La rumena ha raccontato il suo calvario nell’intervista rilasciata a Tennis Majors, mentre l’ITF non ha tardato a mettere in chiaro la propria posizione sulla questione

Sono passati ormai più di sei mesi dalla sospensione provvisoria inflitta a Simona Halep in seguito alla positività della rumena alla sostanza vietata del roxadustat dopo un test effettuato agli US Open. Dopo le due udienze del 28 febbraio e del 24 marzo, la prima rinviata e la seconda cancellata, l’ex numero 1 del mondo è ancora in attesa di conoscere il suo destino. “Non avevo mai sentito parlare di questo famoso prodotto e non avevo idea di come potesse essere stato trovato nelle mie urine – ha detto Halep nell’intervista rilasciata a Tennis Majors -. Dopo molto lavoro, gli esperti da me incaricati hanno stabilito che queste tracce erano il risultato di una contaminazione proveniente da uno dei miei integratori alimentari, il che spiega la quantità molto bassa che è stata rilevata nel mio corpo. Si parla di contaminazione quando qualcuno assume un alimento autorizzato ma l’azienda che lo ha fatto ha commesso un errore lasciando tracce di un prodotto che non aveva posto lì“.

La trentunenne due volte vincitrice Slam ha anche aggiunto: “Un’udienza è nuovamente prevista per il 28 maggio ma la situazione rimane piuttosto fragile perché l’ITF ci ha già fatto sapere che possono ancora chiedere che venga annullata. Se lo faranno, starò otto mesi senza poter giocare a causa di una sospensione cautelare e trovo ingiusto stare otto mesi senza giocare e senza aver avuto la minima possibilità di esprimermi davanti a giudici indipendenti. Non chiedo un trattamento speciale solo per essere giudicata: quanto tempo dovrò ancora aspettare?. Alla mia età – prosegue Simona – ogni giorno, settimana e mese perso sono irrecuperabili. Poi ho paura degli infortuni. Ci sono più possibilità di farti male dopo un periodo prolungato senza partite. E sì, più passa il tempo, più è difficile tornare competitivi. Il tennis è la mia vita. Voglio giocarci ancora, per sentirmi forte come prima se non di più. So che sarà molto difficile dopo otto mesi senza una partita ufficiale e otto mesi di stress. Ma la mia convinzione è che con tanto lavoro tornerò ad essere competitiva“.

A distanza di poche ore dalle dichiarazioni della rumena, è arrivata anche la risposta dell’ITF: “L’ITF non ha mai avuto nessun coinvolgimento nella gestione del caso di Simona Halep. Il programma anti-doping del tennis è gestito e applicato dall’Agenzia Internazionale dell’Integrità nel Tennis (ITIA), per conto di ATP, WTA, ITF e dei Grandi Slam“.