Una frattura da stress alla mano destra ha bloccato Samantha Stosur per quasi tre mesi. Tornerà a New Haven e poi giocherà il suo 14esimo Us Open, laddove sei anni fa si è consacrata tra le grandi. Forte di un notevole serenità, spera di poter emulare la longevità di Federer o delle sorelle Williams.

Sei anni fa le avevano addirittura consegnato le chiavi di Gold Coast, sua città natale. Quando perse la finale del Roland Garros 2010 contro Francesca Schiavone, probabilmente Samantha Stosur aveva riposto in soffitta la speranza di vincere uno Slam (almeno in singolare). Invece si è presa lo Us Open 2011, la vittoria della normalità contro la furia, al termine di una finale dominata contro Serena Williams (che litigò furiosamente con l'arbitro Eva Asderaki per un 'hindrance' chiamata su un punto importante). Oggi la Stosur ha 33 anni e spera di giocare ancora un paio d'anni con la dovuta serenità. Tornerà appena in tempo per il suo Slam del cuore dopo aver perso quasi tre mesi a causa di un brutto (e doloroso) infortunio, una frattura da stress con tanto di strappo muscolare alla mano destra. Non l'avesse patita, chissà cosa ci avrebbe raccontato il Roland Garros. Già, perché “Sammy” veniva da otto vittorie consecutive e ha perso negli ottavi, al fotofinish, con la futura vincitrice Jelena Ostapenko. Da allora si è rifugiata a casa, nel tentativo di recuperare e ricaricare le batterie di un corpo che le ha già dato parecchi problemi. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: ottima doppista, dopo essersi ripresa dalla malattia di Lyme, decise di provarci seriamente col singolare. Senza quel problema, non sarebbe diventata la giocatrice che conosciamo. Nei prossimi giorni giocherà a New Haven, dopodiché parteciperà al suo 14esimo Us Open. “Se sarò a New York e potrò giocare sarà già una vittoria, tenendo conto di quello che ho dovuto passare – racconta l'australiana – ma spero di essere tra quelle giocatrici che traggono beneficio da uno stop e tornano fresche e motivate”.

LE SENSAZIONI PROVATE A PARIGI
In fondo c'è stato un caso molto recente: Roger Federer. “Non so se posso paragonarmi a Roger, ma se ti applichi con impegno, sai cosa devi fare e hai ancora il giusto desiderio, mi piacerebbe tornare ai piani alti. O almeno fare tutto quello che mi è possibile”. Attualmente numero 43 WTA, la Stosur riparte dallo slancio positivo che le stava regalando la terra battuta, dove peraltro aveva conquistato il nono titolo in carriera a Strasburgo. La storia dice che può fare ottime cose anche sul cemento americano, ma quest'anno le ambizioni saranno giocoforza inferiori. Giunti a una certa età, è lecito domandarsi quanta strada resti da fare. La Stosur lo ha fatto in gennaio, dopo l'ennesima delusione all'Australian Open. “Ma io ho sempre amato giocare, allora spero di avere ancora qualche chance per provare a essere un fattore”. Insomma, andrà avanti fino a quando le piacerà farlo, a patto che il rendimento sia soddisfacente. Un po' come Serena Williams e le sue bellicose dichiarazioni di qualche giorno fa. “Vorrei vincere almeno un altro torneo e mi piacerebbe avere un bel percorso in un torneo del Grande Slam. Non accadeva da un bel po', poi al Roland Garros ho avuto la sensazione di poter fare ancora qualcosa di buono. E se ci sarà ancora una possibilità, penso che valga la pena andare avanti”. A parte le inevitabili e legittime speranze, ci si domanda se Samantha Stosur sia contenta della carriera che ha vissuto. “Sì, ne sono molto felice – dice sicura – pensi sempre a una partita persa o a un traguardo non raggiunto, ma con tutto quello che ho ottenuto sono molto felice e soddisfatta della mia carriera”. E senza nulla da perdere, con il suo temibile servizio in kick, chissà che non possa sorprenderci già allo Us Open. In fondo ce l'ha già fatta…