In carriera ha vinto un paio di tornei satellite ed è stato 221 del ranking ATP a 20 anni ma, di ritorno dal servizio militare, Marco Filippeschi ha abbandonato la carriera da "pro". Poi è stato B1 per tredici anni e ora lavora a Montecatini, mentre gioca le gare a squadre per gli Assi Giglio Rosso di Firenze. Ma soprattutto, è diventato il numero uno del mondo tra gli over 50, e ieri a Miami ha vinto il titolo mondiale.Era già numero uno del mondo fra gli over 50, ma il titolo mondiale gli mancava. Ora non più. Marco Filippeschi, 50 anni da Grosseto, ha vinto la 37esima edizione dei Seniors World Individual Championships 2017, giocati sulla terra verde di Miami Beach. Il toscano, prima testa di serie, si è rivelato il più forte di tutti sia in campo, sia a gestire fisicamente l’umidità incredibile della Florida, arrivata a toccare temperature caldissime. Nel tabellone over 50 era al via anche il tedesco Karsten Braasch, ex top-40 ATP che qualcuno ricorderà battere severamente entrambe le sorelle Williams in un match d’esibizione nel lontano ‘98, bevendo birra e fumando sigarette ai campi di campo. Il tedesco si è arreso in semifinale allo svedese Martin Persson, che lavora a Stoccolma nel mondo della finanza, ma la corsa del tennista nordico (non compreso fra le teste di serie) è andata a sbattere in finale contro il magnifico stato di forma di Filippeschi, che al suo primo anno nel circuito mondiale chiuderà con 40 vittorie e appena 3 sconfitte. In finale il grossetano ha avuto bisogno di ben dieci match-point, ma sull’ultimo ha infilato un passante di diritto e l’ha spuntata per 6-4 6-7 6-1, inginocchiandosi sulla terra verde del North Shore Tennis Centrer. Sul numero di ottobre de Il Tennis Italiano, per celebrare la sua promozione a numero uno del mondo, vi avevamo raccontato la sua storia. Ve la riproponiamo.
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Per un curioso caso di tempistiche e circostanze, nell’anno in cui il baraccone federale spinge la NextGen con l’evento-lancio ospitato da Milano, l’italiano che nel tennis mondiale si spinge più in là è un cinquantenne di Grosseto. Si chiama Marco Filippeschi e grazie a un pokerissimo di vittorie nel circuito internazionale Senior, da qualche settimana è diventato il numero uno del mondo tra gli over 50.
Numero uno over 50 ma con una carriera giovanile alle spalle.
Sono uscito tardi: il primo risultato significativo sono stati i quarti di finale ai campionati italiani U18. Fino a quel momento non ero mai stato granché considerato dalla Fit e devo ringraziare il Circolo Tennis Grosseto, dove ho giocato fino ai 18 anni, e il maestro Beppe Di Lazzaro di Follonica che mi hanno aiutato molto.
Poi il tentativo tra i professionisti.
Ho iniziato a giocare dei tornei internazionali, ma senza nessuno al mio fianco. Ma in un torneo a Pescara sono partito dalle qualificazioni e arrivato fino alla semifinale, battendo anche il numero 100 del mondo. Lì un allenatore si propose di aiutarmi sia per gli allenamenti sia per la ricerca di qualche sponsor: era Jack Reader (attuale coach di Troicki ed ex, tra gli altri, di Dolgopolov, Nda) con cui mi allenai per cinque mesi a Riva del Garda. Arrivarono i risultati perché vinsi due tornei satellite consecutivi. Con queste vittorie arrivai al numero 221 del mondo a vent’anni.
Poi cos’è successo?
Una serie di fattori, compresa una programmazione di tornei non ottimale e qualche problema fisico. Poi sono partito per la leva militare e al mio ritorno non ho continuato a giocare da professionista ma ho svolto solo attività nazionale: sono stato B1 per tredici anni e, a 35 anni, ho vinto i campionati di seconda categoria e un Masters dove c’era in palio una Y10.
E attualmente sei ancora in seconda categoria.
Oggi sono 2.5 perché avevo smesso di giocare per cinque anni, scendendo da 2.3 fino a 2.8. Poi lo scorso anno sono risalito fino al 2.5 giocando solo qualche torneo Open.
Parlaci di questo circuito internazionale over 50.
Non è molto conosciuto, ma funziona bene. Innanzitutto si prendono in considerazione solo i migliori quattro risultati, questo evita il fenomeno di accumulo di punti per quantità dei tornei giocati, favorendo invece la qualità. Ci sono tanti tornei, ma ogni nazione ha un solo Grade A. Quindi, se vuoi salire in classifica devi fare anche qualche torneo all’estero, altrimenti è difficile scalare il ranking. Quest’anno ho vinto ad Alassio (Grade 1), a Milano Marittima (Grade A) e a Klosters, in Svizzera. Poi con la vittoria a Keszthely, in Ungheria sono diventato il numero uno assoluto.
Per fare questi tornei ti muovi a tue spese o hai degli sponsor?
Nei tornei maggiori ci sono dei rimborsi, oltre al montepremi, per cui si riesce a sostenere le spese. Chiaro,
se non arrivi alle fasi finali dal punto di vista economico ci si rimette.
Come hai deciso di tuffarti in quest’esperienza da over 50?
Per curiosità. Mi piaceva confrontarmi con giocatori di altre nazioni e vedere dove sarei potuto arrivare, ma non mi sarei immaginato addirittura in cima al ranking mondiale.
Quanto ti alleni?
Non tanto perché insegno e faccio fatica a trovare tempo e spazio. Però quest’anno alleno un ragazzo 2.5 e ho modo di allenarmi anch’io. Gioco le gare nazionali a squadre con gli Assi Giglio Rosso, mentre lavoro presso il Circolo Tennis Montecatini.
Nel circuito di oggi che classifica potresti valere?
Non credo di poter tenere il ritmo dei 2.1, quindi diciamo intorno alla 500° posizione mondiale. A quei livelli l’età è un fattore troppo importante. Però coi 2.3 posso ancora giocarmela.
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