Qualche anno fa, il suo ex coach Peter McNamara sosteneva che sarebbe diventato il numero 1 d'Australia. A suo dire, Matthew Ebden non aveva reali punti deboli ed era maturo per entrare tra i top-30 ATP. Non è andata esattamente così, vuoi per una serie di risultati negativi, vuoi per un'operazione a un ginocchio che gli ha fatto perdere quasi tutto il 2016. Ma quest'anno il buon Matthew è stato il top-100 ad aver scalato più posizioni nel ranking ATP. Quasi fuori dai primi 700, ha giocato una stagione impetuosa: la finale al torneo ATP di Newport, unita a tanti successi nel circuito Challenger, lo ha portato in 76esima posizione. Se non ci fosse Nick Kyrgios davanti a lui, la previsione di McNamara si sarebbe avversata. “A ben vedere, per me non è una novità – ha detto Ebden, che inizierà la stagione al Brisbane International – già in passato sono stato il numero 2 del paese alle spalle di Bernard Tomic. Forse era già successo ai tempi di Lleyton Hewitt. Non sono ancora salito al numero 1, ma sarebbe bello. L'attenzione dei media e l'interesse del pubblico erano cose importanti per me, ma poi mi sono reso conto che non significano niente. A maggior ragione quando sei in campo". Lui risiede a Perth, sede della Hopman Cup. Prima di trasferirsi nel Queensland si è concesso alcuni allenamenti con i fratelli Mischa e Alexander Zverev, sbarcati in Australia con parecchi giorni d'anticipo.
I CONSIGLI DI MARGARET
Dopo Brisbane giocherà l'esibizione di Kooyong e poi cercherà di superare, per la prima volta, il secondo turno nello Slam di casa. Per riuscirci si è sottoposto a intense sedute di allenamento, dalle 4 alle 6 ore quotidiane, in modo da essere pronto per eventuali partite di cinque set. “Vorrei andare il più avanti possibile in un torneo del Grande Slam: per riuscirci, bisogna essere preparati sia mentalmente che fisicamente. In tanti anni ho maturato l'esperienza necessaria. Adesso sono in gran forma, nel 2017 ho vinto tante partite e questo mi riempie di fiducia. Inoltre ho cambiato il mio stile di gioco: in passato giocavo un po' troppo sulla difensiva, mentre adesso è più efficace”. Attualmente è allenato da Liam Smith, ma può contare su una consigliera d'eccezione: Margaret Court. Per qualche tempo, infatti, nel suo team c'è stato Mark Shananan, nipote della giocatrice più titolata di sempre. Inoltre la conosce sin da quando aveva 14 anni. “Ogni volta che ho bisogno di un consiglio, mi parla anche per ore. È una donna incredibile, offre sempre una visione diversa delle cose, sa aprire gli orizzonti. La sua influenza è fondamentale e mi riempie di fiducia”. Adesso che la Court si trova nell'occhio del ciclone per le sue opinioni sulle coppie omosessuali, chissà che Ebden non possa darle qualche consiglio, frutto dei suoi studi di giurisprudenza, che peraltro ha in programma di riprendere a fine carriera. Sarebbe un bel mondo di sdebitarsi. Ma adesso c'è ancora da giocare a tennis, nella convinzione che il meglio debba ancora venire.