Mostrando un'impressionante condizione fisica, Steven Diez elimina Matteo Donati dal Trofeo Dimmidisì di Manerbio. “È un momento difficile per entrambi, ma Matteo saprà risalire. Vi spiego come mai sono così calato in classifica”. (Foto di Felice Calabrò)

MANERBIO – Con due gambe instancabili, Steven Diez ha costretto Matteo Donati ad andare fuori giri. Si può riassumere così il match clou di giornata al Trofeo Dimmidisì di Manerbio (43.000€, terra battuta). È stato un lunedì agrodolce per l'Italia: super nelle qualificazioni, negativa nel main draw. Poteva salvare il bilancio Donati, che peraltro dodici mesi fa aveva raggiunto una bella semifinale, persa al fotofinish contro Leonardo Mayer. Pur giocando discretamente, l'alessandrino si è arreso al canadese di Spagna. Già, perché Diez rappresenta il paese della Foglia d'Acero ma è spagnolo a tutti gli effetti: è nato a Toronto da genitori spagnoli, poi all'età di 6 anni è tornato in Europa, dove risiede e si allena ancora oggi. Qualche anno fa, tuttavia, Tennis Canada lo ha contattato per giocare in Coppa Davis e lui ha accettato. “Da allora, tuttavia, sono cambiate tante cose – racconta – in Canada sono cresciuti tanti ottimi giocatori e non sono più stato convocato, ma nel tennis non si sa mai. Io spero di tornare a giocare in Davis”.

QUELLE PALLE BREAK MANCATE
Nel frattempo ha dato un dispiacere al pubblico di Manerbio con una prestazione notevole, un 6-3 4-6 6-1 che rispecchia abbastanza fedelmente i valori espressi. Un break a testa ha sancito i primi due set, mentre nel terzo si è deciso tutto sul 2-0, quando Donati ha avuto quattro palle break per rimettere in piedi la partita. Nel momento del bisogno, Diez ha mostrato una condizione atletica impressionante, rimandando di tutto e di più, spingendo Donati alla rassegnazione agonistica. “I primi due set sono stati un po' strani – racconta il canadese – lui ha iniziato meglio, ma io ho trovato il break e ho portato a casa il primo set. Nel secondo è successo il contrario: giocavo meglio io, ma lui ha giocato un bel game ed è scappato via. Nel terzo ho vinto quel game di 10 minuti e da lì in poi è stato tutto più facile. Quando il punteggio è a tuo favore, hai il vento in poppa”. D'altra parte, nei tornei Challenger è così: estremo equilibrio, tante partite impronosticabili. “Ci equivaliamo tutti, pochi punti fanno la differenza. Magari una settimana vinci e quella dopo perdi facilmente, con lo stesso giocatore”.

AMMAZZARSI” PER 5 PUNTI ATP
Non è un buon momento per Donati, accompagnato a Manerbio da coach Massimo Puci. Sceso al numero 361 ATP, quest'anno ha saltato un paio di mesi per un problema alla schiena e ha vinto soltanto dodici partite. Come migliori risultati, i quarti a Francavilla e a Vicenza. “Se conoscessi i suoi punti deboli avrei vinto 6-2 6-2 – scherza Diez – la verità è che è un ragazzo alto, potremmo pensare che la mobilità sia il suo punto debole, ma in realtà non si muove male. È giovane, possiede un gran dritto e un servizio in kick molto insidioso”. A ben vedere, anche Diez non sta vivendo la sua migliore stagione. L'anno scorso vinceva la sua prima partita nel circuito ATP, al Masters 1000 di Toronto, e si accomodava al numero 162 ATP. Pure lui, adesso, è fuori dai top-300. “Ho avuto più o meno le stesse difficoltà di Donati. Ho iniziato la stagione con il mio best ranking, e anche lui era messo meglio. Abbiamo giocato spesso gli stessi tornei. Il problema è che molti Challenger a inizio anno sono spariti, soprattutto in Sudamerica. Per chi preferisce la terra battuta è stato un bel problema. Ci siamo ritrovati a giocare i tornei in Europa e ammazzarci per conquistare cinque punti ATP. Magari giocavo bene, ma perdevo. D'estate ci sono tornei più 'facili' e magari, con qualche vittoria in più, arriva la fiducia. Nel tennis ci sono dinamiche strane, può capitare di vincere più partite quando giochi maluccio". Ma lui, questa partita, l'ha giocata davvero bene.