La magia di New York non basta a condurre la Vinci verso il miracolo contro Sloane Stephens: l'azzurra avrebbe meritato il primo set, ma la statunitense è superiore e può addirittura puntare a un ruolo da protagonista. Roberta cede 7-5 6-1 e raccoglie la quarta sconfitta all’esordio in altrettanti Slam. Scivolerà fuori dalle prime 80 del mondo, a 34 anni. Tutto lascia pensare che sia stato il suo ultimo Us Open.Come passa in fretta il tempo. Nel 2015 lo Us Open si dipingeva di un azzurro più vivo che mai, con la splendida finale tutta italiana Pennetta-Vinci, mentre solo due anni più tardi sono bastate appena sette ore di torneo per cancellare dal tabellone femminile due delle tre bandiere tricolori. Alla sconfitta di Camila Giorgi, alle prese con un’infiammazione al gomito destro che non le ha permesso di andare oltre il 6-3 6-4 contro la semifinalista di Wimbledon Magdalena Rybarikova, si è aggiunta quella di Roberta Vinci, al tappeto per 7-5 6-1 contro Sloane Stephens. Non è bastata nemmeno la magia di Flushing Meadows per dare una scossa al 2017 da dimenticare della tarantina, capace di vincere appena cinque incontri negli ultimi sei mesi. Lo scorso anno, unite a un buon tabellone, le memorie della sua favola newyorkese le avevano restituito buone sensazioni, guidandola verso un quarto di finale perfetto per sollevare il bilancio della stagione, mentre stavolta l’urna beffarda l’ha spedita in uno dei posti peggiori e contro una delle giocatrici più in forma del momento, che può addirittura giocare un ruolo da protagonista in ottica fasi finali. Eppure, malgrado l’avversaria –rientrata a Wimbledon dopo quasi un anno di stop per un’operazione al piede – abbia mostrato delle condizioni strepitose arrivando in semifinale sia a Toronto sia a Cincinnati, il primo set si è giocato punto su punto e l’avrebbe meritato Roberta, e non solo per il punto in più (46 contro 45) portato a casa, ma anche per atteggiamento e qualità del tennis mostrato. È andata subito sotto, ha reagito, ha salvato col servizio un set-point sul 5-4 e poi si è guadagnata una palla per salire 6-5 e servizio. L’ha anche giocata come doveva, ma il suo diritto a sventaglio è morto in rete e l’uno su sei nelle palle-break è diventato pesantissimo nel game successivo. La Vinci ha offerto un altro set-point con un doppio fallo, la dea bendata ha trasformato in vincente una risposta steccata dalla rivale che ha colpito il nastro, e lo Us Open dell’azzurra è finito lì, portando con sè nel cestino anche coraggio, motivazioni e voglia di reagire.
L'ULTIMO US OPEN?
Visto come era finito il primo, l’andamento del secondo set è stato fin troppo scontato: “Robertina” si è trovata subito costretta a rincorrere, la Stephens ha preso fiducia dal set vinto in maniera rocambolesca e ha avuto bisogno di soli 24 minuti per godersi l’applauso del Louis Armstrong, e condannare l’azzurra a salutare in fretta il suo torneo preferito. Senza arrivare alla magica finale del 2015, la pugliese aveva raggiunto altre tre volte i quarti di finale, mentre quest’anno ha raccolto la quarta sconfitta consecutiva all’esordio nei tornei del Grande Slam. Vuol dire che fra Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open non ha vinto neanche una partita, come non le era mai accaduto in tutta la carriera. Un record poco invidiabile che va ad aggiungersi ai tanti segnali negativi che il suo 2017 le sta inviando, ben riassunti dalla costante discesa nella classifica WTA. Roberta perderà in un colpo solo la bellezza di 420 punti, e al termine dello Us Open si troverà fuori dalle prime 80 giocatrici del mondo, meno di un anno e mezzo dopo aver toccato la posizione numero 7. Il tutto a 34 anni compiuti, dopo un tira e molla ritiro-non ritiro che va avanti da un po’. A occhio e croce potrebbe essere giunto alla decisione definitiva, e il chiodo è già piantato. A fine 2016 ha deciso di regalarsi un altro anno, ma difficilmente se l’era immaginato così complesso, con appena dieci incontri vinti da inizio stagione e tre soli quarti di finale a livello WTA, più acciacchi vari. La buona notizia è che il fastidioso mal di schiena che si portava dietro da Wimbledon sembra superato, ma vista la brutta piega presa dalla sua classifica, trovare le motivazioni per andare avanti è una missione sempre più complicata. Il meglio è alle spalle, e il futuro non sta riservando nulla di buono. Pensare di rivederla nel 2018 diventa ogni giorno più difficile.
US OPEN 2017 – Primo turno femminile
Sloane Stephens (USA) b. Roberta Vinci (ITA) 7-5 6-1
Magdalena Rybarikova (SVK) b. Camila Giorgi (ITA) 6-3 6-4
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