Chissà cosa pensa lo scommettitore che ha investito 40.000 dollari sul successo di Nick Kyrgios all'Australian Open. Magari sarà contento perché ha vinto tre partite di fila recuperando un set di svantaggio (segno di una buona condizione atletica), o magari sarà preoccupato perché la forma potrebbe essere arrivata troppo presto. Intanto Nick si giocherà (da favorito) il titolo al Brisbane International dopo aver vinto una partita “vera” contro Grigor Dimitrov, secondo molti la vera finale anticipata, visto che dall'altra parte del tabellone è emerso l'outsider Ryan Harrison. “Non avevo mai battuto Dimitrov, sapevo che avrei dovuto fare qualcosa di diverso – ha detto Kyrgios dopo il 3-6 6-1 6-4 finale – per esempio, non dovevo dargli troppo ritmo. Lui è stato molto solido nel primo set, approfittando di un brutto game in cui mi sono fatto brekkare. Ma poi ho preso il controllo del match”. Con questa finale, Nick ha cancellato un piccolo tabù: non aveva mai raggiunto una finale in Australia. Per lui sarà la settima finale in carriera (per ora ne ha vinte tre), ed è il primo australiano a giocarsi il titolo nella Pat Rafter Arena dopo Lleyton Hewitt, che quattro anni fa sorprese Roger Federer. Prima di festeggiare, tuttavia, dovrà battere un Ryan Harrison rivitalizzato dalla cura di Michael Russell, uno dei giocatori più intelligenti degli ultimi anni. Non era difficile immaginarlo nelle vesti di coach. “Harrison serve molto bene, penso che sia la sua qualità principale – ha detto Kyrgios – inoltre si muove bene. Abbiamo giocato sulla terra battuta, ma non è la sua miglior superficie. So a cosa vado incontro e so che non sarà facile”. In questi giorni, Kyrgios sta trovando un notevole aiuto dal servizio. Dimitrov (che pure era reduce da sette vittorie consecutive) è stato infilato da ben 19 ace e ha raccolto meno di un punto su cinque quando Kyrgios metteva la prima palla. A sua volta, non è stato così incisivo nei colpi di inizio gioco.
OCCHIO AL SERVIZIO DI HARRISON
E allora, a dispetto della classifica ATP, Harrison potrebbe essere avversario ancora più ostico per l'australiano. È in fiducia perché arriva da tre vittorie in tre set, e guida la classifica degli ace. Ex grande promessa, l'americano ha faticato ha trovare la sua dimensione nel circuito ATP. L'anno scorso ha vissuto una svolta, aggiudicandosi il suo primo titolo ATP a Memphis, mentre quest'anno ha scelto di scendere in campo dimenticando pressioni e aspettative. “Nel 2018 voglio lasciare tutto quello che ho ogni volta che scendo in campo. Se farò così, migliorerò. Senza mettermi troppa pressione ho giocato al meglio, e ora sono in finale”. Contro il rampante Alex De Minaur è stato a due punti dalla sconfitta. Vinto il primo set, il baby australiano si è trovato avanti 5-4 e servizio nel tie-break del secondo set. L'inesperienza si è vista sul 5-5, quando ha commesso un doppio fallo che lo ha mandato in cortocircuito. Nel terzo, Harrison è salito rapidamente sul 5-1 salvo poi chiudere con lo score finale di 4-6 7-6 6-3. “Mi piace l'aggressività di Alex, secondo me ha un gran futuro – ha detto Harrison – è stato un piacere giocare contro di lui. Io ho cercato di pensare soltanto a quello che succedeva dalla mia parte”. Unico torneo ATP della settimana a chiudersi di domenica, il Brisbane International vivrà il suo atto finale domenica alle 10 del mattino (ora italiana) e sarà trasmesso in diretta su Eurosport 2.
ATP BRISBANE – Semifinali
Ryan Harrison (USA) b. Alex De Minaur (AUS) 4-6 7-6 6-3
Nick Kyrgios (AUS) b. Grigor Dimitrov (BUL) 3-6 6-1 6-4