Non sono tanti i giocatori a poter vantare una parità nei precedenti contro Rafael Nadal: fra questi c'è Nick Kyrgios, che l'ha battuto due volte su quattro. La finale dell'ATP 500 di Pechino promette una "bella" nel segno dello spettacolo, anche perché i due sembrano in ottima forma. Chiedere a Dimitrov e Zverev, sconfitti in semifinale.Fate fuori Rafael Nadal appena passa un’occasione, perché potrebbe già essere l’ultima. All’ATP 500 di Pechino l’opportunità era sulla racchetta di Lucas Pouille, sotto forma di due match-point nel loro duello di primo turno, ma il francese li ha sciupati entrambi, si è fatto da parte e ha permesso al numero uno del mondo di confermare un’altra volta la sua legge preferita: la vera forza la trova nelle difficoltà. Poteva andare subito a gambe all’aria, invece ci è salvato, ha alzato il livello e a quattro giorni dal primo turno thriller eccolo pronto per la finale numero 110 della sua carriera, dopo la sessantesima vittoria dell’anno, confezionata per 6-3 4-6 6-1 contro Grigor Dimitrov. Ormai si è capito, quando c’è Nadal dall’altra parte della rete il bulgaro riesce spesso a giocare alla grande, a far partita pari, ma non è un caso che abbia vinto una volta su dieci. Il fatto che quel successo fosse arrivato proprio al China Open, dodici mesi fa, faceva sembrare la doppietta più possibile del solito, ma la prima regola per battere Nadal è averne almeno quanto lui fisicamente. Invece, il 6-1 del terzo set dice quasi tutto su come è andata sull’immenso Centrale del torneo cinese, in un duello che pareva già concluso nel secondo set. Tuttavia, sul 6-3 3-1 “Rafa” è andato in crisi col servizio, ha accusato la brillantezza del rivale e ha perso cinque game su sei, trovandosi costretto a metterci una pezza al terzo. Ma l’ha fatto come se fosse la cosa più facile del mondo: break immediato, bis nel terzo game e bye bye, o “ni hao” per dirla come il pubblico dagli occhi a mandorla. “Penso di aver giocato un buon tennis – ha detto Nadal in conferenza stampa – e sono contento di aver subito dato seguito ai risultati dello Us Open. Oggi ha funzionato tutto bene fino a metà del secondo set, quando ho avuto due palle per il doppio-break che erano quasi dei match-point. Non le ho sfruttate, Dimitrov è riuscito a prendere in mano il gioco e io ho avuto una tattica un po’ troppo attendista. Ma nel terzo ho ricominciato a sentirmi bene e ho ritrovato il ritmo giusto”.
CONTRO KYRGIOS SARÀ SPETTACOLO
Il maiorchino si è guadagnato la quarta finale a Pechino, dove però non vince addirittura dal lontano 2005. Nel 2013 e 2015 ci si è messo in mezzo Djokovic, mentre stavolta dall’altra parte della rete troverà un brillantissimo Nick Kyrgios, che pian piano sta trovando un briciolo di continuità. Us Open a parte, dove però è stato frenato da un problema al gomito, l’australiano è arrivato in finale prima a Cincinnati e ora a Pechino, superando per 6-3 7-5 Alexander Zverev. Evidentemente, la settimana centrale della tournée asiatica porta fortuna al ribelle di Canberra: nel 2016 dominò a Tokyo vincendo il suo primo ATP 500, mentre stavolta ha optato per la Cina e la scelta ha pagato, consegnandogli la seconda finale dell’anno. Nick ha dimostrato ancora una volta che quando testa e braccio vanno d’accordo il giovane più forte può essere lui, in un confronto vinto non tanto di testa quanto di nervi, molto più saldi di quelli di Zverev. Il tedesco aveva già mostrato qualche difficoltà con Fognini, ma il match dominato contro Rublev sembrava aver lavato via le perplessità. Invece il servizio gli ha dato pochissimi punti, diritto e rovescio hanno fatto più danni che punti e Kyrgios l’ha addirittura più che triplicato nei vincenti (25 a 7), bucandolo da ogni lato del campo. Gli sono bastati due break, sul 4-3 del primo e sul 5-5 del secondo, peraltro arrivati entrambi con un doppio fallo di Zverev, a conferma di una condizione mentale che dopo gioie e delusioni della prima vera stagione da big non è più lucida come nei mesi scorsi. Buon per Kyrgios, che si tiene in corsa per un posto alle ATP Finals (anche se Goffin, ottavo nella Race senza gli infortunati, dista circa 500 punti ed è in finale a Tokyo), ma soprattutto può provare a replicare la splendida vittoria su Nadal ottenuta a Cincinnati. I precedenti dicono 2-2, e Nick ha spesso dimostrato di soffrire meno di altri gli angoli mancini dello spagnolo, grazie a una delle palle più veloci del Tour. Non è detto che basti di nuovo, ma ci sarà da divertirsi.

ATP 500 PECHINO – Semifinali
Rafael Nadal (ESP) b. Grigor Dimitrov (BUL) 6-3 4-6 6-1
Nick Kyrgios (AUS) b. Alexander Zverev (GER) 6-3 7-5