Altro che spacciata per i problemi alla caviglia: le difficoltà sembrano aver addirittura rafforzato la corazza di Simona Halep. La maratona vincente contro Lauren Davis ha ricaricato la numero uno del mondo, e la preoccupazione per lo stato della sua caviglia (che sembra a postissimo) le permettono di giocare a mente libera.Può un infortunio trasformarsi in un punto di forza? Per il futuro sì, e di esempi ce ne sono a bizzeffe, ma per il presente molto difficilmente. Eppure, è il paradosso che sembra emergere dall’Australian Open di Simona Halep. La brutta distorsione alla caviglia rimediata al primo turno aveva messo paura ai suoi tifosi e fatto calare parecchio le sue quotazioni in ottica successo finale, e la maratona del terzo round contro Lauren Davis sembrava il punto di non ritorno. La numero uno del mondo l’aveva spuntata per 15-13 al terzo set, dopo 3 ore e 44 minuti di battaglia, salvando 3 match-point ma soprattutto chiedendo al suo fisico uno sforzo immenso, si pensava eccessivo per poter puntare a proseguire il suo torneo. Invece, da presunto punto d’arrivo è diventato il punto di partenza: 6-3 6-2 a Naomi Osaka, 6-3 6-2 a Karolina Pliskova, e semifinale in cassaforte, la quinta in un torneo del Grande Slam ma la prima a Melbourne Park, l’unico Major dove non ce l’aveva mai fatta. “Se il problemi alla caviglia mi hanno aiutato? Può darsi. Ho smesso di pensare troppo agli incontri e al risultato, e mi sono preoccupata solo della situazione della caviglia, per capire se il giorno seguente sarei stata in grado di scendere in campo. Non è stato per niente facile, e dopo il torneo dovrò prendermi cura della situazione”. Caviglia o no, il risultato è lì da vedere: dopo un avvio colpo di alti e bassi ha infilato due vittorie splendide, giocando a un livello altissimo con la Osaka e confermando la solita facilità nel leggere le cannonate della Pliskova, ora sconfitta sette volte su otto. “È stato sicuramente il miglior match del mio torneo. Sono partita un po’ lentamente, ma poi ho preso il ritmo, sono entrata in partita e ho giocato davvero bene”.HALEP-KERBER: ENTRAMBE IMBATTUTE
Come accennato dalla stessa Halep, la partenza è stata particolarmente favorevole all’avversaria, volata rapidamente sul 3-0, con palla del 4-0. L’avesse concretizzata, forse la distanza sarebbe diventata incolmabile, invece non ci è riuscita e per vincere un altro game ha dovuto addirittura aspettarne altri nove. Una volta trovato il suo tennis, infatti, la Halep ha immediatamente ribaltato le sorti degli scambi, usando la potenza della Pliskova per appoggiarsi a dovere e costringendola molto spesso ad andare fuori giri. La numero uno WTA invece non ha più sbagliato, con un parziale di nove giochi di fila è volata sul 6-3 3-0 e in soli 71 minuti ha archiviato la pratica. “All’inizio ero un po’ tesa: sapevo che avrei dovuto correre molto ma non potevo sapere se ne sarei stata capace. Anche se contro di lei ho vinto un sacco di volte, non so mai cosa aspettarmi. È capace di qualsiasi cosa, ma io ho un piano ben preciso in testa e la maggior parte della volte so già da che parte tirerà. Forse è per questo che riesco a batterla spesso”. La sua strategia ha funzionato alla grande negli ultimi due incontri, ma gliene servirà una totalmente diversa nella semifinale di giovedì contro Angelique Kerber, che fra attacco e difesa predilige la seconda, proprio come lei. Entrambe sono ancora imbattute nel 2017: statistica che profuma di garanzia della qualità del duello in arrivo. “Mi aspetto un’altra maratona, contro un’avversaria davvero forte e che ama giocare questo torneo. Ma anche a me piace sempre di più. Dopo due sconfitte di fila al primo turno, finalmente ecco un buon risultato. Anche se dopo tutti i problemi che ho avuto non ci penso particolarmente: cerco solo di dare tutto quello che ho partita dopo partita”. Un assetto mentale che ha fato frutti persino insperati.
AUSTRALIAN OPEN DONNE – Quarti di finale
Simona Halep (ROU) b. Karolina Pliskova (CZE) 6-3 6-2
Circa l'autore
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...