Un virus contratto allo Us Open ha costretto la canadese a saltare tre tornei: lo scorso anno, di questi tempi, era n.49 WTA. Oggi è in 87esima posizione. Nel frattempo è terminata la su collaborazione con Thomas Hogstedt: da qualche settimana si fa seguire dall'italiano Roberto Brogin, che lavora per Tennis Canada.

Doveva essere la stagione della svolta, si è rivelata un disastro. Dodici mesi fa, Eugenie Bouchard era numero 49 WTA. Oggi, vittima di un “brutto virus” che l'ha colpita a New York, costringendola a saltare tre tornei di fila (Quebec City, Seul e Wuhan), è scesa al numero 87 WTA, lontanissima dai picchi raggiunti tre anni fa, quando fece sfracelli nei tornei del Grande Slam (con tanto di finale a Wimbledon), qualificandosi per le WTA Finals. Tuttavia, la notizia – ufficiosa – è la separazione con coach Thomas Hogstedt. Si tratta di una notizia importante, poiché si era ritrovata con il tecnico svedese a inizio anno, tra grandi proclami che miravano a resettare le incomprensioni del passato (quando la partnership si era bruscamente interrotta dopo tre mesi). Invece, a parte il sussulto d'orgoglio di Madrid, è stato un disastro. Il bilancio stagionale di “Genie” parla di 13 vittorie e 18 sconfitte, e in sole sei occasioni ha superato il primo turno. Normale che la classifica pianga. Secondo le indiscrezioni raccolte dalla giornalista canadese Stephanie Myles, il tecnico svedese avrebbe già raggiunto un accordo con Ekaterina Makarova, il cui periodo di prova con Nigel Sears non ha avuto seguito. Non c'è nulla di ufficiale, ma è un dato di fatto che da qualche tempo la Bouchard si faccia seguire da Roberto Brogin, tecnico italiano che lavora da tempo con Tennis Canada. Il fatto che Hogstedt avrebbe già firmato con la Makarova allontanerebbe la tesi di una separazione per ragioni familiari, con il coach impossibilitato a viaggiare come prima. Quest'anno, la canadese ha giocato un match splendido a Madrid contro Maria Sharapova, poco dopo aver detto che la russa non avrebbe più dovuto giocare a tennis.

LA RIVEDREMO A HONG KONG
Batté anche Angelique Kerber e sembrava pronta a rinascere, ma poi si è infortunata a una caviglia a Norimberga. Il problema fisico le ha fatto perdere il Roland Garros, poi ha affrettato i tempi per esserci a Wimbledon. Vinto il primo set contro Carla Suarez Navarro, si è arenata al primo turno. A luglio ha fatto un salto a Las Vegas per farsi seguire dal preparatore-guru Gil Reyes, approfittandone per svolgere una sessione di allenamento con Andre Agassi. Neanche la mano fatata di Andre ha portato risultati, se non la finale in doppio a Washington, insieme Sloane Stephens. Chissà cosa avrà pensato nel vedere l'americana (con la quale aveva quasi litigato per un coach conteso, Nick Saviano) sollevare il trofeo dello Us Open. Adesso è arrivato questo virus: non esiste un “buon momento” per infortunarsi, tuttavia è un brutto periodo: lo scorso anno, Eugenie non aveva raccolto punti dopo lo Us Open, quindi avrebbe avuto una bella occasione per scalare la classifica. Si è iscritta all'ultimo minuto al torneo di Hong Kong, in programma dal 9 al 15 ottobre. Gli organizzatori hanno annunciato, con un certo orgoglio, la sua presenza e quella di Samantha Stosur. È un bel colpo per l'evento asiatico, che nel 2014 incassò all'ultimo minuto il forfait di una Bouchard all'apice della popolarità; il direttore si infuriò con la WTA, prendendosi una multa di 10.000 dollari. I tempi cambiano: stavolta è lei ad aver bisogno di un piccolo torneo per raccogliere punti e fiducia. La sua stagione dovrebbe chiudersi al torneo WTA di Lussemburgo. E poi, dopo un po' di relax, inizierà l'ennesimo tentativo di ricostruzione. I precedenti non hanno funzionato, ma Genie ha solo 23 anni e tutto il tempo di dimostrare che certi risultati non erano stati una coincidenza. Qualcuno inizia a pensarlo.