Dodici mesi fa, a coronamento di un gran finale di stagione, Andy Murray era il numero 1 del tennis mondiale. Ma il 2017 non è stato altrettanto brillante: nella prima parte ha perso qualche partita di troppo, mentre la seconda – semplicemente – non c'è stata. Dopo Wimbledon si è fermato per un problema all'anca, e tutto sommato può ritenersi fortunato per non essersi dovuto operare. Secondo mamma Judy, i tanti infortuni nel circuito ATP sono dovuti alla durezza del calendario. Chiusa la parentesi come capitana della Fed Cup britannica, oggi la Murray è impegnata in una serie di clinic in giro per il mondo, peraltro dopo aver pubblicato la sua autobiografia. “Il circuito maschile è duro e complicato – racconta Judy – negli Slam e in Coppa Davis ci sono partite al meglio dei cinque set, molto impegnative sia sul piano fisico che su quello mentale. Per questo bisogna ripensare e riflettere sul calendario. L'anno scorso furono Federer e Nadal a pagarne le conseguenze, mentre nel 2017 diversi top-10 non sono arrivati a fine stagione, già dallo Us Open. A mio parere, dovrebbero ascoltare i giocatori prima di stilare il calendario”. La questione è annosa: a stabilirlo è l'ATP, che è un'equa rappresentanza tra giocatori e tornei. E le esigenze tra le parti sono spesso opposte. C'è grande attesa per il calendario 2019, probabile punto di svolta rispetto alla struttura attuale. C'è ancora qualcosa da aggiustare, poiché non sono ancora stati fatti annunci ufficiali, se non qualche spiffero qua e là (la nuova categoria dei Mini-Slam, di cui dovrebbe far parte Roma, e il varo di una specie di “Coppa del Mondo” da giocare in gennaio).
LA PRIORITÀ DI UN CAPITANO
Secondo Judy Murray, uno dei primi interventi da effettuare riguarda la Coppa Davis. “Il calendario maschile è pieno, quasi congestionato. Dopo uno Slam, i grandi giocatori sono spesso molto stanchi ed è difficile che siano in condizione per giocare in Davis. Secondo me bisogna cambiare il calendario e farla giocare ogni due anni”. Su questo punto, l'ITF sembra orientata per il “no”, mentre sta pensando alcuni aggiustamenti che (per ora) non sono stati approvati, come la riduzione dei match al meglio dei tre set. Intanto, il 2017 ha visto il ritorno in vetta di Federer e Nadal. Mamma Murray è sorpresa solo in parte: “È sorprendente il fatto che siano tornati in alto così rapidamente. Tuttavia, venivano da tante stagioni ad alto livello. Sono giocatori fantastici, con una grande passione per lo sport. Conoscendoli, quello che hanno fatto non è così sorprendente”. Ben diversa la situazione nel tour femminile: in questo momento ci sono diverse giocatrici che ronzano intorno alla vetta, ma nessuna sembra pronta per raccogliere il testimone di Serena Williams e comandare il tour con una certa intensità. “Il tennis deve essere grato a grandi personaggi come le Williams o Maria Sharapova, ma ci sarà un gran vuoto quando si ritireranno”. Poiché si trova in Spagna, le hanno chiesto un parere anche sulle faccende locali: sulla Muguruza ha detto che deve crescere mentalmente per mantenersi sui livelli che ha già dimostrato di poter raggiungere, mentre sulla Fed Cup si è limitata a dare un consiglio ad Anabel Medina Garrigues, appena nominata. “È fondamentale la comunicazione: bisogna sapere cosa dire alla giocatrice e come dirglielo. Bisogna investire molto tempo nel conoscere le giocatrici, perché ognuna è diversa”. Come è noto, l'avventura della Spagna di Fed Cup ripartirà proprio dall'Italia, i prossimi 10-11 febbraio, a Chieti.