Quando Boris Becker ha vinto Wimbledon da 17enne, Rino Tommasi sostenne che da quel momento le competizioni giovanili non avessero più ragione di esistere. Probabilmente aveva ragione, anche se con il passare del tempo sono cambiate tante cose, a partire dall'età media dei top-100. E il valore dei successi da junior – si sa – non è così indicativo in vista della carriera professionistica. A livello mainstream se ne parla poco (nulla?): tuttavia, albo d'oro alla mano, una delle competizioni più credibili tra i ragazzini, forse anche più degli Slam, sono i campionati europei: li giocano gli Under 14, gli Under 16 e gli Under 18. L'edizione 2017 è terminata nei giorni scorsi e ha dato verdetti interessanti. Prima di addentrarci nei risultati, vale la pena ricordare alcuni vincitori del passato: Ivan Lendl, Mats Wilander, Karel Novacek, Conchita Martinez, Alberto Berasategui, Albert Costa, Carlos Moyà, Martina Hingis, Sebastien Grosjean, Robin Soderling e Carla Suarez Navarro. Ci siamo limitati ai futuri top-10 e ai Campionati Under 18, altrimenti la lista sarebbe ben più lunga. Il campionato più importante, riservato ai 18enni, è andato all'ungherese Zsombor Piros, già vincitore dell'Australian Open. Con un tennis completo a tutto campo, in finale ha superato il favorito francese Corentin Moutet con il punteggio di 6-4 7-5. “E' una grande vittoria per me” ha detto il primo ungherese di sempre a vincere questo torneo. I campionati Under 18 si giocano a Klosters, in Svizzera, da oltre 20 anni. Anche il torneo femminile, andato alla slovena Kaja Juvan, uscita da una dura finale contro l'ucraina Marta Kostyuk, che pure ha dato battaglia fino all'ultimo, recuperando da 2-5 a 4-5 nel terzo set prima di arrendersi col punteggio di 6-3 1-6 6-4.
TRE AZZURRI IN SEMIFINALE
I campionati Under 16 si sono giocati a Mosca, in Russia: tra i maschietti si è imposto il favorito della vigilia, il padrone di casa Timofey Skatov, che non ha avuto problemi nela finale contro il rumeno Dica, superato con un netto 6-3 6-1. Tra le donne, successo per la polacca Maja Chwalinska, che in finale si è imposta sulla svedese Henneman con il punteggio di 7-6 6-0. Stessa storia a Most, in Repubblica Ceca, dove si è completato il dominio dei baby atleti dell'est europeo, vincitori anche nella competizione Under 14: tra i super-baby si sono imposti il danese (ma con origine ) Holger Vitus Nodvskov Rune e l'ucraina Dasha Lopatatskaya. Curiosità: tra i ragazzini, era in tabellone anche Leo Borg (nella foto a sinistra, ndr). Proprio lui, il figlio di Bjorn, eliminato negli ottavi. E l'Italia? Nel complesso è andata piuttosto bene: in tre delle sei competizioni (dove, è bene ricordarlo, i tabelloni sono a 128 posti), abbiamo piazzato un elemento in semifinale: Francesco Forti tra gli Under 18, Elisabetta Cocciaretto tra le Under 16 (da tempo, Corrado Barazzutti dice un gran bene di questa ragazza) e Luca Nardi tra gli Under 14. E' un bottino discreto che va preso per quello che è: si tratta di tappe di passaggio verso il tennis che conta, e non è detto che i giocatori appena menzionati facciano meglio di chi ha perso prima: l'allusione è all'Under 16 maschile e all'Under 18 femminile, unici tabelloni dove i nostri non sono andati oltre il terzo turno (Furlanetto e Vianello guidati da Martin Pereyra, Pieri e Piccinetti seguite da Giorgio Galimberti). Può essere moderatamente soddisfatto Antonio Rubino, al seguito delle ragazze Under 14, entrambe giunte nei quarti di finale: Lisa Pigato e Matilde Paoletti. Difficile trarre una morale da questi risultati: semmai, qualche indicazione: se è vero che l'immediato sarà duro, soprattutto in campo femminile, tra gli Under abbiamo qualche nome su cui puntare. Con diverse modalità e tempistiche, i vari Forti, Pieri, Cocciaretto, Nardi, Pigato e altri ancora sono elementi con basi tecniche interessanti. Insomma, meglio averli che non averli. Ovviamente, il difficile comincia adesso.