Abbracci, sorrisi, persino qualche lacrima di commozione. C'erano tanti sentimenti dietro i volti e le espressioni delle ragazze del Tennis Club Prato. Dopo una dura battaglia contro il Club Atletico Faenza, chiusa al doppio di spareggio, il club toscano ha intascato il quinto scudetto in A1 femminile, il quarto di una generazione che dal 2010 non sbaglia un colpo. Otto finali consecutive con uno zoccolo duro composto da Maria Elena Camerin, Corinna Dentoni e l'appassionata capitana Carla Mel. In questi anni, anche lo spettatore più distratto si sarà abituato al suo vivace gesticolare. E non è passato inosservato il fatto che, al PalaPaternesi di Foligno, in panchina ci fosse qualcun altro, l'esperto maestro Gianluca Rossi. Ma bastava alzare lo sguardo e la Mel era lì, in prima fila, emozionata come sempre nel sostenere le sue ragazze. Chiunque segua il tennis, in particolare la Serie A1, sa quanto sia speciale lo spirito di gruppo creato dalla ex giocatrice genovese (ma trapiantata a Prato da una vita), sia con il duo Dentoni-Camerin che con tutte le altre, comprese le ultime arrivate Lucrezia Stefanini, Giulia Peoni e Lisa Piccinetti. Non c'è un solo appassionato che non si sia domandato come mai la Mel non fosse in panchina. Si tratta di una storia curiosa, un mix tra tennis e politica sportiva che poteva avere conseguenze devastanti sullo svolgimento stesso delle fasi finali. La verità è che Corinna Dentoni e Maria Elena Camerin, decisamente le più forti del team, sono state ad un passo dal non giocare né la semifinale, né la finale. Ma andiamo con ordine.
CARLA SÌ, CARLA NO
Lo scorso 25 marzo si sono tenute le elezioni del Tennis Club Prato, circolo prestigioso e di grande tradizione (ha ospitato alcuni match di Coppa Davis e, ancora oggi, è sede un bel torneo internazionale giovanile). La tornata elettorale è stata vinta da un gruppo dirigenziale, guidato dal presidente Leonardo Pugi, che preferiva ridurre le spese per l'attività sportiva, magari a partire dalla Serie A1. L'idea era risparmiare, magari riducendo l'esborso dei soci (fatto che sarebbe effettivamente avvenuto, con un notevole risparmio annuo sui costi di gestione). Inoltre, con tante strutture a disposizione (il club è dotato di piscina, centro fitness, area giochi, campo da beach tennis e beach volley, nonché diversi campi da calcio e calcetto), si puntava all'idea di una polisportiva, magari togliendo un pizzico di centralità al tennis. Tali programmi convincevano la maggioranza dei soci e, dunque, saliva in carica un nuovo Consiglio Direttivo. Meno di un mese dopo, Carla Mel veniva convocata in Consiglio e riceveva una doccia fredda: “Non sei più il capitano della Serie A1”. Non conosciamo le ragioni che hanno spinto a questa decisione (non certo sportive, visto che il club arrivava da sette finali consecutive), ma pare che il dibattito sia stato piuttosto acceso. Tempo dopo, un paio di consiglieri (gli stessi che avevano proposto l'esonero) cambiano idea e si presentano in consiglio sostenendo che era stato commesso un errore. “Abbiamo fatto una stupidaggine, torniamo indietro” fu la sintesi del loro pensiero. Il Consiglio del TC Prato è composto da otto persone più il presidente, il cui voto è dunque decisivo in caso di 4 voti pari. Pugi si oppone alla richiesta di reintegro e si crea una forte spaccatura, tanto che i due “pentiti” portano un altro paio di componenti dalla loro parte. Forti di questo, provano a mettere il presidente con le spalle al muro. “O Carla Mel torna in sella, oppure ci dimettiamo e il cade tutto il Consiglio”. Dopo un giorno di riflessione, Pugi sceglie di non tornare sui suoi passi. Forse perché non riteneva accettabile la retromarcia di una parte del Consiglio Direttivo, forse per coerenza, o forse perché non pensava che le dimissioni arrivassero per davvero. Invece i “ribelli” hanno dato seguito alle parole e il Consiglio del Tennis Club Prato è caduto, così come stabilito dall'articolo 21 dello Statuto interno (a proposito, nella serata di lunedì 11 dicembre, 48 ore dopo lo scudetto di Foligno, si è tenuta un'assemblea che ha eletto 5 persone, le quali sonderanno le intenzioni di voto dei circa 500 nuclei familiari associati al club. Le elezioni per formare il nuovo consiglio dovrebbero tenersi nella seconda metà di gennaio).
