Nell'aprile del 2016 Anabel Medina Garrigues ha giocato il suo ultimo match in Fed Cup, contro l'Italia. Meno di 24 mesi dopo la affronterà di nuovo, nel primo incontro da capitana. "Ho sempre ammirato questo ruolo – ha raccontato – e ho aspettato il mio turno". Al primo tentativo non è riuscita a convincere la Muguruza, ma la Spagna è comunque favorita.Nell’aprile del 2016 giocava il doppio nel duello Spagna-Italia di Lleida, il 10 giugno dello scorso anno era in tribuna alla finale del Roland Garros come allenatrice di Jelena Ostapenko, mentre nel prossimo fine sarà al PalaTricalle “Sandro Leomboni” di Chieti, per il suo esordio sulla panchina della selezione spagnola di Fed Cup. In meno di 24 mesi, un percorso che ha portato Anabel Medina Garrigues a passare da giocatrice a coach, e quindi a diventare una dei capitani più giovani (uomini compresi) fra Coppa Davis e Fed Cup. La cacciata di Conchita Martinez dello scorso settembre ha liberato il posto e la RFET ha pensato subito a lei, come a voler premiare i ben 13 anni di servizio, che l’hanno resa la quinta spagnola più presente di sempre in nazionale. La risposta, ovviamente, è stato subito positiva, e pazienza se il prezzo da pagare era quello di abbandonare una top-10 come Jelena Ostapenko, trascinata al titolo a Parigi, o rimandare di nuovo i propositi di rientro in doppio nel Tour, tutt’altro che dimenticati. L’occasione era troppo importante per dire di no. “Conservo grandi ricordi della Fed Cup – ha detto lo scorso week-end in un’intervista con l’ITF a Marbella, in occasione di Spagna-Gran Bretagna di Coppa Davis –, ho giocato 21 sfide e anche una finale, nel 2008, persa contro la Russia a Madrid. Ho raccolto tante bellissime esperienze e per me è sempre stato un vero piacere giocare per la nazionale. Quella di diventare capitana è un’idea che negli ultimi 5-6 anni mi è passata spesso per la testa. Ho sempre ammirato molto questo ruolo e rispettato tutte le capitane che abbiamo avuto nel corso degli anni. Ho solo aspettato il mio momento: ora il capitano sono io e spero di godermi questa esperienza, aiutando la squadra il più possibile”. LA FIGURA IDEALE?
Per questioni di vicinanza anagrafica con le giocatrici, la Medina Garrigues può essere un capitano migliore rispetto a Conchita Martinez, che dopo aver riconquistato il World Group nel 2016 l’ha perso l’anno dopo. Non avrà la stessa autorevolezza data dal palmarés, ma conosce benissimo le giocatrici e le avversarie, e anche se al primo colpo ha fallito il compito di portare in nazionale Garbine Muguruza, ha già costruito un rapporto importante con tutte le altre. “A dicembre – ha continuato – sono stata a Barcellona, dove la gran parte delle ragazze si allenano. Ho speso del tempo col loro, ho seguito gli allenamenti, ho cercato di capire come si sentivano e aiutarle a preparare la nuova stagione. E poi sono stata due settimane in Australia, per prendere le ultime decisioni. Credo che sia positivo il fatto che io conosca bene sia le avversarie sia le mie giocatrici. In più ho esperienza in singolare e doppio, e ho anche sperimentato il coaching in campo, regola presente a livello WTA. So cosa dire ai cambi di campo, come provare ad aiutare una giocatrice”. E poi, come accennato, ufficialmente non ha ancora smesso, e conoscere alla perfezione le dinamiche del tennis attuale può dare una mano. Si è fermata nell’estate del 2016 per un piccolo infortunio, poi è arrivata quasi per caso la chiamata della Ostapenko, quindi quella della nazionale, ma Anabel crede ancora di poter tornare. “Visto che i primi due turni di Fed Cup saranno a febbraio e aprilediceva qualche mese fa – al termine di quelli mi piacerebbe giocare ancora qualche torneo. Voglio ritirarmi sul campo”.
“ENTUSIASMO E TRANQUILLITÀ”
Lleyton Hewitt da capitano dell’Australia si è anche improvvisato giocatore, in doppio, mentre la 35enne di Valencia ha deciso di affidarsi alla specialista Maria Josè Martinez Sanchez, da affiancare a una fra Carla Suarez Navarro, Lara Arruabarrena e la debuttante Georgina Garcia Perez, 25enne numero 162 WTA, dal servizio potentissimo. Il team spagnolo si è riunito in Italia nella giornata di domenica, e si sta allenando da lunedì sulla terra battuta del PalaTricalle. “La differenza col passato – ha detto la Medina in conferenza stampa – è che da giocatrice potevo preoccuparmi solamente dell’allenamento e di vincere i miei incontri, mentre ora come capitano devo anche occuparmi dei rapporto fra i 17 membri dello staff che accompagnano la squadra. È qualcosa di totalmente nuovo, ma sono certa che col passare dei mesi mi sarà tutto più facile”. Dopotutto, ciò che conta è quasi solo il campo: se la situazione va bene lì, va bene anche fuori. “Ci aspetta sicuramente una sfida difficile ma l’aspetto positivo è la possibilità di giocare sulla terra rossa, la nostra superficie preferita. Tuttavia, anche le giocatrici italiane sono specialiste della terra, e Sara Errani è un’avversaria davvero molto impegnativa. Le sensazioni dopo i primi allenamenti sono positive, anche se per ora il campo è molto morbido. Ma l’allestimento è stato completato solo tre giorni fa, è normale. Per sabato e domenica sarà pronto. Mi fa piacere vedere le ragazze molto contente di far parte di questo gruppo, c’è grande attesa e il loro entusiasmo mi dà tranquillità”. Un ottimo modo per iniziare il suo mandato.