultati, entrando in una spirale negativa che l’ha portato indietro fino all’attuale numero 269 del ranking ATP. È comunque il numero uno di Svezia, il che la dice lunga sul valore medio del tennis nel Paese, ma nella classifica delle aspettative degli appassionati è stato superato addirittura dal fratello minore Mikael, di due anni più giovane, finalista nel 2015 a Wimbledon juniores.SODERLING TORNA IN PISTA, 18 MESI DOPO
Una situazione che non ha fatto bene al suo morale, già minato da troppe sconfitte, ma che potrebbe tornargli utile per lavorare sottotraccia nei prossimi mesi, insieme a un coach d’eccezione trovato dopo un lungo periodo trascorso senza accompagnatore. L’ufficialità della collaborazione è arrivata dallo stesso Soderling, con una foto postata su Instagram dopo la vittoria che ha promosso Ymer al secondo turno del Challenger, accompagnata dalla frase “ancora imbattuti”. Non è più così, visto che Elias ha perso oggi contro Dusan Lajovic, ma alla prima con Soderling ha comunque centrato un quarto di finale raggiunto solamente altre due volte nel corso dell’anno. Interpellato da media, Soderling si è limitato a dire che sta allenando Ymer e nulla di più, tanto che si è parlato solamente di una collaborazione part-time. Secondo i più informati, invece, i due starebbero lavorando insieme da oltre un mese, e la collaborazione è destinata a continuare. Sarebbe il primo incarico da coach di Soderling, che ha interrotto la carriera nel 2011 a causa di una preoccupante forma di mononucleosi. Ha provato in tutti i modi a tornare, dedicandosi nel frattempo allo sviluppo di una linea di palline da tennis (utilizzate anche in un paio di tornei ATP) e di un modello di corde, ma il suo corpo non ne ha voluto sapere e a fine 2015 l’ha obbligato ad annunciare l’addio definitivo al tennis giocato. Un anno e mezzo dopo eccolo di nuovo in pista: stanco di vedere il suo caro tennis svedese sempre più lontano dalla geografia del tennis che conta, ha deciso di mettersi in gioco in prima persona. Per quanto? Ancora non si sa. Ma la notizia resta, e pare un gran bel modo per farsi perdonare un ritiro prematuro ancora avvolto da un alone di mistero.
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