Un buon Nadal supera Leonardo Mayer, sia pure con qualche sofferenza nel terzo set. Il fisico risponde e il servizio gli regala parecchi punti. Rafa non vorrebbe parlare delle questioni sindacali, ma poi qualcosa dice e poi tuona: "Quando fa troppo caldo, bisognerebbe chiudere il tetto. Domani mi allenerò al coperto”.

“Se avete i trascripts di qualche anno fa, andate a leggerli. Non mi va di parlare ancora di questo argomento”. Con queste parole, Rafael Nadal ha risposto a chi gli chiedeva chiarimenti sul perché aveva lasciato il players council qualche anno fa. A suo tempo si era battuto per una serie di diritti dei giocatori, ma alcune divergenze con gli altri membri lo spinsero a dimettersi. Oggi è fuori dalle dinamiche sindacali, pur ammettendo che “sarebbe meglio se fossero 300 persone e non soltanto 100 a vivere bene grazie al tennis”. Oggi, con il discutibile completo grigio-rosa pensato da Nike, è concentrato sull'Australian Open. Contro Leonardo Mayer non è stata una passeggiata: 6-3 6-4 7-6 in due ore e mezza, con due set di routine e un terzo davvero spettacolare. L'argentino è un buon giocatore, di ben altra pasta rispetto Victor Estrella Burgos. Allenato da Mariano Hood e Mariano Monachesi (nella cui accademia si allena anche il nostro Liam Caruana, presente nel box), ha giocato una partita onesta per un paio di set, gagliarda nel terzo. Nel primo e nel secondo, Nadal è stato implacabile al servizio. Per anni ha cercato il rovescio dell'avversario, specie da sinistra, mentre oggi varia di più. Contro Mayer era quasi una necessità, perché l'argentino fa più fatica nella risposta di dritto. Normale cercare di picchiare sulla ferita. Per il resto, tanta intensità e pesantezza nei colpi. Sul piano atletico è un Rafa vicino al 100%, le difficoltà al ginocchio sembrano archiviate. Su quello tecnico non è invulnerabile. È normale. Sul 4-4 al terzo, tre doppi falli di Mayer lo hanno portato a servire per il match. A sorpresa, non è riuscito a chiudere.

IL RISPETTO PER DZUMHUR E IL TIMORE DEL CALDO
“Ma Leonardo ha giocato un grande game, ha sempre risposto profondo, è stato aggressivo. Non ho avuto molte chance, anche se avrei potuto servire meglio”. Nel tie-break, tuttavia, lo spagnolo è stato perfetto. Dal 2-2, due passanti (uno di dritto e uno di rovescio, ancora più complicato) e un ace hanno tracciato il solco definitivo. Un discreto Nadal, forse un filo difensivo. Per essere al secondo match dell'anno, va benissimo così. Adesso sfida Damir Dzumhur, numero 28 del tabellone. Lo ha descritto come un avversario molto complicato: “Sa come si gioca bene a tennis. Sceglie sempre la tattica giusta e non regala niente. L'unico modo per vincere è giocare a un ritmo più alto del suo ed essere aggressivo. Proverò a fare in modo che succeda”. Rafa è così, umile fino all'eccesso. Come ha detto dopo il primo turno, ritiene che i dubbi – lui è pieno di dubbi – siano all'origine dei suoi tanti successi. Anche considerare Damir Dzumhur un giocatore quasi proibitivo. Dentro di sé, tuttavia, sa bene cosa fare. Ma c'è qualcosa che lo infastidisce: il caldo eccessivo. “Quando ci sono condizioni estreme, sarebbe bello giocare col tetto chiuso. Penso che sia un problema di salute, anche se a volte mi piace giocare col caldo. Il caldo estremo può essere pericoloso, non mi piace vedere troppi ritiri. Inoltre soffre anche il pubblico. Se c'è il tetto a disposizione, perché non usarlo? Domani mi allenerò al coperto”. Dice di non voler parlare di faccende sindacali, il numero 1 del mondo, ma alla fine lo ha fatto. Perché Rafa rimane un agonista, sia sul campo che seduto al tavolo di una conferenza.

AUSTRALIAN OPEN UOMINI – Secondo Turno
Rafael Nadal (SPA) b. Leonardo Mayer (ARG) 6-3 6-4 7-6