Nata nel 1989, l'esibizione mista di Perth festeggia la sua 30esima edizione. Pur non essendo una competizione ufficiale, ha vissuto ottime edizioni e spesso attirato grandi giocatori. L'aneddotica è ricca, tra pugni ai teloni, occhi neri, proposte di matrimonio e cambi di nazionalità.

Resistere 30 anni, se si tratta di un'esibizione, è una grande impresa. È il caso della Hopman Cup di Perth. Pur non dando punti per la classifica ATP-WTA, rimane un evento amato dai giocatori e dal pubblico. Il passaggio dal Burswood Dome alla Perth Arena lo ha definitivamente rilanciato. L'edizione 2018 ha garantito un ottimo campo di partecipazione, perfetto per mantenere una buona tradizione. Nelle ore in cui i protagonisti festeggiano l'anno nuovo nel tradizionale party, con l'aiuto di "The West", ripercorriamo i 30 momenti più significativi di 30 anni di storia.

Il ritorno di Roger Federer dopo 15 anni di assenza. L'anno scorso, lo svizzero ha aperto al pubblico il suo primo allenamento e ha accolto ben 6.000 spettatori. Il ruggito della folla quando è entrato in campo è passato alla storia. Quest'anno si è ripetuto: a seguire il suo allenamento con Kokkinakis c'erano 5.688 persone.

Il primo titolo dell'Australia. Nel 1999, Mark Philippoussis e Jelena Dokic hanno dato il primo successo ai padroni di casa. Ci sono voluti quasi 20 anni prima che arrivasse il secondo.

L'impresa di Tomic contro il numero 1. Nel 2013, l'allora 20enne Bernard Tomic battè Novak Djokovic. Doveva essere il lancio decisivo di una carriera da top-10, forse qualcosa di più. Oggi il futuro di “Bernie” è più nebuloso che mai.

Il successo della giovane Australia. Nel 2016, Nick Kyrgios e Daria Gavrilova hanno dato una gioia al pubblico di casa, la prima nella nuova sede di Perth. Quell'anno, l'Australia aveva schierato due squadre per garantire il tour d'addio a Lleyton Hewitt. Ma il titolo andò al team giovane.

Gli occhi neri di Marat Safin. Nel 2009, il mitico Marat si presentò a Perth con l'aspetto di un pugile suonato. Arrivato in ritardo, si giustificò dicendo che era stato coinvolto in un litigio a Mosca prima di partire. “Però ho vinto”. Sarebbe stata la sua quarta e ultima apparizione.

Il titolo di Federer e Hingis. Nel 2001, Federer aveva 19 anni e pochi immaginavano quello che sarebbe diventato. All'epoca, la Hingis era al picco della sua carriera e i due regalarono il trofeo alla Svizzera.

Il sorprendente successo della Polonia. Si pensava che gli Stati Uniti di Isner e Serena Williams regalassero il settimo trofeo agli USA, invece Jerzy Janowicz e Agnieszka Radwanska diedero gloria alla Polonia, che peraltro era solo alla sua seconda apparizione.

La varicella di Lleyton Hewitt. Nel 2002, l'australiano avrebbe dovuto affrontare Kim Clijsters, sua fidanzata di allora, nel doppio misto tra Australia e Belgio. Avevano fatto un gran battage pubblicitario, ma si prese la varicella a poche ore dal match. E diede forfait.

Il pugno di Marc Rosset. Nel 1996, durante la finale contro la Croazia, Marc Rosset diede un pugno a un cartellone pubblicitario dopo aver fallito il matchpoint che sarebbe valso il titolo. Giocò altri due punti, poi fu costretto a ritirarsi a causa del dolore.

La coppia Becker-Graf. Nel 1990, Steffi Graf fece coppia con Boris Becker ma diede forfait al suo match di singolare in semifinale. Tornò in tempo per il doppio misto, ma persero.

La mancata finale del 2004. L'Australia di Lleyton Hewitt e Alicia Molik si qualificò per la finale, ma un infortunio al piede della Molik li costrinse al forfait prima di scendere in campo. Al loro posto giocarono gli Stati Uniti, con Lindsay Davenport al posto di Serena Williams. Vinsero contro la Slovacchia.

Il record di Arantxa Sanchez. Vincendo con Tommy Robredo nel 2002, la spagnola si è aggiudicata il secondo titolo a più di 10 anni dal primo.

Il forfait di Serena Williams. Nel 2016, Serena andò a Perth ma poi dovette ritirarsi a causa di un infortunio al ginocchio. Pur senza allenamento, sarebbe arrivata in finale all'Australian Open.

