Nella semifinale più importante della sua carriera, per la Halep è filato tutto liscio fino al 6-2 3-2 e servizio, quando una Ostapenko sino a lì più fallosa che brillante ha tirato fuori un game di risposta in versione parigina. Ha sparato una cannonata dopo l’altra, il break è tornato indietro e la mente della Halep non può non essere volata proprio a quel sabato 10 giugno sul Philippe Chatrier, quando ha accarezzato il primo Slam della sua carriera ma poi se l’è lasciato sfuggire. Anche al Roland Garros era avanti di un set e un break, la rivale ha reagito e sappiamo come è andata. Un’esperienza che l’ha ferita, ma almeno le è tornata utile a qualche mese di distanza. Sapeva a cosa poteva andare incontro, l’aveva già provato sulla sua pelle, così ha reagito in maniera totalmente diversa rispetto a Parigi. Niente panico, ma solo determinazione. È rimasta appiccicata alla ventenne lettone, sul 4-4 ha accelerato di nuovo e a crollare è stata la Ostapenko, fresca di qualificazione per le WTA Finals di Singapore. Con un doppio fallo ha consegnato il 5-4, l’ansia di Simona è volata via e l’ultimo game è diventato un piccolo capolavoro, con due vincenti di qua e due errori di là a regalarle il traguardo sognato sin da ragazzina. In quella pallina scagliata lontano subito dopo la stretta di mano, nel sorriso sincero, in quel pizzico di incredulità o nelle lacrime a fine match, seduta sulla sua panchina, si è visto quanto Simona avesse cercato questo obiettivo negli ultimi mesi, fino a farlo quasi diventare un’ossessione. Perché sono tutti bravi, a parole, a dire di non pensarci, ma quando il traguardo si è avvicina è impossibile non guardarlo e fantasticare.
UNA VETTA MERITATA PER LA COSTANZA.@Simona_Halep books @ChinaOpen Final spot!
— WTA (@WTA) 7 ottobre 2017
Avenges Roland Garros final defeat by Ostapenko 6-2, 6-4! pic.twitter.com/DpWq124Hss
Stavolta, finalmente, a salire in vetta tocca a lei, venticinquesima numero uno dalla nascita della Women’s Tennis Associaton (1973) e soprattutto prima rumena donna a condividere il traguardo con Ilie Nastase, numero uno nelle prime 40 settimane dalla fondazione del circuito ATP. “È davvero emozionante – ha detto nella cerimonia post-match – e credo sia la prima volta che piango in campo. È meraviglioso avercela fatta, e non scorderò mai questo giorno e questo torneo”. La Halep volerà al comando dopo Angelique Kerber, Serena Williams, Karolina Pliskova e Garbine Muguruza: fanno cinque numero uno del mondo diverse in meno di cinque mesi, dato che non giocherà a favore della credibilità del circuito WTA, ma negli ultimi mesi l’ha reso sempre più frizzante. E non è nemmeno record assoluto, visto che di avere cinque numero uno nella stessa stagione era successo già nel 2008, quando nell’arco di sole 17 settimane (3 mesi e 20 giorni) si susseguirono Justine Henin, Maria Sharapova, Ana Ivanovic, Jelena Jankovic e l’immancabile Serena. Nove anni fa si erano inserite addirittura le due serbe, non all’altezza di nessuna delle cinque numero uno del 2017, quindi in termini storici è andata anche peggio. Ma certi discorsi lasciano il tempo che trovano: oggi è lo “special day” (come l’ha definito lei stessa) di Simona Halep, che non diventerà una campionessa in grado di vincere Slam su Slam, ma negli standard attuali del Tour femminile meritava di salire almeno una volta in vetta, anche solo per la costanza di rendimento nelle ultime quattro stagioni. Non è mai stata la più forte, ma è lì da una vita. Gli dei del tennis, dopo qualche discussione, hanno voluto premiarla.