La carriera di Sara Errani riparte dalle qualificazioni del Tianjin Open. L’azzurra giocherà ancora quattro tornei nel 2017: l’International cinese e tre WTA 125. L’obiettivo è centrare un posto nelle “quali” dell’Australian Open, in attesa che il TAS di Losanna si pronunci sia sulla restituzione di punti e prize money sia sul possibile inasprimento della pena chiesto da NADO Italia.I due mesi di sospensione per la positiva al letrozolo sono scaduti alla mezzanotte del 2 ottobre, e Sara Errani non ha voluto perdere tempo. E a giudicare dalla programmazione studiata per il suo rientro nel circuito WTA non ha smarrito nemmeno le ambizioni. Poteva optare per un avvio soft, magari restando in Europa per qualche torneo ITF, invece ha scelto di ripartire dal WTA di Tianjin, torneo che chiuderà la tournèe cinese del circuito femminile. La trentenne romagnola, scesa al numero 281 della classifica WTA, si è allenata duramente – facendo anche un salto all’accademia valenciana dello storico coach Pablo Lozano – e ripartirà dalle qualificazioni, al via all’alba italiana di sabato. Al primo turno affronterà la cinese You Xiaodi, numero 533 WTA, mentre in caso di vittoria si giocherebbe il main draw con l’altra cinese Xinyun Han, numero 124. Un percorso tutt’altro che impossibile che potrebbe riproiettare in fretta l’azzurra nel tennis che conta, lasciato poco più di due mesi fa dopo la sconfitta al secondo turno del WTA di Washington. Evidentemente, per provare a lasciarsi alle spalle il capitolo più grigio della sua carriera, “Sarita” aveva un gran bisogno di tornare in campo il prima possibile, altrimenti non si spiega la scelta di volare dall’altra parte del mondo per un solo torneo, prima di rientrare in Italia a preparare il trittico di appuntamenti con cui chiuderà la stagione. Saranno tre WTA 125, la categoria a metà tra gli ITF e il Tour vero e proprio, nata nel 2012 e mai del tutto decollata. Dal 6 novembre Sara sarà in campo a Hua Hin (Thailandia), mentre la settimana seguente giocherà a Taipei e quella dopo ancora a Honolulu, alle Hawaii. A meno di miracoli a Tianjin l’azzurra sarà probabilmente costretta a giocare le qualificazioni in tutti i tre appuntamenti, con l’obiettivo finale di scalare quell’ottantina di posizioni e riportarsi a ridosso delle prime 200, risultato che le garantirebbe un posto nelle qualificazioni dell’Australian Open 2018.
GRANDI RESPONSABILITÀ IN MANO AL TAS
La buona notizia è che nel 2016 l’azzurra chiuse la stagione dopo il torneo di Wuhan, stanca dei ripetuti problemi fisici, quindi non avrà punti da difendere e qualsiasi risultato farà classifica. Per una ragazza tanto combattiva sul campo quanto fragile fuori, dev’essere stato terribile rialzarsi e poi convivere con le accuse di atleta dopata, smontate dalla sentenza dell’ITF ma moltiplicate dall’utilizzo smodato che la gente fa dei social network, ma serve solo pazienza. Altri casi insegnano che pian piano la macchia andrà cancellandosi, con passare dei mesi. Nel frattempo, la questione giudiziaria è ancora aperta su due fronti, entrambi nelle mani del TAS di Losanna e in qualche modo collegati. Il primo è il ricorso di NADO Italia, l'agenzia nazionale antidoping, che ha ritenuto troppo tenue la decisione dell’ITF e ha chiesto un inasprimento della pena, scenario non del tutto impossibile visto che per l’assunzione dello stesso letrozolo la pesista coreana Ryo Un Hui ha ricevuto ben quattro anni di sospensione. Il secondo, invece, è quello dell’azzurra, che si è appellata al Tribunale Arbitrale dello Sport contro la decisione dell’ITF di toglierle i punti e il prize money relativi al periodo compreso fra il 16 febbraio – data del test positivo – e il 7 giugno, quando un nuovo controllo è risultato negativo. Di fatto, anche se la sospensione effettiva è stata di soli due mesi, così facendo è come se questa ne sia durata quasi 6 (5 mesi e 22 giorni, per essere precisi). Giusto o sbagliato lo diranno i giudici, ma di certo si tratta di una differenza abissale in termini di classifica: la romagnola si è vista cancellare 375 punti, oltre due terzi del bottino accumulato nel 2017. Oggi sarebbe numero 115 del ranking, invece si trova molto più indietro, con tutte le difficoltà del caso. In attesa del pronunciamento, che potrebbe risolvere tanti problemi ma difficilmente arriverà prima del 2018, Sara può contare solo sulle proprie forze. Una costante di una carriera da concludere in campo, e non nelle aule dei tribunali sportivi.