Le tematiche principali della stagione su terra battuta, scattata in questi giorni e che vivrà il primo grande appuntamento con il Masters 1000 di Monte Carlo. Nadal farà undici? Djokovic ritroverà se stesso? Thiem è pronto a vincere un grande titolo? Ci saranno sorprese? E Fabio Fognini…

Non si direbbe, viste piogge e basse temperature, eppure siamo in primavera. Nel tennis, è la stagione della terra battuta. I tornei di Houston e Marrakech sono solo un antipasto: la prima portata di rilievo arriverà la prossima settimana con il Masters 1000 di Monte Carlo. Il Roland Garros è ancora lontanuccio, ma siamo già in grado di individuare le principali tematiche del prossimo bimestre. Cosa ci aspetta da qui al 10 giugno, giorno della finale parigina?

ROLAND GARROS NUMERO 11 PER NADAL?
Al di là di un carattere dolce, per certi versi mite, lo spagnolo si trasforma in un cannibale sulla sua superficie preferita. Si è già imposto per dieci volte a Monte Carlo, Barcellona e Parigi. Dopo averlo visto in Coppa Davis, lo scorso weekend, viene da pensare che sia il favorito numero 1 anche quest'anno, tenendo conto dell'assenza di Roger Federer (che comunque sulla terra lo ha battuto soltanto una volta). I problemi fisici di inizio stagione sembrano alle spalle: saltare due mesi di tornei ha sicuramente fatto bene al suo fisico. Con 389 partite vinte sul rosso, è molto probabile che farà numero netto. Madrid è il torneo indiziato per riuscirci, anche tenendo conto dell'incredibile rendimento negli ultimi due anni. Da quando si è ritirato al Roland Garros 2016, ha un bilancio di 24 vittorie e 1 sconfitta. L'unico a batterlo è stato Dominic Thiem nei quarti del Foro Italico, l'anno scorso. Il gioco di Rafa non è un incognita, mentre potrebbe esserla il suo fisico. Dovrà stare attento a non esagerare e a farsi prendere dall'ansia di conservare il numero 1 ATP. Detto che la programmazione è la stessa di sempre (Roland Garros, i tre Masters 1000 e Barcellona), avrà avuto abbastanza tempo per guarire? Valencia farebbe pensare di sì. E se starà bene, difficilmente qualcuno lo fermerà.

DJOKOVIC RITROVERÀ SE STESSO?
In preda a una crisi nera, la peggiore della sua carriera, il serbo si è rifugiato nel suo vecchio coach, Maria Vajda, che lo ha accompagnato da giugno 2006 a maggio 2017. Da quando ha smesso di lavorare con lui, sono iniziati i problemi. Sotto la guida del coach slovacco ha fatto cose impensabili, anche sulla terra, anche contro Nadal. È inverosimile che il serbo possa essere un rivale credibile per Rafa? Difficile dirlo, ma Monte Carlo darà le prime risposte. Se il sorteggio farà i dispetti, tra l'altro, i due potrebbero affrontarsi addirittura negli ottavi. In Australia aveva dato segnali vagamente incoraggianti, poi il piccolo intervento al gomito e la scelta di giocare a tutti i costi Indian Wells e Miami ha decretato la crisi, sfociata nella separazione con Agassi e Stepanek. Nel suo periodo migliore (2011-2016), Nole ha raccolto un bilancio di 94 vittorie e 13 sconfitte sulla terra battuta, giocando otto finali contro Nadal. Il successo a Parigi di due anni fa, tuttavia, ha segnato il punto di svolta (in negativo) della sua carriera. Ma con Marian Vajda a bordo, la nave Djokovic ha ritrovato un timoniere sicuro.

