Scarico e col rovescio in panne, Grigor Dimitrov si fa trascinare al quinto set dal qualificato statunitense Mackenzie McDonald, numero 186 della classifica mondiale. Il match del bulgaro si trasforma in una sagra dell'errore, ma nel quinto set riesce ad alzare il livello quel tanto che basta per chiudere 8-6, dopo tre ore e mezza. Solo una giornata storta?Avevamo lasciato Grigor Dimitrov sul finire del 2017, dopo il trionfo alle ATP World Tour Finals, con una speranza. Con la promessa di aver trovato finalmente un campione, un protagonista per gli anni a venire. Ma quanti dubbi, quante perplessità riaffiorano ancora, al termine del suo incontro di secondo turno dell’Australian Open 2018, vinto per 4-6 6-2 6-4 0-6 8-6 contro un encomiabile e coraggiosissimo Mackenzie McDonald, qualificato statunitense numero 186 al mondo, al suo secondo match in carriera in un torneo del Grande Slam. Doveva essere un incontro qualunque per il bulgaro, una parentesi facile e veloce. Poco più di un allenamento e poco meno di un turno da Grande Slam, per presentarsi al terzo round col pieno di energie. Invece, per lunghi tratti la partita ha assunto i connotati di un incubo, per il numero tre al mondo. Incubo dal quale si è tirato fuori solo nel finale di quinto set, gli unici momenti giocati da numero tre al mondo. E se è vero che conta vincere, è altrettanto vero che una prestazione così deludente non può essere cancellata con il colpo di spugna della vittoria. Le sue urla a fine incontro, urla con le quali sfoga tutta la rabbia e la frustrazione, paiono financo eccessive se non stucchevoli. 8-6 al quinto set, dopo tre ore e mezza di colpi spettacolari e tanti, tantissimi errori. 107 in totale, da parte dei due giocatori. Tre ore e mezza in cui è soprattutto Grigor, a fare il nuvoloso e cattivo tempo.
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CINQUE SET DI ALTI E BASSI
Che non sia giornata, per il bulgaro, lo si evince sin dai primi scambi dell'incontro. Bastano tre game a McDonald per far andare in tilt le fragili sinapsi di Grigor. Il bulgaro fa tutto da solo, tre errori gratuiti tre e l'americano si ritrova, con sommo gaudio, avanti di un break. Non si lascia spaventare, Mackenzie, e l'autorità con la quale chiude il primo set è da applausi. Solo nel secondo, Dimitrov comincia a dare sparuti segnali di vita. Entra sì di più nello scambio ma i suoi colpi sono ancora ben lungi dall'essere incisivi. Il rovescio sembra dimenticato chissà dove e sembra solo aspettare che sia l'avversario a regalargli le opportunità. Così avviene, nel sesto gioco. L'americano commette due doppi falli e consegna un break tanto inaspettato quanto immeritato nelle mani del bulgaro. Che finisce con il pareggiare il computo dei set. A questo punto, ci si aspetta che contro un giocatore così lontano in classifica un campione come Dimitrov sia pronto a girare la partita, pronto a tenerlo per qualche minuto con la testa sott'acqua e scappare via. Ma non avviene nulla di tutto questo. Il bulgaro comincia in maniera disastrosa anche il terzo set, va di nuovo sotto di un break e McDonald ha tre palle consecutive per issarsi sul 4-2. Comincia a pensare, comincia a venirgli il dubbio di poterla vincere, questa partita. Ma un doppio fallo e il primo passante di rovescio degno di questo nome da parte di Dimitrov e l'occasione è sfumata. A questo punto, dopo aver annullato altre tre palle break, Grigor non può far altro che raccogliere i punti lasciati per strada dall'americano. Cui inesperienza e forse incredulità, sono macigni troppo pesanti sulle spalle e sulle gambe.
SPARISCE NEL QUARTO, TORNA (O QUASI) NEL QUINTO
Al termine del terzo set, s'intravedono i titoli di coda e sembra tutta discesa per il bulgaro. Ma invece di essere verso la vittoria, la difesa è verso gli inferi. Lo spettacolo indecoroso e imbarazzante regalato da Dimitrov nel quarto set è difficile anche da spiegare a parole. Un 6-0 subito in una ventina di minuti come l'ultimo dei dilettanti al circolo. Una sequela di errori, doppi falli, pochezza nei colpi e nei movimenti da rendere difficile attribuire alcun merito a McDonald, se non quello di approfittarne. E non basta il quinto set, vinto ma rimasto in piedi fino ai titoli di cosa, a cancellare una marea di perplessità, per uno che secondo molti ha possibilità di vincere a Melbourne il suo primo torneo del Grande Slam. Dimitrov ha sì tirato fuori dal cilindro un paio dei suoi colpi al momento giusto. Ma son dovuti servire un doppio fallo e una palla in rete da parte dell'avversario sul match point, per mettere fine alle sue sofferenze. Tanti applausi per McDonald, pericolo scampato per Dimitrov. Che contro Rublev, prossimo avversario al terzo turno, non potrà e dovrà permettersi di scendere in campo con un atteggiamento così remissivo, pena una riedizione dei tre set a zero (per il russo) dello scorso Us Open.

AUSTRALIAN OPEN UOMINI – Secondo turno
Grigor Dimitrov (BUL) b. Mackenzie McDonald (USA) 4-6 6-2 6-4 0-6 8-6