La numero 80 WTA ha scelto una trasmissione TV per rivelare la propria omosessualità. Si è nascosta per anni: temeva la reazione della famiglia e aveva paura di perdere gli sponsor. “Ma a un certo punto devi parlare, altrimenti resti chiusa in te stessa”. Nel 2017, la società non è ancora pronta ad accogliere il coming out di un tennista uomo?

Appena sbarcati all'aeroporto di Arlanda, principale scalo di Stoccolma, i passeggeri vengono accolti da un'immagine di Bjorn Borg. Ancora oggi, è la figura più popolare del Paese. Girato l'angolo, troverete una gigantografia degli Abba. Non ha mai avuto grande notorietà Johanna Larsson. 29 anni compiuti un mese fa, Discreta giocatrice, ragazza timida, è stata al massimo numero 45 WTA. Oggi è in 80esima posizione e sale improvvisamente alla ribalta. Ha messo insieme una buona dose di coraggio e ha fatto coming out. Johanna è omosessuale e ha deciso di farlo sapere a tutti. Per raccontarsi, ha scelto il magazine svedese "Regnbågshjältar", la cui puntata andrà in onda domenica prossima, alle 21.45, sulla rete nazionale SVT 1. Ci hanno mostrato uno sprazzo dell'intervista, in cui la si vede insieme alla compagna, e poi a confronto con Kajsa Bergqvist, ex campionessa di salto in alto, che aveva fatto coming out prima di lei. Forse la Larsson non vincerebbe un concorso di bellezza, ma i suoi occhi sono tipicamente svedesi. Luminosi, azzurri, azzurrissimi. Con uno sguardo fortemente espressivo, ha raccontato un passato non semplice, fatto di segreti e sotterfugi. “È stato importante che prima di me ci siano state delle apripista come la Bergqvist e Anja Paerson (grande sciatrice, ndr)”. In caso contrario, chissà se avrebbe trovato la forza di raccontarsi. Johanna si è accorta piuttosto tardi di essere gay. “Ero troppo concentrata sul tennis: amore, emozioni, qualsiasi potenziale distrazione doveva essere messa da parte”.

PAURA DI PERDERE GLI SPONSOR
Per quanto l'omosessualità sia sempre più sdoganata nella cultura occidentale, la Larsson non trovava il coraggio di rivelarsi alla famiglia. Temeva una reazione negativa. “È stato orribile mentire. Una volta mia madre mi ha chiesto se fossi uscita con una ragazza, e ho negato”. La sua prima relazione è rimasta nascosta per un paio d'anni, ma poi ha trovato il coraggio di parlare. “Non avevo più scelta: se non lo avessi fatto, sarei rimasta chiusa per sempre in me stessa”. È stata accolta con grande dolcezza: sua madre le ha detto che l'avrebbe amata a prescindere. È triste apprendere che Johanna Larsson abbia nascosto la sua vera natura per ragioni di opportunità: non essendo una top-player, aveva bisogno del sostegno degli sponsor. “Non ho detto nulla perché avevo paura di perdere i miei sponsor. La mia carriera dipendeva da altre persone, non avevo la capacità di andare avanti da sola”. Attualmente numero 80 WTA, è entrata tra le top-100 nel 2010 e non ne è mai uscita. I migliori risultati sono arrivati in casa, al torneo WTA di Bastad. Lo ha vinto nel 2015 e vi ha giocato due delle tre finali perse (2011 e 2013). Si è costruita una buona carriera come doppista (da qualche tempo, fa coppia con Kiki Bertens) e le note ufficiali parlano di un prize money vicino ai tre milioni di dollari. Nei tornei del Grand Slam vanta tre terzi turni (Roland Garros 2014, Us Open 2014 e 2016), mentre in doppio ha centrato un paio di quarti di finale. Attualmente vive a Helsingborg, in Svezia, dove condivide un appartamento con la fidanzata Amanda Strang. Appare anche lei nella trasmissione di SVT. Le due si sono anche scambiate un bacio furtivo, a favore di telecamera, pieno di imbarazzo.





NESSUN COMING OUT AL MASCHILE
Non è stato facile mettere in piazza la propria vita sentimentale, ma ormai erano giunte a un punto di non ritorno. Chi segue il profilo Instagram della Larsson avrà notato, già da qualche mese, la presenza di questa ragazza in diverse foto. “Ma l'anno scorso è capitato che mi prendesse per mano a Bastad. In quel momento ho pensato: 'Oh, m…., nessuno lo sa ancora, quindi adesso la cosa verrà fuori”. Per evitare pettegolezzi, ha scelto di esporsi nel modo più trasparente possibile. Il caso della Larsson non è così clamoroso, visto che il circuito WTA (a differenza di quello ATP) ha propsto molti casi di omosessualità, anche tra giocatrici molto famose. Martina Navratilova e Amelie Mauresmo sono stati i casi più famosi, mentre negli ultimi anni aveva fatto un tranquillo coming out (decisamente meno solenne di quello della Larsson) l'australiana Casey Dellacqua, la cui compagna è addirittura diventata madre. Sull'argomento "omosessualità" nel circuito WTA si è acceso un forte dibattito dopo le parole di Margaret Court, che qualche mese fa aveva rilasciato dichiarazioni molto forti, definendo lo spogliatoio WTA “pieno di lesbiche che usano la loro influenza per attirare le giovani dalla loro parte". Saremo pure nel 2017, ma a quanto pare l'omosessualità viene ancora vista come un problema. Le paure della Larsson, unite all'incredibile silenzio dello spogliatoio ATP, più diverse omosessualità chiacchierate ma mai emerse tra le donne, certificano che un omosessuale non è ancora libero di vivere la propria condizione, non senza il timore di conseguenze. I casi di coming out sono sempre più frequenti, anche presso sportivi famosi (il velocista Colin Jackson, il cestista Jason Collins, addirittura il rugbista Gareth Thomas), ma la condizione viene ancora vista e percepita come problematica. Non resta che continuare ad aspettare che la società riesca a diventare via via più civile. Solo allora, probabilmente, un tennista uomo avrà il coraggio di rivelarsi, possibilmente non ritirato da anni come Brian Vahaly. Per adesso, non resta che fare un in bocca al lupo a Johanna Larsson. E applaudire il suo coraggio.