Il tennis è uno sport molto sensibile alle condizioni meteorologiche. Se piove, non si può giocare (salvo alcune situazioni particolari sulla terra battuta), mentre il vento può condizionare pesantemente. In certi periodi c'è poi il problema del calore eccessivo. Qualche anno fa, durante l'Australian Open faceva talmente caldo che la superficie si era “sciolta” su un servizio di Tsonga. Ci sono poi stati diversi casi di giocatori messi KO da colpi di calore più o meno violenti. Molti ricorderanno le affermazioni di Frank Dancevic, che qualche anno fa disse di aver visto “Snoopy” a causa del caldo. Il problema si è riproposto in questi giorni al Sydney International, che ha già mietuto la prima vittima. Kristina Mladenovic sta già vivendo un momento difficile: come se non bastasse, si è bloccata a causa del calore contro la wild card locale Ellen Perez. In svantaggio 6-4 4-2, la francese ha alzato bandiera bianca a causa del gran caldo. E pensare che qualche ora prima, alle 10 del mattino, gli organizzatori avevano rispedito tutti i tennisti negli spogliatoi perché erano già stati raggiunti i 40 gradi. Ma poi la giornata è ugualmente proseguita, mettendo KO la francese. Domenica 7 gennaio 2018 è stata la giornata più calda degli ultimi 80 anni a Sydney, la seconda in assoluto. I termometri sono arrivati a registrare 47,3 gradi contro i 47,8 segnati nel 1939.
LA HEAT POLICY
La calura ha creato problemi alla comunità: 4.000 abitazioni sono rimaste senza energia elettrica nel New South Wales, così come circa 3.000 abitazioni in città. Il caldo atroce non si è limitato ai tennisti: tre macchine fotografiche posizionate a bordocampo si sono spente perché, semplicemente, non riuscivano più a sostenere il caldo. Non troppo distante dall'Olympic Tennis Park si trova il famoso Sydney Cricket Ground, dove si giocava un test match tra Australia e Inghilterra. Il caldo è stata fatale al giocatore inglese Joe Root, finito in ospedale vittima di un colpo di calore. C'è stata anche un pizzico di polemica: secondo qualcuno, il match avrebbe dovuto essere sospeso. “Il cricket non dovrebbe giocarsi a una temperatura superiore ai 41 gradi – hanno detto – bisognerebbe prendere esempio dal tennis, che ha spedito negli spogliatoi i suoi giocatori”. C'è il timore che il problema si ripresenti nei prossimi giorni e durante l'Australian Open, anche se Melbourne dista quasi 900 km da Sydney. Va detto che in Australia esiste una “heat policy” che sospende gli incontri in caso di caldo eccessivo, mentre nei campi principali consente la chiusura del tetto. La policy scatta quando la temperatura tocca i 40 gradi oppure si supera il limite di un complicato algoritmo che tiene conto di temperatura, umidità, radiazioni e velocità del vento. Se si supera un limite di 32,5, gli incontri saranno automaticamente interrotti. Un passo in avanti rispetto a qualche anno fa, quando l'interruzione scattava soltanto al termine del set in corso.