Stefano Travaglia gioca due set di altissimo livello contro Tomas Berdych, mettendolo all'angolo con un diritto in grande spolvero e sparando 18 ace. Ma non basta: il ceco vince d'esperienza il tie-break del secondo set e poi la spunta al terzo. Tuttavia, il 26enne ascolano piace sempre di più. Nel suo tennis c'è tutto per stare a tempo pieno nel Tour.È la terza settimana consecutiva che il torneo di Stefano Travaglia finisce più o meno allo stesso modo. Combatte, piace, dà l’impressione di potercela fare, ma alla fine deve accontentarsi della sconfitta. Era successo a Quito contro Nicolas Jarry, poi è capitato a New York contro Jeremy Chardy e quindi di nuovo a Marsiglia contro Tomas Berdych. Ma l’impressione è ben diversa da quella che le tre battute d’arresto lascerebbero intendere. La morale della favola non è che il 26enne di Ascoli Piceno non ha il livello, ma che piano piano se lo sta costruendo, un pezzettino alla volta, e si può stare certi che prima o poi certe sconfitte si trasformeranno in vittorie, magari senza dover nemmeno attendere troppo tempo. Anche nel 5-7 7-6 6-3 che ha regalato a Berdych i quarti di finale dell’Open 13 di Marsiglia si sono viste tutte le qualità dell’azzurro, che migliorano col passare delle settimane, esperienza dopo esperienza. Per stare a tempo pieno nel circuito maggiore servono due cose: la classifica e le qualità. Stefano non ha (ancora) la prima, ma di qualità ne ha eccome: la pesantezza di palla è degna del Tour, come un servizio da 18 ace, il fisico, la testa e pure la capacità di gestire le situazioni delicate. Perché se uno lo fa sul Campo Centrale contro un giocatore come Berdych, con trascorsi da numero 4 ATP e un quarto all’ultimo Australian Open, non è un caso. Significa che lo sa fare, punto e stop. E “Steto” lo sa fare, l’ha fatto vedere sia nel primo sia nel secondo set, abbinando a una combinazione servizio-diritto davvero in palla la capacità di gestire bene tutti i momenti importanti, almeno fino al tie-break che ha fatto da spartiacque, col profumo di vittoria spazzato via dalla capacità del rivale di alzare il livello proprio nel momento più opportuno.
GRANDI COSE IN CANTIERE
Sconfitta a parte, Travaglia ha fatto vedere veramente cose importanti. Nel primo set si è trovato per la prima volta 30-30 sul proprio servizio quando giocava per raggiungere Berdych sul 5-5, e invece di lasciarsi prendere dalla foga ha messo le cose a posto con due ace, come se fosse la cosa più semplice del mondo. E non solo: nell’undicesimo goco Berdych ha mostrato un piccolo segnale di debolezza sbagliando un diritto nel primo punto, e Travaglia l’ha punito da big. Uno dopo l’altro ha sparato tre colpi vincenti, si è preso il primo break del match e nel game seguente anche il set, mostrando gli artigli quando Berdych ha provato a rovinargli i piani. Gli ha cancellato tre set-point di fila risalendo da 40-0 a 40-40, e poi anche un quarto, ma Travaglia non ha fatto una piega. Se n’è preso un quinto, ha tirato il suo ottavo ace e ha vinto un set meritatissimo. Un’altra grande dimostrazione di tenacia Travaglia l’ha data nel secondo set, quando un calo fisiologico ha lasciato scappare via Berdych fino al 5-2. L’azzurro non ha mollato la presa ed è andato a riprenderlo proprio quando serviva per il set, riconquistando l’equilibrio e poco dopo anche il tie-break, che nasconde l’unico vero rimpianto del suo match. Perché quando con un gran rovescio vincente si è preso il 3-2 (con due servizi a disposizione), la vittoria era a un passo. Lì gli è mancato qualcosina: non doveva assolutamente perdere uno dei due punti, invece li ha ceduti entrambi e tanto è bastato a Berdych per non farsi più riprendere. Il ceco non ha più sbagliato, ha aumentato l’intensità del suo tennis e con un break nel terzo game del set decisivo ha spezzato definitivamente l’equilibrio, ma Travaglia sta continuando a mostrare di avere in cantiere grandi cose. Non appena si sbloccherà ne vedremo delle belle.

ATP 250 MARSIGLIA – Secondo turno
Tomas Berdych (CZE) b. Stefano Travaglia (ITA) 5-7 7-6 6-3