PIÙ VITTORIE SUL CEMENTO CHE SULLA TERRALob… al bacio! @fabiofogna #tennis #ATP pic.twitter.com/PAv4OVEaIX
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) 21 ottobre 2017
I due match lunghissimi vinti fra ottavi e quarti si sono fatti sentire, ma Fabio lascia il torneo in direzione Vienna (primo turno contro Schwartzman) a testa alta, con in tasca l’ennesima conferma di come il suo tennis possa funzionare benissimo non solo sul cemento, ma anche su una superficie piuttosto rapida. La crescita al servizio gli dà maggiore sicurezza, e il resto vien da sé. Le tre vittorie svedesi, oltre che a portare a 36 il suo bottino di successi stagionali e rendere il 2017 la terza miglior annata di sempre dopo 2013 (42) e 2014 (40), gli permetteranno di chiudere la stagione con più vittorie sul cemento che sulla terra. Al momento Fognini è a 18-16, e potrà migliorarsi ancora fra Vienna e Parigi-Bercy. Un risultato che appare banale, visto che il numero di tornei del calendario ATP è sproporzionato verso le superfici rapide, eppure Fognini non ci era mai riuscito. È la conferma di una sensazione che nel 2017 si è percepita a più riprese, confermata anche da altre statistiche. Per esempio, delle cinque semifinali ATP raggiunte, la maggioranza arriva dal veloce (Miami, San Pietroburgo e Stoccolma), e Murray a parte le altre vittorie di spessore dell’anno (Nishikori, Tsonga, Pouille, Bautista, Sock) sono arrivate tutte sul cemento. Si tratta di un discorso particolarmente importante, che può diventare prezioso sia per l’approccio mentale ai tornei sia a livello di programmazione. Una volta Fabio si sentiva come costretto a far risultato nei tornei sulla terra, perché sapeva che altrove avrebbe fatto più fatica. Ora, invece, parte con la stessa convinzione in qualsiasi torneo. È un vero peccato che sia arrivato a questa maturità a 30 anni e non a 20, ma meglio tardi che mai. Di sicuro sarà contento Leonardo Caperchi, il coach che l’ha formato, che a 19 anni lo portò per un mese negli Stati Uniti, nel pieno della stagione dei Challenger italiani sulla terra. Partite vinte in quattro tornei? Una, nelle qualificazioni di un torneo da 50.000 dollari. Ma la trasferta serviva per crescere a livello di mentalità, perché “la cura per imparare a giocare sul cemento – diceva all’epoca Capechi – è giocare sul cemento”. Ha funzionato un po’ tardi, ma ha funzionato.
ATP 250 STOCCOLMA – Semifinali
Grigor Dimitrov (BUL) b. Fabio Fognini (ITA) 6-3 7-6