Il curioso caso di Hyeon Chung: tanto spavaldo e competitivo sul campo da tennis, quanto timido e impacciato fuori. Dopo la bella vittoria su Zverev, gli hanno fatto alcune domande sul suo rapporto con le ragazze: lui ha risposto per tre volte “no”. Ha svolto la preparazione invernale in Thailandia. “Se fanno buoni massaggi? Non lo so”.

Ognuno di noi ha avuto un compagno di classe come Hyeon Chung. Il secchione buono ma timido, con gli occhiali spessi, senza particolare vita sociale. Il suo momento di gloria è quando lo chiamano per farsi passare i compiti, o magari strappare un aiuto per la verifica del giorno dopo. Osservi il coreano e percepisci il suo disagio al momento di rilasciare un'intervista, di mostrare un po' della sua personalità. E poi c'è una barriera linguistica importante, giacché non è semplice uscire dalla comfort-zone delle (poche) persone che gli stanno intorno. Qualcuno lo ha chiamato “scienziato” proprio per quegli occhialoni con la montatura bianca, costretto a indossare a causa di un astigmatismo che lo accompagna da sempre ("Senza occhiali riconosco le persone, ma non riuscirei a giocare bene"). Di certo mostra tutto il suo disagio quando deve parlare davanti a tante persone. Quando Todd Woodbridge gli poneva domande facili facili con migliaia di occhi puntati addosso, si percepiva la sua timidezza. Il successo su Alexander Zverev, schiantato alla distanza, lo ha reso uno dei protagonisti dell'Australian Open. È il suo Slam preferito: anni fa, aveva giocato contro Djokovic (e lo ritroverà lunedì), lo scorso anno è stato protagonista di un grande match contro Grigor Dimitrov.

NIENTE DISTRAZIONI
Qualche giornalista un po' dispettoso ha pensato bene di metterlo in imbarazzo durante la conferenza stampa. Prima gli hanno chiesto se la vittoria alle Next Gen Finals lo ha reso più popolare in Corea. “Non ne sono sicuro – dice Hyeon il timido – sicuramente un po' di più rispetto al passato, ma la gente non mi ferma per strada. Il tennis non è così popolare in Corea. Però, quando mi trovo in campo, ogni tanto qualcuno chiede di fare una foto insieme. Tutto qui”. Non è del tutto vero: quando è atterrato a Seul dopo la vittoria alle Next Gen Finals, all'aeroporto di Seul c'era un capannello di persone ad aspettarlo, tra curiosi e addetti ai lavori. Non contento, il giornalista ha insistito.
Ti chiamano molte ragazze? “No” (ride)
Hai la fidanzata? “No”
Inizia! “No” (ride)

Forse qualcuno gli ha fatto presente che la prima fidanzata (così come la prima macchina) è uno dei pericoli principali per un giovane tennista. Era molto più in imbarazzo a (non) parlare di queste cose che sul campo da tennis, dove esprime un tennis in linea con il suo carattere: non è appariscente, ma è colmo di concretezza. “Chung è molto, molto forte. Vi stupirà” dice convinto Giorgio Di Palermo, rappresentante dei giocatori nel Board ATP. Nei colpi da fondocampo ricorda, alla lontana, David Nalbandian. Con lui condivide la capacità di trovare angoli straordinari. Però ha un fisico ben più robusto e ben poche distrazioni extra-tennistiche, a partire dall'assenza – pare – di compagnia femminile. Con lui, a Melbourne, c'è un piccolo team di 5-6 persone: i genitori, il fratello, il coach Hyunjoon Suk. Niente di più.

HYUNG TAIK LEE DA SUPERARE
Insieme, hanno raggiunto un traguardo quasi inedito per il tennis coreano. Prima di lui, soltanto due giocatori avevano raggiunto gli ottavi di uno Slam. Molti ricordano le belle corse di Hyung Taik Lee allo Us Open (2000 e 2007), mentre è pane per gli statistici la corsa di Duk-Hee Lee allo Us Open 1981. È quasi omonima del ragazzo non udente che sta scalando il ranking ATP, ma allora si trattava del torneo femminile. Hyung Taik Lee è arrivato al numero 36 ATP: volendo credere ad Alexander Zverev, Chung è destinato a salire ancora più in alto. “Pochi giocatori sono in grado di batterlo”. Per adesso non è mai andato oltre la 44esima posizione e si è presentato a Melbourne da n.58. Intanto ha raccolto la sua migliore vittoria in carriera (fino a oggi aveva battuto soltanto due numeri 13: Goffin e Bautista Agut) e sembra pronto per giocare alla pari, o almeno provarci, contro Novak Djokovic. A suo dire, il segreto della sua straordinaria condizione risiede nella preparazione svolta in Thailandia, a Bangkok. Tre settimane di lavoro intensivo, con tanto giocatori di buon livello. C'erano anche Yen Hsun Lu, Yoshihito Nishioka e Nikoloz Basilashvili. “In Thailandia fa molto caldo, le condizioni sono molto simili a Melbourne. Abbiamo fatto davvero un buon lavoro”.
Ma perché in Thailandia fanno buoni massaggi?” gli hanno chiesto. Niente, il discorso doveva andare a parare lì. Difficilmente Hyeon darà soddisfazioni a questo tipo di domande. Ha detto: "Non lo so", sfoderando un sorriso di circostanza. Preferisce parlare sul campo da tennis.