“SEMIFINALE CON LE RISERVE”
Pugi è rimasto in sella ad interim e ha chiesto (e ottenuto) che Carla Mel non sedesse in panchina. In effetti, è stato messo in piedi un campionato al risparmio. Camerin e Dentoni avevano raggiunto un accordo per giocare tre partite a testa nel girone, ma le cose si sono complicate quando è sopraggiunto il forfait di Martina Trevisan: notizia pessima dal punto di vista sportivo, ma che ha liberato un “tesoretto” potenzialmente spendibile altrove (non certo nelle tasche della capitana, che ha sempre ricoperto gratuitamente il ruolo). Il campionato, in effetti, è stato di sofferenza: un paio di pareggi e la sconfitta contro il C.A. Faenza erano lo specchio di una squadra mai al completo. All'ultima giornata della Regular Season, Prato doveva vincere contro Ceriano per salvaguardare il posto ai play-off, ma sia Dentoni che Camerin avevano già giocato le tre partite pattuite. Si poneva, dunque, il problema di pagare un quarto gettone di presenza. Alla vigilia dell'incontro sarebbero emerse una serie di difficoltà economiche: in altre parole, per il circolo sarebbe stato un investimento troppo oneroso. Le trattative, alla fine, si sarebbero concluse con una fumata grigia: Camerin e Dentoni in campo, ma con metà del solito compenso. Le due giocano, vincono 3-1 e Prato sventa la minaccia dello Sporting Stampa Torino. Ma non è finita qui: prima della semifinale contro il TC Parioli, pare che il presidente Pugi abbia chiamato Dentoni e Camerin. Ringraziandole per il loro lavoro, le avrebbe congedate: “Contro il Parioli giocano Stefanini, Piccinetti e Peoni”. Traduzione: risparmio garantito, sconfitta quasi sicura. Il caso ha voluto che due delle tre ragazze del vivaio abbiano avuto problemi fisici: la Piccinetti non era in grado di servire, la Peoni si è presa un virus di stagione.
LIETO FINE
C'è dunque stato il rischio concreto che Prato non scendesse in campo nella doppia semifinale: pare che l'ipotesi del forfait sia stata presa in considerazione, con il club disposto a pagare la multa in caso di mancata presentazione. Tale opzione è stata scartata perché una rinuncia avrebbe comportato la perdita del diritto ai vari rimborsi (articolo 68 del Regolamento Tecnico Sportivo FIT) A quel punto, rimaneva una sola opzione: richiamare Corinna Dentoni e Maria Elena Camerin. “Abbiamo già preso impegni per il weekend: veniamo solo dietro giusto compenso” avrebbero risposto. Si narra che l'OK sia arrivato soltanto dopo la visione dei certificati medici che hanno confermato l'indisponibilità di Peoni e Piccinetti. Il resto è storia recente: al termine di due battaglie furibonde, entrambe chiuse al doppio di spareggio, il Tennis Club Prato ha confermato il suo scudetto rosa. Non è da escludere che sia stato complicato anche trovare un accordo per la finale, ma a quel punto sarebbe stato un clamoroso autogol presentarsi a Foligno con le riserve o – peggio – dare forfait. Con la diretta TV e una grande visibilità su scala nazionale, sarebbe stato un grave danno d'immagine. Insomma: quella che poteva diventare una brutta pagina, con una squadra assente in semifinale, si è trasformata in una bella favola sportiva. Uno sceneggiatore non l'avrebbe potuta immaginare meglio: il 20 novembre, Maria Elena Camerin e Corinna Dentoni erano ex giocatrici del TC Prato, mentre il 9 dicembre hanno stretto tra le mani un pezzo di stoffa tricolore. Il più bello, perché sofferto anche fuori dal campo. Cosa succederà l'anno prossimo, sia nella dirigenza del TC Prato che nel Campionato di Serie A1, non lo possiamo sapere. Ma era giusto raccontare questa storia.