I quattro tornei giocati nel 2017 hanno alimentato qualche dubbio su come potrà essere la seconda carriera di Maria Sharapova. Un paio di ritiri per problemi fisici fanno pensare che i tempi d'oro siano alle spalle, e che comunque sarà più dura del previsto. Ma c'è qualcosa in cui Masha è insuperabile: l'autopromozione di se stessa. Manca un mese all'uscita di “Unstoppable: My Life So Far”, l'autobiografia scritta durante i quindici mesi di stop, ed è già tempo delle prime indiscrezioni. Per accendere la curiosità degli appassionati, ha scelto People Magazine per rivelare alcuni contenuti. In particolare, si è soffermata sul complesso rapporto con Serena Williams. Nel libro si parla della finale di Wimbledon 2004, quando una 17enne Sharapova batté la strafavorita Serena. Dopo la partita, racconta Masha, le due si sono incrociate negli spogliatoi e la russa ha sorpreso Serena in lacrime. A suo dire, quella scena ha motivato Serena a non perdere mai più contro la nuova rivale. Inoltre, per sentito dire, avrebbe appreso che Serena l'avrebbe definita “str….”, e che contro di lei non avrebbe mai e poi mai più voluto perdere. In effetti, dopo la finale del Masters di quell'anno (dove però Serena giocò il terzo set da zoppa), l'americana ha dato concretezza ai suoi propositi. “Io e Serena dovremmo essere amiche, abbiamo la stessa passione. Però non le siamo. Penso che, in una certa misura, ci siamo spinte l'una con l'altra. Forse è quello che serve. Solo quando hai quel forte antagonismo puoi trovare la forza necessaria. Chissà: forse, un giorno, quando il tennis sarà il nostro passato, potremmo diventare amiche”.
"ECCO PERCHE' NON L'HO PIU' BATTUTA"
Masha è poi tornata sulle immagini di quel luglio 2004, sul Centre Court. “Quando la partita è finita, Serena mi ha abbracciato, mi ha detto 'good job' e ha sorriso. Ma dentro di sé non stava sorridendo”. Al rientro negli spogliatoi, con il Rosewater Dish tra le braccia, la Sharapova ha sentito singhiozzare. “Sono uscita il più velocemente possibile, ma lei sapeva che ero lì. La gente si chiede spesso perché ho avuto così tanti problemi contro di lei. Il mio record è di 2 vittorie e 19 sconfitte. Per me, la risposta è quell'episodio nello spogliatoio di Wimbledon. Credo che mi abbia odiato per essere quella ragazza magra che l'ha battuta, contro ogni pronostico, a Wimbledon. E credo che mi abbia odiato ancora di più per averla sentita piangere. Poco dopo quel torneo, Serena ha detto a un amico – che poi mi ha riferito – 'non perderò mai più contro quella piccola stronz…'”. Parlando della sospensione per doping, la famosa vicenda del meldonium, la russa ha scritto che è la cosa più dura che un'atleta possa attraversare. Ancora oggi, esiste una corrente di pensiero secondo cui ha usato il meldonium con lo scopo di migliorare le prestazioni sportive. Ovviamente, Masha resta sulle sue posizioni: il farmaco le sarebbe stato prescritto da un medico e avrebbe smesso di prenderlo n tempo se solo l'avessero avvisata del nuovo status di sostanza proibita. Come lei, altri 60 atleti di varie discipline sono risultati positivi al meldonium. “Vincere è bello, ma ho apprezzato il processo che mi ha riportato a giocare un torneo. Ho imparato ad apprezzare la routine prima di una partita e piccole cose che solitamente sono automatiche”. Parlando di “Unstoppable”, Masha ha spiegato che le ha dato una mano in un momento difficile. “Mettere le parole su carta è stato un grande aiuto, anche se non conosco molte persone forti che abbiano avuto un passato semplice”. Come detto, il libro uscirà il 12 settembre, subito dopo lo Us Open, e sono già note le prime date delle presentazioni, dove sarà possibile acquistarlo e farsi autografare una copia. Il 12 e il 13 settembre a New York, il 14 a Columbus (Ohio), e il 15 a Los Angeles. Non è difficile ipotizzare che sarà un notevole successo editoriale.