Sotto il tetto dell’Arthur Ashe il neo numero uno del mondo soffre un set contro Dusan Lajovic, ma lo intasca al tie-break e poi chiude senza più problemi. Una vittoria più di intensità che di tennis: le sue chance di vincere il torneo passeranno anche da posizione in campo e aggressività, entrambe da migliorare. Per sua fortuna, il tabellone gli sembra amico.L’assenza di tanti big darà una mano ai potenziali outsider, e potrebbe tornare comoda anche a Rafael Nadal. Il maiorchino diventerà il favorito per il titolo dello Us Open 2017 solamente se dovesse vincere la tanto attesa semifinale contro Roger Federer (o se lo svizzero non dovesse arrivarci), ma già raggiungerlo col serbatoio pieno di benzina sarebbe un grande punto di partenza. Se il primo match di Fededer, in nottata contro Frances Tiafoe, servirà soprattutto a fare chiarezza sulle condizioni della schiena di Mister 19 Slam, l’esordio di Nadal doveva dare qualche risposta sullo stato di forma del maiorchino, che dopo una meravigliosa stagione sulla terra battuta ha tirato un po’ il fiato, perdendo fra Wimbledon, Montreal e Cincinnati un paio di incontri che non avrebbe dovuto perdere. Risposte che nel 7-6 6-2 6-2 rifilato al serbo Dusan Lajovic sotto il tetto dell’Arthur Ashe sono arrivate soltanto in parte, dopo un primo set di qualità giocato meglio dal rivale e altri due in cui è venuta a galla tutta la differenza di categoria. Lajovic, che da qualche stagione veleggia tra il numero 70 e il numero 100 della classifica e per cercare il salto di qualità ha assunto un coach di grande esperienza come Josè Perlas, si è giocato il tutto per tutto nel primo set, partendo meglio e arrivando a servire sul 5-4. Avesse vinto il decimo game, magari avremmo assistito a un match diverso, invece è mancato nel momento più delicato, quando Nadal l’ha messo alla prova. Si è piazzato lontano dalla linea di fondo e l’ha buttata sui muscoli, il break è tornato indietro a zero e la statistica comparsa all’inizio del tie-break ha suggerito il resto. Prima dello Us Open “Rafa” ne aveva vinti 10 su 14, mentre il 27enne di Belgrado appena 2 su 13, diventati 2 su 14 una quindicina di punti più in là. Lajovic ha rimontato l’iniziale 0-3 e poi ha ringraziato Nadal per il doppio fallo sul primo set-point, ma il secondo è stato quello buono e il sogno è finito lì.DEVE CRESCERE, MA HA TUTTO IL TEMPO
Il serbo ha un bel tennis, con un rovescio a una mano stilisticamente perfetto, ma all’intensità del primo set può reggere per un’ora o poco più, altrimenti non sarebbe numero 85 del mondo. Nadal invece lo sa fare per cinque, sei, sette, e la differenza è stata tutta lì. In avvio di secondo set Lajovic doveva dimostrare di esserci ancora, di avere ancora energie, invece è finito subito sotto per 3-0 (con due break) e la mente è rapidamente volata sotto la doccia, seguita dal corpo dopo due set che Nadal ha dominato nel punteggio, pur senza emozionare dal punto di vista dell’atteggiamento. Troppo spesso ha lasciato l’iniziativa all’avversario, tenendo i piedi troppo lontano dalla linea di fondo sin dalla risposta. Sulla terra funziona a meraviglia: risponde da lontanissimo, ma piano piano prende campo e appena appoggia i piedi sulla linea di fondo il suo pressing diventa inarrestabile. Sul cemento, invece, è tutto più complicato, e non è un caso che il suo ultimo titolo sul duro risalga addirittura alla prima settimana del 2014, all’ATP 250 di Doha. Uno dei segreti della sua rinascita è l’aggressività, e sul cemento non può permettersi di aspettare troppo, pena il rischio di lasciare campo agli avversari. Contro un giocatore come Lajovic, dalla palla pulita ma non troppo pesante, è stato un problema relativo, ma potrebbe diventare più serio non appena il suo cammino verso il terzo titolo a Flushing Meadows inizierà a salire. Come da tradizione newyorkese, Nike ha stampato sulle sue scarpe i numeri 10 e 13: gli anni dei due successi nella Grande Mela. Se vorrà presto aggiungerne un terzo, “Rafa” farebbe bene a riguardare i filmati di quelle vittorie, osservare la sua posizione in campo e provare a riprodurla già a partire dal 2° turno, contro uno fra Tommy Paul o Taro Daniel. Il vincitore non dovrebbe dargli troppo filo da torcere, ma prima o poi le insidie arriveranno, e gli converrà farsi trovare pronto. La buona notizia è che ha tempo. E anche il tabellone giusto.
US OPEN UOMINI – Primo turno
Rafael Nadal (ESP) b. Dusan Lajovic (SRB) 7-6 6-2 6-2
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