La sfortuna di Petra Kvitova. Dodici mesi fa, la ceca aveva annunciato il forfait per un problema al piede. Poche ore dopo, sarebbe stata aggredita e accoltellata nella sua abitazione di Prostejov.

L'anno dei numeri 1. Nel 2003, per la prima volta, sono sbarcati a Perth i numeri 1 ATP e WTA: Lleyton Hewitt e Serena Williams. Si sarebbero affrontati in finale, con successo dell'americana in coppia con James Blake.

La richiesta di matrimonio di Dominik Hrbaty. Nel 2005, la Slovacchia si è imposta in finale sulla Russia grazie al bel successo di Hrbaty su Safin. Dopo il successo, si è inginocchiato davanti alla fidanzata Nelly Petrova e le ha chiesto la mano, mostrandole uno splendido anello di diamanti.

Il primo “sold out”. Era il 1989 quando la Cecoslovacchia di Helena Sukova e Miloslav Mecir battè l'Australia di Cash e Mandlikova davanti a 7.500 spettatori.

Il debutto di Thanasi Kokkinakis. Nel 2013, l'australiano aveva 16 anni e giocò tre partite per vari team in sostituzione di alcuni infortunati. Mostrò sin da subito ottime qualità. Il suo esordio ufficiale è avvenuto in queste ore.

Il cambio di sede. Il nuovi impianto è stato inaugurato nel 2013, anno in cui Tennis Australia ha preso in gestione l'evento. Il primo titolo alla Perth Arena è andato alla Spagna.

L'esordio di Sascha Zverev. Il tedesco aveva 18 anni ed era numero 83 ATP quando ha fatto il suo esordio a Perth. Da allora, non è mai mancato. L'anno scorso ha battuto nientemeno che Roger Federer. Oggi è n.4 e per molti sarà il futuro leader.

La partecipazione di Monica Seles. Nel 1991 la Jugoslavia non si era ancora sgretolata. Monica Seles, dunque, fece in tempo a vincere il titolo insieme a Goran Prpic battendo in finale gli Stati Uniti di Wheaton e Garrison. Sarebbe tornata nel 2001 e nel 2002, ma ormai rappresentava gli Stati Uniti.

Il giovane Novak Djokovic. Il serbo era n.78 ATP nel 2006, anno della sua prima apparizione. A fine anno sarebbe già stato tra i top-20, mentre nell'apparizione successiva era già n.3. E qualche settimana dopo avrebbe vinto il suo primo Australian Open.

La nascita della “Genie Army”. La bella canadese si è presentata nel 2014 e ha subito raccolto un grande sostegno del pubblico. I più accaniti hanno creato un gruppo di fans scatenati, denominato “Genie Army”. Sarebbe tornata nel 2015 ed è in gara anche quest'anno.

L'unica apparizione di Pat Rafter. Il mitico Pat ha giocato soltanto un'edizione, nel 1998, da campione in carica dello Us Open. Fece coppia con Annabel Ellwood ma si ricorda soprattutto un suo cambio di maglia, accompagnato da un boato del pubblico femminile.

Il caffè di Serena Williams. Nel 2015, l'americana perse 6-0 il primo set contro Flavia Pennetta. Per tirarsi su, pensò bene di chiedere un caffè a un cambio di campo. Da lì in poi, avrebbe perso solo tre game. La notizia ebbe grande risonanza.

La presenza di John McEnroe. Prima del ritiro, avvenuto nel 1992, John McEnroe fece in tempo a giocare nel 1990. Rischiò la squalifica, che poi sarebbe arrivata qualche settimana dopo all'Australian Open. Non si era reso conto che le norme comportamentali erano cambiate. Ed erano meno permissive.

La sportività di Jack Sock. Nel 2016 fece scalpore il gesto dell'americano, che incitò Lleyton Hewitt a chiedere l'intervento di hawk eye su una palla dubbia. Perse il punto, ma si prese mille applausi. Giunse in finale con CoCo Vandeweghe: i due sono in gara anche quest'anno.

Il trionfo di Alize Cornet. La francese è tra i fedelissimi dell'evento, anche se quest'anno non ci sarà. Nel 2014 ha vinto il titolo insieme a Jo Wilfried Tsonga.

Ivan Lendl gioca per gli Stati Uniti. Il mitico Ivan aveva preso la cittadinanza americana due anni prima, nel 1992. Così, nel 1994, ha rappresentato il suo nuovo Paese. Fu una partecipazione in extremis, poiché a fine anno si sarebbe ritirato per un infortunio alla schiena.

Ancora Federer nel 2018. Il selfie di qualche giorno fa con un simpatico quokka resterà la cartolina di questa edizione: è diventato virale in poche ore, garantendo una visibilità enorme sia all'evento che al Western Australia.