Per la prima volta, il mitico Vogue Magazine dedica un articolo a volti nuovi del tennis. Il passaporto per la notorietà mainstream è arrivato per Alexander Zverev e Dominic Thiem. Nonostante quattro anni di differenza, la loro crescita viaggia su binari paralleli. Secondo la nota rivista americana, hanno la classe giusta.

25 anni fa, gli 883 sostenevano che “le facce di Vogue sono miti per noi”. Per questo, ogni scelta della mitica rivista americana ha un certo valore. Fa tendenza, è un conferimento di status. Per la prima volta, Vogue ha ospitato due volti nuovi del tennis. Non più le leggende, ma due ragazzi giovani, amici tra loro, facce nuove. Espressione di quella “Next Gen” tanto spinta dall'ATP rappresentata Alexander Zverev, poiché Dominic Thiem, con i suoi 24 anni, è già un fuori età. Ma i due, insieme, funzionano. Vanno bene sia per raccontare una storia che per l'occhio del fotografo. La loro gloria si è intrecciata a Roma, sui sacri campi del Foro Italico, dove l'austriaco ha battuto Rafa Nadal (certo, il maiorchino si sarebbe preso una sonora rivincita a Parigi…), e dove Zverev si è addirittura aggiudicato il titolo, battendo in finale nientemeno che Novak Djokovic. E allora, si domanda Vogue, siamo arrivati a un punto di rottura per nel tennis maschile? Zverev e Thiem sono buoni amici, parlano la stessa lingua, si sono conosciuti in giro per tornei e sono entrambi piuttosto attivi sui social network. Per adesso si sono affrontati cinque volte, con un bilancio di 4-1 per l'austriaco (aiutato dall'età). Vogue ipotizza una possibile rivalità tra i due, spingendo sulle differenze a livello stilistico. Oddio, Federer-Nadal era un'altra cosa, ma secondo Mischa Zverev, fratello minore di Sascha, questi due saranno più “creativi” rispetto all'ossessiva ricerca della perfezione che avevano cercato Novak Djokovic e Andy Murray. Quando Louisa Thomas, la cronista di Vogue, ha incontrato Zverev a Wimbledon, ha notato l'orologio Richard Mille al polso del tedesco. Il primo testimonial fu Rafael Nadal, il modello si vende alla modica cifra di 700.000 dollari.

“IL TENNIS HA BISOGNO DI LORO”
“Per molti anni sono stato l'ombra di mio fratello – racconta – forse stare con lui mi ha aiutato a sentirmi a mio agio con i più grandi”. Cresciuto seguendo anche hockey e calcio, è un grande fan dei Miami Heat di basket. Per adesso è single, dice di aver sempre avuto sfortuna con le ragazze. Sarà, anche se per qualche tempo si era vociferato di una buona amicizia con Kristina Mladenovic. Da perfetto robot-programmato-per-vincere, sta attento a quello che mangia, va a letto presto ed è astemio. Oltre a papà coach e, più recentemente, Juan Carlos Ferrero, può già permettersi di viaggiare con un fisioterapista e un preparatore atletico. Quest'ultimo, Jez Green, aveva radicalmente trasformato il fisico di Andy Murray. È sulla buona strada anche con Zverev. Sembra avere meno qualità Dominic Thiem, che però è arrivato prima e sembra meno “personaggio”. “Ho un carattere calmo”. Viene descritto come sempre concentrato, attento. I suoi hobby si limitano al calcio e ai romanzi gialli, meglio se scritti da autori scandinavi. Pur senza entrare nel dettaglio, anche Vogue cita i fasulli allenamenti che aveva millantato Sepp Resnik (corse di notte sui fiumi, tronchi portati sulla schiena). Ma d'altra parte era una storia troppo divertente. “Sono un po' stanco, l'anno scorso ho giocato troppo” ammette Thiem, autore di un 2016 a tutta birra. A Wimbledon, la loro avventura è terminata negli ottavi. Allo Us Open, saranno tra i favoriti (soprattutto Zverev, addirittura considerato il terzo favorito). Per il resto, l'articolo di Vogue si chiude dicendo che il tennis ha bisogno di loro. Può essere, ma attenzione a dare per morti i vecchietti, i Fab Four. Federer e Nadal sono ancora (molto) competitivi, mentre Djokovic e Murray daranno ancora molto, molto filo da torcere ai giovani rampanti. Però, adesso, c'è la benedizione di Vogue. E non è poco…