Testi e dati dell’ing. Gabriele Medri *
Possiamo definire la HDX Tour di Tecnifibre una corda di tipo ibrido, che utilizza come base costruttiva una struttura multifilamento in cui vengono mixati filamenti in poliestere tipici degli armeggi monofilamento con poliammide e poliuretano, tipici dei più sofisticati e preziosi multifilo. Si tratta dunque di una vera e propria evoluzione moderna dei multifilamenti di tipo classico e consente di racchiudere in un'unica soluzione, assolutamente performante e di alto livello, il rendimento dinamico di una corda monofilamento medium-soft con il comfort, la morbidezza, la sensibilità e il minimo shock da impatto tipico delle corde multifilamento. A differenza dei multifilamento classici, la HDX possiede un mix del tutto personale che le consente di avere un carattere unico nel panorama delle corde da tennis e di consentire l'utilizzo da parte di un target di giocatori pressoché universale che parte dallo junior e finisce all'agonista puro alla ricerca di sensibilità e feeling, passando per tutti i giocatori di club che vogliono una corda dalle notevoli prestazioni proteggendo le proprie articolazioni dalle sollecitazioni trasmesse all'impatto (circa il 50% in più rispetto a una corda monofilamento in poliestere).
La rigidezza statica rende la HDX simile in termini di consistenza del piatto ad un monofilo di media rigidezza ma con la differenza di abbattere in modo radicale le vibrazioni e lo shock trasmesso alle articolazioni dato che la sua DS (rigidezza dinamica) è pari e 130g/mm contro i 200-220g/mm di un moderno monofilamento. La bassa rigidità dinamica pone inoltre l'armeggio come soluzione ideale per chi utilizza telai che si inseriscono nella fascia medio-leggera, con pesi al di sotto dei 300 grammi (non incordati) e di conseguenza si configura come armeggio ideale per accompagnare il ragazzo in evoluzione nella transizione dall'attrezzo junior a quello standard, come pure nelle fasi successive di crescita e di progressione tecnica. Date le caratteristiche costruttive e di composizione, l'armeggio consente l'utilizzo su di un ampio raggio di tensioni, non essendo caratterizzata dall'irrigidimento progressivo tipico dei multifilamento: data la stabilità tensionale statica e dinamica si consiglia di rimanere entro un range compreso fra i 22 e i 26 kg garantendo sempre e comunque una bassa rigidezza in fase di impatto.
Elementi da prendere in considerazione per tutti gli agonisti di terza e quarta categoria che non rompono le corde con frequenza sono la durata dinamica (molto superiore ad un armeggio in poliestere), che permette l'utilizzo fino a rottura anziché la sostituzione entro le canoniche 10-15 ore di un monofilamento e un affaticamento nettamente inferiore rispetto ad un filamento in poliestere caratterizzato da alta rigidezza dinamica. In definitiva, un armeggio di qualità assoluta da preferire in calibro medio (1.30 mm) per non sacrificare la durata meccanica e consentire di godere al massimo della indiscutibile qualità di questa corda da prendere in considerazione prevalentemente in soluzione fullbed ma che non disdegna un uso anche in incordatura ibrida se abbinata con filamenti rigidi e sottili, tipo (per rimanere in casa Tecnifibre) il Razor Code in calibro 1.20 mm, per massimizzare presa di rotazioni e controllo.
ON COURT
Una meraviglia. È la sensazione che si prova dal primo impatto, soprattutto se non si sale troppo con la tensione (se utilizzata su un telaio già abbastanza rigido), rimanendo sotto i 24 kg. La palla esce rapidissima, con uno snap back piuttosto soddisfacente; si sente bene l'impatto, a dimostrazione di una sensibilità fuori dal comune. Le rotazioni sono molto ben assecondate, sia nel back come nel top spin, anche se in tal senso un agonista ben allenato potrebbe preferire ancora un monofilo (appena montato: dopo una decina di ore, riparliamone). La caratteristica principale della HDX Tour è proprio quella di essere un multifilo che si avvicina per caratteristiche ad un monofilo di media rigidtà, col vantaggio che assorbe molto meglio gli shock da impatto e con una tenuta di tensione dinamica decisamente superiore ad un armeggio in poliestere, così da poterla portare a rottura (o comunque a giocarci le classiche 15-20 ore, a seconda del livello, delle sensazioni e delle abitudini). Lo spostamento delle corde (ma sarà poi questo grande fastidio?) è inferiore a quello dei classici multifilo: se però siete dei buoni arrotini, è chiaro che la corda non è immune da sfilacciamenti e spostamenti.
COS’È UN MULTIFILAMENTO?
Sono le corde con le quali abbiamo quasi sempre giocato fino all'avvento dei monofilamenti, rispetto ai quali sono più potenti e sensibili, ma offrono anche meno rotazione e soprattutto controllo. Qualche appassionato si lamenta perché tendono a spostarsi, ma i movimenti sono in realtà minimi. Spesso hanno lavorazioni e strutture talmente complesse da assomigliare al budello naturale in termini di giocabilità e non creano problemi alle articolazioni. La perdita di tensione è decisamente inferiore rispetto ai monofilamenti e talvolta li si porta a rottura (comunque meglio tagliare dopo 20 ore circa o quando le si avverte allentate). In genere si tirano circa 2 kg in più rispetto al monofilo e il loro range di tensione su un piatto corde da 100 pollici varia dai 21 ai 26 kg. Purtroppo si tende a optare troppo spesso (erroneamente) a ciò che utilizzano i professionisti, mentre i multifilamenti sono le corde che i ragazzini under 12 e i giocatori di club dovrebbero utilizzare di più.
* Ingegnere, co-fondatore della pro-t-one, Gabriele Medri è consulente tecnico della Federazione Italiana Tennis, IRSA Pro Stringer, Racquet Technician e Tournament Stringer, ERSA Master Racquet Technician e Pro Tournament Stringer.