Scatterà il 20 febbraio il processo a carico della USTA, presunta responsabile dell'incidente occorso nel 2015 a Eugenie Bouchard, caduta nella sala di fisioterapia dello Us Open: batté la testa procurandosi una lieve commozione cerebrale. Falliti tutti i tentativi di conciliazione. Tra i testimoni ci sarà anche Nick Kyrgios.

Andato a male ogni tentativo di mediazione, è scontro aperto tra i legali di Eugenie Bouchard e quelli della USTA per il famoso incidente di un paio d'anni fa, quando la canadese scivolò in una stanza di Flushing Meadows, procurandosi una leggera commozione cerebrale. La Bouchard fu in grado di giocare un solo match nel resto della stagione, e da allora non si è mai più avvicinata ai livelli toccati nel 2014. La novità è che da oggi esiste una data: la causa civile scatterà il prossimo 20 febbraio, a New York, quando sarà chiamata a testimoniare la stessa Bouchard. La canadese si è affidata all'importante studio legale Morelli, in particolare dall'avvocato Benedict Morelli. Secondo i documenti depositati nella Corte Federale di New York, si comincerà il 20 febbraio con la nomina della giuria, dopodiché il processo dovrebbe durare una decina di giorni. La giocatrice chiede diverse voci di risarcimento: intanto i danni per l'incidente e le conseguenze fisiche, che a suo dire sono di esclusiva responsabilità della USTA, poi i potenziali guadagni persi per i tornei a cui ha potuto giocare, infine le varie spese mediche sostenute. Oltre alla diretta interessata, sfileranno davanti ai giudici Julie LeClair (madre della Bouchard), il suo agente John Tobias e persino Nick Kyrgios. La convocazione dell'australiano è dovuta al fatto che aveva giocato il doppio con Eugenie in quel famigerato 5 settembre. Fu dopo aver giocato con lui, infatti, che la canadese si è recata nella sala di fisioterapia per concedersi un bagno ghiacciato. Tuttavia, trovando tutto spento, cadde sul pavimento scivoloso. La giuria esaminerà anche i filmati delle telecamere di sicurezza registrati in quelle ore, le mail inviate e ricevute dalla Bouchard nella sera dell'incidente, nonché alcuni contratti di sponsorizzazione della giocatrice, peraltro con società di rilievo come Nike, Rolex, Coca Cola, Rogers Communications e Tennis Canada. Nell'era dei social network e del loro utilizzo sfrenato, saranno oggetto di analisi anche i vari post pubblicati dalla giocatrice.

ACCORDO SALTATO TRA LE PARTI
L'accusa sostiene che “Genie” sia scivolata a causa di una sostanza “scivolosa, estranea e pericolosa nel pavimento”. Si trattava di detersivo, frutto del passaggio degli addetti alle pulizie. Secondo la Bouchard, nessuno l'ha avvisata delle condizioni in cui si trovava la stanza. Da parte sua, la USTA risponde che la giocatrice sapeva “o avrebbe dovuto sapere” che in quel momento la sala di fisioterapia era chiusa. Come detto, lo scorso anno le parti hanno cercato di trovare un accordo per evitare di finire davanti a un giudice, ma i punti di partenza erano troppo lontani per raggiungere una buona mediazione. La difesa, inoltre, si è indispettita perché sarebbe stato distrutto del materiale video “molto rilevante” ai fini dell'indagine. L'eliminazione è avvenuta perché la policy lo prevede dopo 160 giorni. Secondo i legali della Bouchard, la USTA avrebbe dovuto conservare tutti gli elementi utili, a prescindere dalle valutazioni sulla situazione. Secondo la USTA, dopo aver consegnato tutto il materiale inizialmente richiesto, per tutto il restante sono state applicate le consuete procedure. La risposta non è piaciuta al clan Bouchard, che dunque ha scelto di andare fino in fondo. Nel frattempo lei ha giocato una brutta stagione (con un solo lampo, a Madrid contro la Sharapova), ed è scesa al n.82 WTA. In questi giorni aveva fatto parlare di sé perché si è ritrovata con John Goehrke, il ragazzo a cui aveva concesso un appuntamento dopo aver perso una scommessa via Twitter sull'esito del SuperBowl. Troppe distrazioni e faccende extratennistiche non le fanno bene, ma la questione-processo non è da prendere sottogamba: secondo i suoi fan più accaniti, la crisi è iniziata proprio lì.