Grazie alle risorse del Grand Slam Development Fund, l’ITF ha lanciato un nuovo progetto che aiuterà sei tennisti che hanno scelto la strada del college. Hanno formato un team maschile e uno femminile, con i rispettivi coach che a costo zero (e con tutte le spese pagate) accompagneranno i giovani nei tornei internazionali negli States.Il progetto è già scattato da un paio di settimane, ma la coincidenza temporale dell’ufficialità fa sorridere, perché da esattamente ragione al nuovo progetto targato ITF. All’indomani di una domenica che ha visto arrivare in finale a livello ATP John Isner (vincitore ad Atlanta) e Yannick Hanfmann (battuta a Gstaad), due giocatori che si sono buttati nel mondo “pro” dopo aver frequentato per anni il college negli Stati Uniti, l’International Tennis Federation ha comunicato la nascita di un nuovo progetto in sinergia fra ITF e Grand Slam Development Fund, rivolto proprio ai giocatori che scelgono la strada del college negli Stati Uniti, una delle poche via che permettono di mantenere un’attività agonistica di altissimo livello pur senza rinunciare agli studi. I casi di Isner, Johnson, lo stesso Hanfmann e tanti altri dimostrano che si può diventare ottimi giocatori anche dopo aver terminato l’università, tenendosi in allenamento con le gare NCAA tra i vari campus degli Stati Uniti. Tuttavia, la situazione non è sempre rose e fiori, e non tutti i giocatori hanno la possibilità di investire per disputare i primi tornei internazionali. Proprio per questo, dando continuità alla strategia di investire i soldi del fondo – ricavato da una parte degli introiti dei quattro Major – nato per finanziare progetti nelle Federazioni dei paesi più poveri, l’ITF ha deciso di contribuire economicamente all’attività di sei giovani promettenti tra i 20 e i 22 anni, selezionati nei vari college degli Stati Uniti. Si tratta di quattro uomini, Gustav Hansson (Svezia), Alexandru Gozun (Macedonia), Aziz Dougaz (Tunisia) e Guy Orly Iradukunda (Burundi), e due donne, le neozelandesi Erin Routliffe e Paige Houringan.DOUGAZ E IRADKUNDA: PROGETTO VINCENTE
Partendo da un meeting conoscitivo e di allenamento svolto dal 14 al 16 luglio in Illinois, l’ITF ha formato un team maschile e uno femminile, con i rispettivi coach che nel corso dell’estate – quando i college si fermano per la pausa estiva – accompagneranno i giocatori nei tornei internazionali negli Stati Uniti. Tutte le spese saranno totalmente a carico dell’ITF, dai viaggi ai pernottamenti, i pasti, i trasporti, le tasse di iscrizione ai tornei e ovviamente lo stipendio dei due coach, Kieron Vorster per i quattro ragazzi e Roberta Burzagli per le due ragazze. Il progetto è già scattato: gli uomini hanno disputato due tornei Futures da 25.000 dollari di montepremi a Champaign, e proseguirà con altri due appuntamenti di pari categoria sempre nell’Illinois. Le ragazze, invece, si sono allenate insieme in California per preparare l’ITF da 60.000 dollari di Lexington, in corso in questa settimana, e quello successivo di Landisville. Hansson, Dougaz, Iradkunda e Routliffe hanno tutti trascorsi fra i primi 100 della classifica mondiale under 18, criterio tenuto in forte considerazione dall’ITF. La più forte del gruppo è stata la Routliffe, 22 anni da Auckland, già fra le prime 20 da juniores con partecipazioni a tutti i tornei under 18 del Grande Slam, e poi arrivata fra le prime 600 WTA a soli 17 anni, prima di optare per il college. Curioso che nel progetto siano entrati anche Dougaz (869 ATP) e Iradukunda, primo sportivo del Burundi a disputare i Giochi Olimpici giovanili nel 2014. Da giovani, entrambi avevano ricevuto aiuti tramite il Grand Slam Development Fund, senza il quale magari non sarebbero mai riusciti a guadagnarsi una borsa di studio per il college negli Stati Uniti. Non poteva esserci dimostrazione migliore della validità del progetto.
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