Dopo Pliskova e Muguruza, vince e convince all'esordio a Singapore anche Simona Halep, che domina il suo primo match da numero uno del mondo, superando Caroline Garcia e vendicando la sconfitta in finale a Pechino. Dopo un'annata di tennis femminile nel segno della più totale anarchia, le WTA Finals seguiranno il copione scritto da ranking?La regola dell’esordio vincente alle WTA Finals è stata rispettata. Ora l’importante è che Simona Halep non faccia la fine di 2016 e 2015, quando all’iniziale successo seguirono due sconfitte e l’eliminazione. In attesa di capire come andrà, quanto visto nel duello contro Caroline Garcia sembra suggerire un epilogo diverso rispetto agli anni scorsi, perché la condizione è quella di una giocatrice che deve puntare ad arrivare in fondo. Entrambe non scendevano in campo dalla finale di Pechino, dove ha Halep si è guadagnata il tanto atteso numero uno WTA e la francese ha conquistato una insperata qualificazione per il torneo di fine anno, e poco più di due settimane dopo il campo ha dato un responso completamente diverso. Il China Open aveva detto 6-4 7-6 Garcia, mentre Singapore ha risposto con un prepotente 6-4 6-2 per la rumena, aiutata da una superficie che ne esalta le caratteristiche di gioco. Colpire vincenti non è per nulla semplice, chi preferisce difendere piuttosto che offendere ne trae vantaggio, e il risultato è stata una Halep vicina alla perfezione, sotto gli occhi di mamma e papà e dell’immancabile Virginia Ruzici. Come primo match da numero uno WTA non potevano chiederle di meglio: ha avuto giusto bisogno di una mezz’oretta di rodaggio, per prendere le misure al tennis della Garcia, ma appena è riuscita ad attuare a dovere i suoi piani l’incontro è finito fuori discussione. La Garcia si è accorta che le serviva un miracolo per vincere ogni singolo punto, perché dall’altra parte c’era un muro, sempre pronto a farle giocare una palla in più, a farla pensare un secondo in più, anche a punto ormai perso. Una tattica che non ha pagato subito, ma alla lunga è entrata nel sistema operativo della francese, come un virus, e l’ha mandato in tilt.
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NUMERO 1 WTA: BATTAGLIA SUI DETTAGLI
Il turning point del duello è arrivato sul 4-4 del primo set, dopo che Simona era già stata in vantaggio di un break. Gli scambi sono diventati sempre più lunghi, come quello da 21 colpi sul 30-15, “Caro” si è trovata senza armi ed è andata fuori giri. Con un doppio fallo ha consegnato il break decisivo, e nel secondo set si è tenuta in partita sono nelle fasi iniziali. Ma nel suo tennis non c’era più fiducia, tanto che una volta finita sotto per 3-1 ha addirittura iniziato a buttarsi a rete ogni volte che ne aveva l’occasione, per cercare una soluzione che non ha trovato, o che forse, contro una Halep così solida da fondocampo e precisa al servizio, nemmeno esisteva. “Non è mai facile giocare contro di lei – ha detto Simona a fine match – ma io ho giocato un grande incontro. Lei mi aveva sconfitto a Pechino, ma io l’avevo battuta a Toronto, ed è quello il confronto che avevo nella testa. Dopo lo Us Open ho lavorato moltissimo per migliorare al servizio, e questo mi ha aiutato tanto anche a vincere questo incontro”. Alla vigilia del torneo ha fatto notizia la statistica che permetteva a sette giocatrici su otto di chiuderlo da numero uno della classifica WTA. Con Jelena Ostapenko ora fuori dalla corsa a causa della sconfitta di domenica le pretendenti al trono sono giò scese a sei, ma è verosimile credere che quella per la vetta sarà una lotta fra Halep e Muguruza, rispettivamente prima e seconda, separate da 40 miseri punti ed entrambe convincenti (così come la Pliskova, terza) nella prima uscita a Singapore. Vuol dire che la vetta di fine anno si giocherà sui dettagli, anche sui singoli incontri vinti nei round robin. Passare in semifinale con due vittorie, piuttosto che con tre, stavolta potrebbe fare tutta la differenza del mondo. L’imperativo è vietato sbagliare.

WTA FINALS SINGAPORE – GRUPPO ROSSO
Simona Halep (ROU) b. Caroline Garcia (FRA) 6-4 6-2