Certe classifiche lasciano il tempo che trovano, ma sono sempre molto affascinanti. Se è già impossibile paragonare atleti di epoche diverse, figurarsi mettere insieme tutti gli sport. Però è divertente: e se lo fa una rivista-cult come GQ, beh, un po' di curiosità è legittima. In questi giorni, il mitico magazine americano ha stilato una lista dei 50 più grandi sportivi, almeno tra quelli in vita. “Non abbiamo certo dimenticato Larry Bird, Dan Marino o Joe Montana – scrivono quelli di GQ – all'interno della nostra redazione, abbiamo fatto quello state per fare anche voi: argomentare, argomentare, argomentare”. E allora, prima di riflettere sui nomi, bisogna riflettere sulla definizione. Cosa significa “atleta più grande”? I successi, le vittorie e le statistiche contano". Ok, ma secondo GQ conta anche il dinamismo fisico, la capacità di reinventare la propria disciplina. E allora leggende come Larry Bird (faticava a saltare) e Dan Marino (non riusciva a muoversi) restano fuori, così come Joe Montana: a quanto pare, non è nemmeno stato il miglior quarterback a portare i San Francisco 49ers a vincere il campionato NFL. Consapevoli di ricevere critiche, osservazioni e anche insulti, hanno specificato che una classifica del genere non può esistere. I migliori 50 non sono collocati, a parte il numero 1. Lui sì, lui è LeBron James, Detto che tutto è opinabile, la lista offre una buona e una cattiva notizia. La buona è per chi ama il tennis: ci sono ben cinque rappresentanti a certificare la clamorosa influenza del nostro sport. Tre di questi sono ancora in attività. La cattiva è per gli italiani: non c'è neanche un'atleta nostrano. È un peccato. La classifica è realizzata da americani ed è ovvio che diano la priorità ai loro atleti, dando enorme importanza a discipline non così note in Europa, come il calcio femminile. Tuttavia, ignorare un personaggio come Alberto Tomba è molto grave. Il bolognese rispetta proprio i requisiti richiesti per entrare nella classifica: nessuno ha cambiato lo sci alpino come lui. Ce ne sarebbero anche altri, ma non è questa la sede per dibattere. Di certo, un qualsiasi magazine europeo avrebbe individuato nomi ben diversi, e di sicuro troveremmo più calciatori. GQ ne ha scelti soltanto tre (Messi, Cristiano Ronaldo, Pelè e). Potremmo dibattere per ore su nomi e criteri: per adesso, ecco i cinque tennisti che hanno trovato posto nell'elite.
BJORN BORG
Quando pensi a un tennista, qual è la prima cosa che ti viene in mente? Lo stile del giocatore, il modo in cui si muove sul campo, esegue i colpi e si comporta? Bene, Bjorn Borg sarebbe al top in quasi ogni categoria. Colpi straordinari, leggiadria fisica, capelli lunghi, fascetta Fila a tenere fermi i capelli, abiti a righe e calma quasi gelida (peraltro rimasta intatta, come abbiamo visto alla Laver Cup): tutto questo ha contribuito a creare un'immagine da leggenda: il forte e silenzioso svedese, che peraltro è la prima immagine che ti accoglie quando atterri all'aeroporto di Arlanda, Stoccolma. Certo, 11 tornei dello Slam (tra cui cinque Wimbledon consecutivi) hanno avuto il loro peso.
ROGER FEDERER
L'unica possibile alternativa a Borg si chiama Roger Federer. Quando lo abbiamo visto arrabbiarsi sul campo per l'ultima volta? Ogni tanto succede, a volte ha anche disintegrato il suo attrezzo. È giusto ricordarlo: a maggior ragione, è stato magico nel crearsi un'immagine intonsa. Il suo volto è spesso rilassato, calmo, sorridente. Un James Bond con 19 Slam in bacheca e la licenza di “uccidere” con la sua Wilson RF97. Come Borg, anche lui possiede un'innata eleganza, peraltro accompagnata da una gestualità tecnica ancora più pura. E poi è uno splendido testimonial per marchi top: non è un caso che Rolex e Mercedes abbiano scelto proprio lui. Come gli è capitato di dire in uno spot per la nota auto tedesca: “Il meglio vale sempre la pena”. Come non essere d'accordo?
MARTINA NAVRATILOVA
I numeri sono dalla sua parte: 59 titoli del Grande Slam, di cui 18 in singolare. Dati ancora più preziosi perché sono arrivati negli anni in cui c'era Chris Evert. E non c'è dubbio che le due, pur creando una rivalità eccezionale, si siano tolte qualcosa a vicenda. Sul campo da tennis, è stata la prima a portare la fisicità pura. Un po' sovrappeso da ragazzina, ha fatto conoscere la palestra al nostro sport e ha rovesciato l'inerzia della rivalità, accompagnando le vittorie a un carisma senza confine, sublimato dalla scelta di abbandonare la Cecoslovacchia in piena Guerra Fredda, per abbracciare il capitalismo americano. Per non parlare del coraggio di affrontare la sua omosessualità quando l'argomento era ancora tabù. Martina non poteva mancare in questa lista.
RAFAEL NADAL
Se Federer arriva sulla palla morbido, quasi leggero, e poi colpisce violenta delicatezza, Rafael Nadal fa l'esatto contrario. Lo spagnolo si avventa sulla sfera gialla come un toro (non a caso è il logo sulla sua linea personalizzata da Nike), poi carica la palla con estrema rotazione. Lo fa in ogni partita, su ogni punto. È il suo stile: ferocia e capacità di non cedere mai, neanche per un secondo. Anche per questo, la sua carriera è stata martoriata dagli infortuni. Tuttavia, è tornato più forte di prima e ha raccolto 16 Slam (due quest'anno), senza dimenticare le oltre 870 vittorie in carriera. Anche le aziende si sono accorte di lui: i suoi partner hanno ben poco da invidiare a quelli di Federer. Indossa un orologio Richard Mille che costa centinaia di migliaia di euro, poi veste Armani e Tommy Hilfiger.
SERENA WILLIAMS
Se i numeri sono importanti con Martina Navratilova, figurarsi con Serena Williams. Soltanto in singolare, ha vinto 23 Slam e ormai punta al record di Margaret Court (peraltro ottenuto per una buona metà in epoca dilettantistica). Quest'anno, l'americana ha vinto l'Australian Open quando era incinta di due settimane. E lo sapeva. Quando si immagina Serena in campo, è l'emblema del dominio: potente, grintosa, determinata. A volte è feroce. Ancor più della sorella Venus, ha cambiato faccia al tennis femminile. Non solo atletismo, ma anche potenza strabordante, da far invidia agli uomini. Le altre hanno provato a starle dietro, ma non è quasi mai stato possibile, almeno con continuità. Sogna di tornare a Melbourne per intascare il 24esimo Slam. Fuori dal campo, ha lottato contro il razzismo e il sessismo, sfruttando appieno un'immagine quasi intoccabile.