Va a un americano l'ultima edizione del Miami Open nella sede di Key Biscayne. John Isner butta via il primo set ma non si disunisce, e alla fine gioca meglio di uno Zverev prima falloso e poi nervoso. Tredicesimo titolo in carriera, primo in un Masters 1000. All'inizio nessuno tifava per lui, ma poi…

Non è necessario avere nomi altisonanti per vedere una bella finale. Nell'ultimo match mai giocato a Crandon Park, l'hanno dimostrato John Isner e Alexander Zverev. Si è imposto l'americano, intascando il suo primo Masters 1000 dopo oltre due ore e mezza di battaglia, superando al fotofinish Sascha col punteggio di 6-7 6-4 6-4. Per un “all american boy” come lui deve essere stata una grande soddisfazione imitare Rocky Balboa, che nel quarto episodio della leggendaria saga cinematografica batté il sovietico Ivan Drago portando dalla sua parte un pubblico ostile. Già, perché il pubblico di Miami era inizialmente dalla parte del tedesco, già stella e – secondo molti – futuro numero 1 del mondo. Nonostante il passaporto, Isner aveva giocato “in trasferta” anche in semifinale contro Juan Martin Del Potro. Nessun problema: affidandosi a uno stato di grazia sbocciato all'improvviso dopo un disastroso avvio di stagione, ha giocato un match fantastico per continuità e solidità mentale, diventando il terzo più anziano di sempre a vincere un Masters 1000 (lo precedono soltanto Federer e Agassi). Non solo: è il più anziano a vincerne uno per la prima volta. “Vincere di fronte a un pubblico del genere, con un'atmosfera simile… è impossibile replicare un momento del genere – ha detto l'americano – questo torneo ha una grande storia, tutti i migliori hanno giocato questo campo. Per me e per Sascha è stato un grande onore condividere il campo nell'ultimo match maschile qui a Key Biscayne. Non avrei mai pensato di vivere un momento del genere, considerando come ci sono arrivato”. Come è noto, aveva vinto la miseria di due match di singolare in due mesi e mezzo.

LA CAPACITÀ DI NON MOLLARE
​L'americano ha costruito il successo partendo da un gran servizio, che gli aveva fatto tenere 37 turni consecutivi, peraltro dovendo annullare una sola palla break. In avvio sembrava essere il più in palla, affidandosi anche a un dritto molto pesante. Da parte sua, Zverev è partito un po' contratto, commettendo un doppio fallo a concedere due palle break già sullo 0-1. Con viva aggressività, Isner se ne procurava un'altra e poi altre due sul 3-2. Niente da fare, Zverev teneva duro e mostrava una forte carica agonistica. Il set si è chiuso al tie-break, in cui c'è stata più tensione che spettacolo. Tra errori banali e un grave doppio fallo, Isner cedeva quattro punti di fila e spediva avanti il tedesco, sotto gli occhi di David Beckham, leggenda del calcio mondiale. Nel momento peggiore, in cui le gambe non rispondevano come all'inizio, Isner ha avuto il merito di non mollare. Si è aggrappato ai turni di servizio e ha raccolto i frutti nel nono game, quando le sue bordate profonde e angolate hanno costretto Zverev a qualche errore di troppo. L'ultimo game del secondo set è stato il più bello della partita, con diversi punti spettacolari e un paio di palle break salvate da Isner, una con un passante di dritto dopo essere stato ricacciato a fondo da una sortita offensiva. Implorava il pubblico di dargli una mano, indicando i quattro lati del campo centrale come faceva Jimmy Connors, oltre trent'anni fa. Nel terzo set, gli equilibri fisici e ambientali erano ormai ribaltati: era Zverev a faticare di più, a spingere di meno in manovra, a giocare palle più alte e cariche di topspin. La tattica non infastidiva Isner: lo yankee si procurava quattro palle break (di cui tre consecutive sul 2-2), ma non ne sfruttava neanche una. Quando ci si avvicinava all'arrivo al fotofinish, tuttavia, John trovava il break decisivo. Zverev spaccava la sua racchetta ed era il simbolo della resa, poi certificata da tre ace consecutivi nell'ultimo game. Un successo meritato per Isner, ragazzo dalla faccia pulita e dai sentimenti nobili, che stridono con un tennis monocorde, basato su una potenza strabordante.

ZVEREV: "HO SBAGLIATO TROPPO"
Ma non si vince un Masters 1000 soltanto col servizio: nonostante la stazza, ha tenuto bene nel dialogo da fondocampo e ha tirato alcuni rovesci sorprendenti, tanto da stupire anche i commentatori della TV americana. “È stato incredibile tornare dopo un primo set deludente, in cui avevo avuto molte chance – ha detto "Long John" – ho servito sul 4-3 nel tie-break e ho perso quattro punti di fila. A quel punto ero esausto, ma ho trovato nuove energie e nel secondo e nel terzo set mi sono sentito ancora meglio”. Gli Stati Uniti non vincevano a Miami dal 2010 (Andy Roddick), mentre non capitava addirittura dal 1991 che un giocatore fuori dai top-10 non vincesse il torneo. All'epoca fu Jim Courier, poi diventato numero 1. Isner non farà altrettanto, ma oggi tornerà tra i top-10 ATP e si riprenderà la leadership nazionale lasciata l'anno scorso. Un po' di nervoso per Zverev, che probabilmente non pensava di perdere. “Penso di aver sbagliato più colpi oggi che in tutto il torneo – ha detto – ho giocato male da fondocampo, anche se non è facile contro John. Ti mette addosso molta pressione, sai che se subisci un break molto difficilmente vincerai il set. Forse è stato un fattore, ma sicuramente ho commesso errori che avevo evitato nei giorni scorsi”. Il tedesco ha comunque fatto i complimenti a Isner per essere stato competitivo in vari settori del gioco, non solo il servizio. In particolare, lo ha sorpreso in risposta e nella tenuta complessiva dello scambio. “Avevo una buona strategia di gioco, ma se sbagli troppo non serve a niente – ha chiuso – purtroppo non ho trovato il ritmo”. Adesso volerà a Valencia per Spagna-Germania di Coppa Davis e sarà chiamato a un compito decisamente impegnativo: adattarsi alla terra battuta e a un clima completamente diverso in 3-4 giorni. Ma di questo Miami Open resterà il volto sorridente di John Isner, il gigante buono che all'inizio non viene tifato da nessuno. Ma alla fine, prima dell'ultimo game, si è sentito intonare “iu-es-ei!!! iu-es-ei!!!” dal pubblico. Mica facile coinvolgere così la gente, specie se non hai armi troppo seducenti nel tuo bagaglio tattico. Ma a volte non serve avere la magia nel braccio per entrare nel cuore della gente.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – Finale
John Isner (USA) b. Alexander Zverev (GER) 6-7 6-4 6-4