DOMINIC THIEM È PRONTO?
Compirà 25 anni a settembre ed è il principale specialista, Rafa escluso. Negli ultimi due anni, è 55-13 su questa superficie, peraltro con vittorie contro tutti i Fab Four. Lo scorso anno ha battuto Nadal a Roma (che però si è vendicato a Parigi, con gli interessi), e al Roland Garros ha mandato in bambola lo stesso Djokovic. L'austriaco ha un po' deluso sul cemento, ma quando vede rosso si scatena. L'unica incognita riguarda il piccolo infortunio che lo ha colpito a Miami e ne ha messo in dubbio la partecipazione a Monte Carlo. Sembra tutto a posto, ma potrebbe non essere al 100%. Non è detto che sia una cattiva notizia, se dovesse arrivare al top nella seconda metà di maggio. Il suo topspin pesantissimo è veleno per gli avversari, inoltre gioca con personalità e possiede una grande fase difensiva, che rende molto complicato tirargli un vincente. In altre parole, affrontarlo può essere un incubo. Un giorno vincerà il Roland Garros: sarà già nel 2018?

GLI OUTSIDER PIÙ PERICOLOSI
Ci sarà spazio per le sorprese. Roger Federer è in officina, Stan Wawrinka è una grande incognita (lo rivedremo a Monte Carlo), dunque emergerà – di sicuro – qualche nome nuovo. Il pensiero va ad Alexander Zverev, che lo scorso anno approfittò dello scivolone di Nadal e vinse al Foro Italico. Certo, a Parigi si arrese al primo turno… Tra i giovani, anche se la carta d'identità non li considera più “Next Gen”, possono fare grandi cose Borna Coric e Hyeon Chung. Il primo è un Djokovic in miniatura con una predilezione per la terra battuta, mentre il secondo si sa adattare al rosso. Lo scorso anno stava per battere Nishikori al Roland Garros, inoltre ha raggiunto almeno i quarti in quattro degli ultimi sei tornei. Tra gli altri, spiccano i nomi di Marin Cilic, Juan Martin Del Potro e David Goffin: per quest'ultimo, tuttavia, c'è la grande incognita di un'occhio malandato dopo lo sfortunato incidente di Rotterdam. Del Potro giocherà tre tornei (Madrid, Roma e Parigi) mentre Cilic, per sua stessa ammissione, ha giocato il suo miglior tennis sul rosso lo scorso anno. Si saprà ripetere?

LA LOTTA PER IL NUMERO 1 ATP
Tra pochi giorni, Rafael Nadal raggiungerà John McEnroe a quota 170 settimane in vetta al ranking ATP. Salirà in sesta posizione alle spalle di Federer, Sampras, Lendl, Connors e Djokovic. Il problema dello spagnolo è che dovrà difendere i titoli a Monte Carlo, Barcellona e Madrid per restare in vetta, altrimenti Roger Federer gli restituirà lo “sgarbo” di un paio di settimane fa: tornare al numero 1 pur stando in vacanza. Sono i diabolici meccanismi del ranking ATP, che tiene in considerazione i soli punti ottenuti nelle ultime 52 settimane. Al momento, è impensabile che qualcun altro possa raggiungere – o soltanto avvicinare – i due fenomeni.

FOGNINI, CI REGALI UN EXPLOIT?
In una recente intervista, Paul Annacone ha detto che gli immediati inseguitori sentono di avere una chance, visto che il dominio dei Fab Four mostra qualche crepa. Tra gli inseguitori, su questa superficie, c'è indubbiamente Fabio Fognini. Molti sostengono che sulla terra valga un posto tra i top-10, ma non sempre lo ha dimostrato. Il suo miglior risultato resta la semifinale a Monte Carlo nel 2013, senza dimenticare i quarti a Parigi di due anni prima. Con un pizzico di fortuna, potrebbe fare un passo in più proprio al Roland Garros. L'ultima semifinale azzurra in uno Slam al maschile l'ha firmata Corrado Barazzutti, 40 anni fa a Parigi. Visto che le ragazze hanno dato tutto quello che potevano, è giunto il momento dei maschietti. E Fabio è l'unico uomo in grado di farcela. In Davis si è fatto sorprendere da Pouille, ma spesso la partita dipende da lui, almeno sul rosso. E questa è una buona notizia.