Quando viene calpestata la storia, è sempre un giorno molto triste. A noi europei non cambierà molto, perché in quel periodo dell'anno seguiamo soprattutto gli ultimi tornei sulla terra battuta, e la mente non è ancora “settata” sullo Us Open. Tuttavia, il torneo WTA di Stanford era il più antico del circuito femminile. Ci tocca declinarlo al passato perché, con un annuncio effettuato venerdì, IMG ha annunciato l'impossibilità di proseguire presso la Stanford University, laddove Madison Keys si è aggiudicata l'ultima edizione non più tardi di quattro mesi fa. Hanno specificato che la priorità è mantenere il torneo nella “Bay Area”, ovvero quella fetta di Stati Uniti a nove fusi orari dall'Italia. Dietro la decisione ci sono questioni economiche. Ricapitoliamo: quest'anno, Stanford ha triplicato il prezzo d'affitto (a cinque zeri) che IMG versava all'Università per ospitare il torneo. Il colosso di Cleveland ha mugugnato, ma alla fine ha accettato. In fondo si trattava di un torneo di buon successo, con tradizione e tante buone giocatrici. Motivo del maggiore esborso? Bank of West, sponsor principale dell'evento, aveva spostato l'investimento per Stanford su Indian Wells, laddove si gioca – ormai – l'unico torneo ATP-WTA dell'America occidentale. Dopo accese trattative, tuttavia, ha accettato di continuare a sponsorizzare il torneo, così come un'importante società multinazionale appena sbarcata a San Francisco, desiderosa di investire sul territorio.
NIENTE PIÙ SPONSOR A STANFORD
Il contratto per la prossima edizione era già pronto, ma l'Università ha sorpreso tutti con un'incredibile modifica al regolamento interno: da adesso in poi, nessuna entità commerciale potrà sponsorizzare un evento che si tiene nel campus. E così Stanford dice addio. A fine luglio, dopo aver seguito gli ultimi tornei sulla terra, non accenderemo più la TV trovando le suggestive immagini dal Taube Family Tennis Stadium. IMG, dunque, si è trovata all'improvviso con una licenza per un torneo WTA, ma senza sede né sponsor. La notizia del divorzio è stata ufficializzata in queste ore via Twitter, ma fonti giornalistiche sostengono che IMG abbia già intavolato alcune trattative con diversi club, sia della zona di San Josè, che della Silicon Valley, che della Costa Est. Si è parlato anche del North Carolina. Insomma, c'è il rischio – concreto – che la California rimanga con il solo torneo di Indian Wells. Che è ricchissimo e scoppia di salute, però sarebbe come disintegrare una tradizione – quella dei tornei in California – che in passato aveva radunato fino a 8 tappe. La notizia ha mandato su tutte le furie CoCo Vandeweghe, finalista nel 2017, che inizialmente se l'è presa con WTA e USTA. In un'accesa conversazione via Twitter, ha ottenuto una risposta direttamente da IMG. “USTA e WTA non hanno nessun controllo sulle politiche interne della Stanford University. Il torneo non aveva altra chance: deve spostarsi”. Finisce osì, dunque, una storia iniziata nel 1971 a San Francisco, proseguita da Oakland dal 1979 al 1996 salvo spostarsi nella sede attuale esattamente 20 anni fa. È la dura legge dell'(anti)business.