Secondo quando riporta l'agenzia Reuters, a New York ci sarebbe stato un meeting fra gli organi che governano il tennis, pronti a rilanciare la World Team Cup dal 2019. Vorrebbero portarla prima dell'Australian Open, nell'Asia Pacifica, con tantissimi punti ATP in palio e fino a 24 nazioni in gara. Un progetto interessante, ma con tanti interrogativi. Mettere tutti d'accordo sarà un'autentica impresa.La notizia era trapelata da un po’, ma ora iniziano a emergere i primi dettagli. Secondo quanto riportato dalla versione britannica dell’agenzia Reuters, l’ATP starebbe pensando di rilanciare in pompa magna la World Team Cup, l’evento a squadre che ha fatto parte del calendario del Tour dal 1975 al 2012. Nella prima settimana dello Us Open ci sarebbe stato un meeting fra Grand Slam Board, ATP e ITF, per valutare la possibilità di inserire di nuovo l’evento in calendario a partire dal 2019, ma con una collocazione e un format ben diversi rispetto alla vecchia competizione di Dusseldorf, sparita cinque anni fa a causa di un appeal calato fino allo zero, lasciando spazio a un ATP 250 che si è giocato per due anni nella città tedesca prima di migrare a Ginevra. La vecchia World Team Cup, che accoglieva otto nazioni divise in due gironi e prevedeva due singolari e un doppio nella stessa giornata, aveva due problemi: non assegnando punti si era gradualmente trasformata in una sorta di esibizione, e in più si giocava nella settimana precedente al Roland Garros, perdendo in automatico la possibilità di vedere in campo i big. Secondo le indiscrezioni raccolte da Simon Cambers, invece, quella nuova non solo dovrebbe mettere in palio più di 1.000 punti per i giocatori che riusciranno a vincere tutti gli incontri, ma sarebbe aperta a un massimo di 24 nazioni (con fino a cinque giocatori ciascuna) e potrebbe diventare l’evento inaugurale della stagione, della durata di una decina di giorni. L’intenzione, infatti, sarebbe quella di farla disputare fra Asia e Oceania, prima dell’Australian Open. E visto che nella settimana precedente a un Major i migliri hanno l’abitudine di allenarsi ed evitare le competizioni, la papabile data per provare a garantirseli sembrerebbe la prima settimana dell’anno, che ospita i tre ATP 250 di Brisbane, Chennai e Doha, più la Hopman Cup di Perth, che non assegna punti ATP ma è comunque un evento ufficiale.
DIFFICILE METTERE TUTTI D’ACCORDO
Stando a quanto si legge nell’agenzia, la nuova World Team Cup potrebbe essere diviso fra varie città dell’Asia Pacifica, seguendo l’esempio dell’International Premier Tennis League (IPTL), che malgrado rischi sul serio di chiudere i battenti ha contribuito ad aprire la strada verso una nuova visione del tennis, non più solo sport individuale, ma anche di squadra. Non è un caso che fra due settimane scatterà l’edizione inaugurale della Laver Cup, con la sfida Europa contro resto del mondo, e la scelta di rilanciare la World Team Cup conferma l’interesse degli organi che governano il mondo della racchetta di continuare a offrire anche un prodotto diverso, per provare ad avvicinare sempre più appassionati. Fra i principali sostenitori della rinascita dell’evento, vinto per l’ultima volta dalla Serbia, ci sarebbe Andy Murray, favorevole già in occasione della prima proposta arrivata sul tavolo dei giocatori già nel mese di maggio. L’ATP non ha confermato le voci relative al 2019, ma non le ha nemmeno smentite, comunicando in una nota di essere “sempre attenta a valutare la possibilità di riportare l’evento in calendario, trovandogli una collocazione sensata. L’idea di renderlo il primo grande appuntamento della stagione, in grado di arrivare a coinvolgere fino a un totale di 24 nazioni e oltre cento tennisti, può rivelarsi vincente, ma prima bisognerà trovare una soluzione che metta tutti d’accordo: i giocatori, i tornei che risentirebbero della novità e la storica Hopman Cup, che peraltro è di competenza dell’ITF. Tuttavia, il presidente David Haggerty ha dimostrato di non aver paura a buttarsi contro storia e tradizioni, e la rinascita della World Team Cup potrebbe anche aiutarlo nel suo grande progetto di rivoluzionare la Coppa Davis. Se un campionato del mondo in soluzione unica, senza tappe sparse per il calendario, dovesse rivelarsi particolarmente felice, gli regalerebbe un’arma in più da giocarsi per convincere le federazioni nazionali ad appoggiare le sue intenzioni.