Il Tribunale Federale di Brooklyn ha stabilito che l'incidente dello Us Open 2015 è al 75% colpa della USTA. La giocatrice non aveva elementi per sapere che non avrebbe dovuto mettere piede nella stanza. E non c'erano espliciti divieti. Scatta la seconda fase: l'entità del risarcimento.

Sul campo da tennis sta vincendo ben poche partite. Soltanto due, nella seconda metà del 2017. Quest'anno Eugenie Bouchard è partita un po' meglio, con il secondo turno all'Australian Open e i quarti a Taipei. I grandi risultati di qualche anno fa, tuttavia, sono sempre più sbiaditi. Però ha raccolto un buon successo in tribunale: la giuria chiamata a pronunciarsi sull'incidente dello Us Open 2015 le ha dato ragione. La camera di consiglio è durata meno di un'ora e ha sentenziato che ci fu una negligenza della federazione americana. I fatti sono ben noti: la canadese entrò nella sala di fisioterapia a tarda ora, quando non c'era più nessuno, per effettuare un bagno ghiacciato. Tuttavia, scivolò su un detersivo che era stato applicato sul pavimento. La caduta provocò una ferita e una lieve commozione cerebrale. Sulla base di questo episodio, e in virtù dei danni fisici ed emotivi, i suoi avvocati hanno proposto una causa civile nei confronti della federtennis americana, responsabile dell'impianto di Flushing Meadows. A parziale consolazione per la USTA, la giuria ha ritenuto la Bouchard colpevole al 25%. Per questo, il risarcimento sarà del 75%. “Quando ottieni il 75% o qualcosa di meglio, non puoi certo lamentarti” ha detto Benedict Morelli, l'avvocato che ha seguito la vicenda sin dall'inizio. Nelle prossime ore scatterà la seconda parte del processo, dedicata all'ammontare del risarcimento. In altre parole, la corte distrettuale di New York dovrà quantificare quanto sono costate alla Bouchard le conseguenze dell'incidente. Dopo la sentenza, Morelli non ha anticipato la richiesta. Tuttavia ha detto che sarà di milioni di dollari “in modo che Eugenie recuperi tutte le entrate perdute”.

LE CAUSE DELLA CRISI
La prima fase del processo, incentrata sulla responsabilità dell'accaduto, ha cercato di chiarire quale sia stata la causa della caduta della Bouchard. Adesso sarà il momento di valutare le conseguenze: da allora sono passati due anni e mezzo e la Bouchard è uscita dalle top-100 WTA. Le ultime classifiche la collocano in 116esima posizione. Sarà compito della giuria stabilire quanto abbia influito quell'episodio nella crisi agonistica della giocatrice. Dopo uno straordinario 2014, nel 2015 le difficoltà erano già iniziate. Nel 2016 ha ripreso a giocare a tempo pieno, ma non ha mai superato il terzo turno nei tornei del Grande Slam. Però si era presentata allo Us Open 2015 dopo aver perso 15 delle ultime 18 partite giocate. Nei primi due giorni del processo avevano testimoniato la Bouchard, il direttore del torneo David Brewer e tre addette degli spogliatoi. Giovedì, prima che la giuria si riunisse, ha testimoniato la fisioterapista WTA Kristy Stahr. Nella sua testimonianza, la Bouchard aveva detto di aver riferito alla Stahr la sua intenzione di tornare nella stanza per effettuare un bagno ghiacciato dopo stretching e conferenza stampa. Al suo ritorno, non avrebbe più trovato nessuno. Per raggiungere i bagni ghiacciati, le tenniste sono obbligate ad attraversare la stanza della fisioterapia. “Noi abbiamo dato per scontato che fosse andata via” ha detto la Stahr. Chiamata a testimoniare dalla difesa, ha confutato le affermazioni della Bouchard, secondo cui i fisioterapisti “incoraggiano” le giocatrici a entrare nella stanza anche quando la stessa è vuota. Tuttavia, ha ammesso che le giocatrici – di tanto in tanto – entrano nella stanza per svolgere alcuni compiti semplici, come riempire una borsa di ghiaccio.

LA BUONANOTTE DEI FISIOTERAPISTI
Va detto che un'altra fisioterapista, Eva Scheumann, aveva inviato una mail alla Bouchard dicendo che quella sera erano andate via tutte, ma che lei avrebbe potuto “tornare indietro” se avesse avuto bisogno di qualcosa. Secondo Adam Deutsch, uno degli avvocati della Bouchard, tale mail certificherebbe che erano tutti consapevoli che la Bouchard fosse ancora a Flushing Meadows mentre veniva messo il detersivo. Durante il processo, la USTA ha ammesso che che la pulizia dei pavimenti sarebbe dovuta avvenire soltanto quando le giocatrici erano già andate via. Karen Owens, la responsabile degli spogliatoi, ha detto che i fisioterapisti erano andati via dando la buonanotte. L'episodio indicava che poteva partire la pulizia del pavimento. La conclusione degli avvocati della Bouchard è stata tranciante: “Non ha rispettato le regole, favorendo l'incidente”. Da parte sua, la USTA ha detto che quella serata sono state messe in atto le stesse procedure di sempre. “Se fossimo stati negligenti quel giorno – ha detto l'avvocato Alan Kaminsky – saremo stati negligenti ogni giorno negli ultimi 30 anni. La USTA non deve essere perfetta, dobbiamo solo essere ragionevoli”. Nelle sue conclusioni, ha lasciato intendere di essere aperto a una concomitanza di responsabilità, pur sottolineando di ritenere che la maggioranza delle colpe sarebbe stata della Bouchard. La giuria non era di questa opinione. Nei prossimi giorni scopriremo l'entità del risarcimento.