Soltanto uno dei quattro tornei del Grande Slam è costretto a far giocare le qualificazioni presso un altro impianto: Wimbledon. I sacri cancelli di Church Road sono aperti soltanto a chi entra in tabellone, mentre gli altri devono passare da Roehampton, distante circa tre miglia. È una delle ragioni per cui l'All England Club vuole espandersi, acquistando l'adiacente “Wimbledon Park”, club golfistico situato dall'altra parte della strada. A darne notizia è stato il Daily Mail, informando che c'erano già state trattative in passato. L'offerta attuale, tuttavia, è davvero invitante: 50 milioni di sterline. Se il progetto dovesse andare in porto, Wimbledon si troverebbe con 300.000 metri quadrati in più. Significa che triplicherebbe i suoi spazi e le sue potenzialità commerciali. Tutto perfetto, dunque? Insomma. Anche in Gran Bretagna bisogna districarsi in un mare di burocrazia, in questo caso rappresentata dallo statuto di Wimbledon Park. In sintesi, per autorizzare un'operazione del genere ci vuole il parere favorevole del 75% dei soci. Non impossibile, ma c'è un problema enorme: sempre secondo lo statuto, gli eventuali ricavi della cessione andrebbero soltanto a chi è socio del club da almeno dieci anni. E c'è una percentuale altissima soci (intorno al 40%) che non soddisfa il requisito. È dunque difficile immaginare che una buona fetta di soci dia il via libera sapendo di non guadagnarci nulla. A meno che non si metta mano allo statuto.
PIÙ SPAZI, PIÙ SPETTATORI
Il terreno è vincolato fino al 2041, dopodiché a scadenza di contratto passerà automaticamente nelle mani dell'All England Club. Tuttavia, sembra che i dirigenti di Wimbledon vogliano accelerare i tempi, sia restare al passo della crescita sfrenata degli Slam (di cui Wimbledon è protagonista, visto che l'anno prossimo sarà inaugurato il tetto retrattile sul Campo 1), sia per aumentare i ricavi, sfruttando le potenzialità del brand "Wimbledon". Per intenderci, l'acquisizione di Wimbledon Park consentirebbe al torneo di aumentare la capienza. In questo momento, i Championships possono ospitare fino a circa 40.000 persone al giorno, il che rende impossibile il raggiungimento delle cifre fatte registrare da Australian Open e Us Open, che arrivano agevolmente a 700.000 spettatori nell'arco delle due settimane. L'ultima edizione di Wimbledon ha raccolto 473.372 spettatori, peraltro con una riduzione rispetto all'anno prima. Non è la prima volta che si mettono gli occhi sui terreni adiacenti: una decina d'anni fa ci fu un'esplorazione che si concluse con un nulla di fatto, mentre risale a tre anni fa un'offerta decisamente concreta: 25 milioni di sterline, che però fu respinta a maggioranza assoluta dai soci: il 58% votò contro. Le negoziazioni per la nuova offerta scatteranno nei prossimi giorni. “È importante mantenere il nostro posto al vertice dello sport, visto l'ambiente competitivo in cui operiamo – ha detto al Daily Mail un portavoce dell'All England Club – in questo momento siamo certi che Wimbledon Park diventi nostro nel 2041, tuttavia potrebbe diventare disponibile in anticipo, il che aiuterebbe il nostro processo decisionale”. Anticipando eventuali critiche degli ambientalisti (a Parigi ne sanno qualcosa…), qualsiasi progetto futuro sarà a tutela dell'ambiente, senza costruzione di parcheggi, centri commerciali o qualsiasi altra struttura estranea alle caratteristiche di Wimbledon. Va bene crescere, ma la tradizione va sempre rispettata. Specie da quelle parti.