In carriera, Fabio Fognini ha giocato due finali lontano dalla terra battuta, entrambe in Russia, nel 2012 a San Pietroburgo e nel 2016 a Mosca. Il suo legame col paese si può rafforzare quest’anno: all’esordio al St. Petersburg Open ha vinto un bel match contro Mikhail Youzhny. Nei quarti sfida Ricardas Berankis.È difficile capire cosa possa legare un ragazzo nato ad Arma di Taggia, provincia di Imperia, alla fredda Russia. Ma il miglior Fognini sul veloce indoor si è sempre visto da quelle parti, dove ha colto le uniche due finali della sua carriera lontano dalla terra battuta. Nel 2012 ce l’aveva fatta a San Pietroburgo, quattro anni dopo gli è riuscito a Mosca, e altri dodici mesi più tardi si augura di farlo di nuovo al St. Petersburg Open, dove è partito con un convincente successo ai danni di Mikhail Youzhny, sconfitto con il punteggio di 6-4 4-6 6-4. Alla prima uscita dopo i fatti di New York, e ancora in attesa di conoscere multa e (possibile) sanzione disciplinare, il ligure ha portato in campo la sua versione ordinata e silenziosa, giocando a testa bassa per buona parte del match, senza parole, gesti di stizza o racchette al vento. Visto il polverone mediatico sollevato dagli insulti che gli sono costati l’allontanamento dallo Us Open, e la scuse pubbliche nell’intervista-teatrino con Sky Sport, era praticamente scontato che Fabio sarebbe stato attentissimo a non sgarrare, anche se il punteggio fosse stato ben diverso. Ma di sicuro l’andamento del match l’ha aiutato a tenere i nervi saldi, visto che, statistiche alla mano, in tutto il duello l’azzurro ha perso la battuta appena una volta. L’ha fatto nel momento peggiore, quando serviva per rimanere nel secondo set, ma con un break in avvio di terzo (propiziato da due doppi falli del russo) è subito tornato padrone del match. Il tennis di Youzhny non gli dà particolare fastidio, così ha potuto giocare come piace a lui e tutto è filato via liscio, con una sola palla-break concessa – e salvata con un diritto vincente – sul 4-3, prima che chiudesse in sicurezza nel turno di servizio successivo.
AI QUARTI SFIDA BERANKIS
“Giocare contro Youzhny non è mai facile – ha detto Fognini, in Russia senza coach Franco Davin ma supportato dall’amico Giuseppe Marzo e dal calciatore dello Zenit Domenico Criscito (e famiglia) – e infatti è stato un match molto duro. Sono felice di averlo vinto e di essere nei quarti di finale. Vincere il torneo? È presto. A domenica mancano ancora quattro giorni. Meglio pensare al prossimo match”. La possibilità di esordire al giovedì ha dato tempo a Fabio di prendere confidenza con i campi indoor, e nel complesso si è visto un buon Fognini, continuo, concentrato e conscio di poter vincere senza dover strafare. Una situazione che l’ha aiutato a restare lucido nelle poche fasi delicate (decimo game del secondo set a parte), e dovrebbe ripresentarsi nei quarti di finale di venerdì, quando dall’altra parte della rete il ligure troverà Ricardas Berankis. L’avversario designato per Fognini, pareva Philipp Kohlschreiber, ma il tedesco non è nemmeno sceso in campo a causa di un virus, lasciando via libera al lituano, che lo scorso anno contro Fabio raccolse appena tre game a Mosca, in un match nemmeno iniziato a causa dell’enorme divario tecnico fra i due. Una chance da sfruttare per conquistare un posto in semifinale. Possibilità che invece non avrà Thomas Fabbiano: dopo l’ottima vittoria di mercoledì contro Daniil Medvedev, il pugliese si è arreso per 6-1 6-4 al tedesco Jan-Lennard Struff, e può recriminare per un secondo set che si poteva vincere. Il servizio del rivale è andato in tilt, e dopo averlo ripreso due volte l’azzurro si è costruito un’importantissima palla-break per salire 4-2. Ha fatto tutto bene, ma al momento di chiudere il punto ha spedito largo uno smash, e un break nel nono game l’ha condannato alla sconfitta.
ATP 250 SAN PIETROBURGO – Secondo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Mikhail Youzhny (RUS) 6-4 4-6 6-4
Jan-Lennard Struff (GER) b. Thomas Fabbiano (ITA) 6-1 6-4
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