Lo disse il primo maestro di Alex De Minaur quando lo vide per la prima volta. Oggi festeggia la sua prima semifinale ATP: pur risiedendo in Spagna, si dice legato all'Australia. Alcuni colleghi gli hanno fatto amare il rugby, mentre lui dice: “Il mio obiettivo finale è rappresentare il paese”. Lleyton Hewitt lo ha già scelto come erede.

Qualcuno ha scritto che la semifinale di Alex De Minaur al torneo ATP di Brisbane è giunta “dal nulla”. Visione un po' ingenerosa per il ragazzo nato a Sydney, ancora numero 208 ATP ma destinato a far parlare parecchio di sé. Se i successi contro Steve Johnson e (soprattutto) Milos Raonic erano definibili come exploit, era difficile non aspettarsi il tris contro Michael Mmoh. Nell'arena intitolata a Pat Rafter (che non più tardi di un anno fa aveva puntato su di lui come futura stella del tennis australiana), gli ha rifilato un netto 6-4 6-0. Pur avendo origini latine e una storia curiosa alle spalle, segue con passione la National Rugby League. Curioso, per un ragazzo con padre uruguaiano e madre spagnola, residente in Spagna. “Thompson e Reid mi hanno coinvolto” ha detto dopo il successo su Mmoh, in attesa di giocarsi la semifinale (in diretta su Eurosport dall'1.30). Sarà un match possibile perché è atteso da Ryan Harrison, mentre nella parte alta del tabellone Grigor Dimitrov e Nick Kyrgios hanno rispettato le gerarchie. Parlando della curiosa storia di De Minaur, il Sydney Morning Herald scrive: “A lungo valutato come un eccellente prospetto da Tennis Australia, De Minaur possiede un background che rende la sua lealtà verso il nostro paese una questione di fortuna”. In effetti, se rappresenta l'Australia è solo perché la federtennis spagnola ha commesso un grave errore di valutazione. Nato a Sydney, ha vissuto in Spagna tra i 5 e i 13 anni d'età. In quel periodo, la RFET non ha trovato nessun tipo di contributo per lui. I genitori avevano un autolavaggio e non potevano permettersi troppe spese, ma non hanno rinunciato al sogno di farlo giocare a tennis.

LE SOMIGLIANZE CON RUSTY
Allora lo hanno riportato in Australia, dove ha giurato amore eterno al paese d'origine, pur riconoscendo che non è quello giusto per svilupparsi come tennista. Oggi vive ad Alicante, nel sud della Spagna, ben più vicino alle rotte principali del tennis. “Se è difficile mantenere le mie radici Australiane in Spagna? Io amo l'Australia, amo venire qui, giocare e sentire il sostegno della gente. È la mia passione e un giorno spero di poter rappresentare la casacca verde-oro, è il mio obiettivo finale”. Nato nel 1999, De Minaur si sta ancora formando. Fisicamente, tecnicamente, caratterialmente. In lui, tuttavia, molti rivedono le movenze e la grinta di Lleyton Hewitt, capitano di Coppa Davis e suo mentore. È ancora piccolo di statura rispetto a tanti giganti del tour, ma a Brisbane sta giocando da big. Ha messo a nudo tutte le lacune di un bombardiere come Raonic, aiutandosi con un tennis regolarissimo. Ha commesso un solo errore in tutta la partita. Contro Mmoh era più nervoso, ma è bastato un set per togliersi di dosso ogni paura e dominare alla distanza. E poi ha il “c'mooon!” facile, proprio come accadeva a Hewitt. “Prima di scendere in campo avevo tanti pensieri ed emozioni, sapevo che era una grande opportunità. Quando è andato via il nervoso, mi sono sciolto e ho giocato sprazzi del mio miglior tennis. Come descrivere tutto questo? È un sogno e non mi voglio svegliare. So perfettamente che ci sarà molta più attenzione su di me, ma non cambierà quello che faccio o quello che sono. Sono sempre la stessa persona”.

QUELLA LONTANA PREVISIONE
A sentirlo parlare, sembra uno Hewitt ringiovanito. “Devi essere sempre convinto di potercela fare. Se non pensassi di poter vincere, allora resterei a casa. A cosa serve giocare se non pensi di potercela fare?”. Il buon “Rusty” ha subito capito che avrebbe potuto essere il suo erede e ha scelto di seguirlo, persino ospitandolo a casa sua. Ovviamente, è nel suo box anche a Brisbane. “Per me significa molto averlo al mio fianco e ascoltare i suoi consigli – continua De Minaur – ha molta fiducia in me ed è convinto che io possa competere con i migliori. Una delle prime cose che mi ha detto è stata di credere in me stesso”. A fare il lavoro “sporco”, quello quotidiano, c'è un tecnico spagnolo. Quando si trova ad Alicante, a curarne la crescita c'è Adolfo Gutierrez. Lo segue da quasi otto anni e lo conosce alla perfezione, sia dentro che fuori dal campo. “Ed è bello condividere con lui questi successi”. De Minaur è già nel main draw dell'Australian Open, essendosi aggiudicato la wild card vincendo i play-off interni di dicembre. Sarà uno dei giocatori più attesi, e forse tornerà di moda la frase del primo maestro che lo vide giocare. Quando Alex aveva cinque anni, esclamò: “Questo bambino è il futuro vincitore dell'Australian Open… “